Balerna avrà il suo Central Park?

Balerna come New York? Il Pian Faloppia come il Central Park?
Nel suo futuro Balerna vede un nuovo parco urbano. Un’area che metta in relazione elementi naturali e parchi, le infrastrutture sportive di Chiasso e il polo economico previsto all’interno della piana, per dare il la alla «riqualificazione e rinascita» della località. Dove? Nel comparto del Pian Faloppia, che potrebbe diventare «il centro nodale dello sviluppo dell’intero Basso Mendrisiotto». Il desiderio è chiaro e ambizioso, tanto che nel Rapporto di pianificazione riguardante la revisione generale del Piano regolatore (PR) della località - gli atti sono in pubblicazione fino al 10 gennaio -, si azzarda un paragone con il parco urbano più famoso del mondo: il Central Park di New York.
La grande mela momò
Nel capitolo riguardante la visione futura del Pian Faloppia si spiega che «l’idea di fondo è che questo nuovo parco urbano vada ad integrarsi nella logica dei parchi regionali circostanti. Sul piano locale, dovrebbe divenire lo stimolo dello sviluppo qualitativo del comparto, a beneficio dell’attrattiva quale sede di aziende dall’alto valore aggiunto, e rappresentare l’elemento di unione con Chiasso attraverso una grande zona sportiva e di svago. Il concetto può essere definito come inverso a quello del Central Park newyorkese, ovvero invece di definire un verde all’interno di un tessuto urbano, in questo caso il tessuto urbano verrebbe definito all’interno di un anello verde».
Ma facciamo un passo indietro. Il PR di Balerna è datato 1987, quella in pubblicazione è una proposta di revisione integrale dello stesso: in corso vi è la fase di partecipazione pubblica, che prevede la possibilità di inoltrare delle osservazioni. Gli obiettivi generali della revisione sono «l’aumento dell’attrattività residenziale, la valorizzazione degli spazi pubblici e di svago e la promozione dell’identità storica e culturale locale», si legge nell’incarto.
Il dossier suddivide il comune in quattro macroaree: il comparto di Sant’Antonio, quello del nucleo, Bisio e il Pian Faloppia che, appunto, avrà un ruolo centrale.
Per il nucleo si tratteggia una possibile ristrutturazione della Villa Vescovile. L’idea è di destinare l’area che la accoglie a zona per scopi pubblici, affinché l’edificio - che potrebbe rinascere grazie a «una collaborazione tra pubblico e privato» possa essere utilizzato anche da associazioni o per eventi.
Edifici dismessi da riconvertire
Immaginando il futuro del comparto Sant’Antonio il pianificatore si sofferma su un concetto - che a dire il vero è ricorrente -: la deindustrializzazione. La zona «ospita degli edifici dismessi che potrebbero essere riconvertiti, preservandone il carattere architettonico, ad altri usi più in linea con la futura evoluzione del comparto, ad esempio residenziale misto». Per l’area si immagina quindi un avvenire più residenziale, da attuare anche attraverso un cambiamento da zona artigianale a zona mista che ha già sollevato malumori. È altresì ipotizzata la possibilità di creare un nuovo quartiere a ridosso della collina di Sant’Antonio.
Per quanto concerne il comparto Bisio, l’accento è messo sulla collina di Pontegana, per cui si tratteggia sia un riordino con ripristino delle presenze storiche, sia l’edificazione di un nuovo volume. L’idea è che alcune parti possano diventare pubbliche e fruibili».
Il sindaco: «Riconvertire e attirare le famiglie»
«Confermare i contenuti che si addicono a un Polo di sviluppo economico». È questa l’idea alla base della pianificazione del Pian Faloppia, spiega il sindaco di Balerna Luca Pagani. Il desiderio futuro è di poter includere nella rinascita del comparto anche l’altro lato di via Passeggiata, dove sorgono le infrastrutture delle FFS, riconvertendole». In generale l’obiettivo del Comune è tuttavia quello di rendere attrattivo il paese per le famiglie, creando zone residenziali di qualità e intervenendo anche sulla valorizzazione delle componenti naturali».
Modifiche già indigeste: lo spauracchio del maxirisarcimento
«Inaccettabile», «colpo mortale», «illegale». La pubblicazione da parte di Balerna degli atti riguardanti la revisione del PR ha provocato una reazione repentina e drastica, messa nero su bianco in un contributo a pagamento a tutta pagina pubblicato sul CdT di ieri. Un contributo in cui si scomoda anche Shakespeare. Il gruppo petrolifero ECSA, per esprimere il suo dissenso, cita infatti un passaggio dell’Amleto: «Something is rotten in the state of Denmark».
Il gruppo scrive di essere «nuovamente preso di mira dalla pianificazione comunale di Balerna» - facendo riferimento a un passato tentativo di revisione del PR -, sottolineando come la revisione in pubblicazione metta a rischio «almeno 100 dei 280 posti di lavoro». Al centro delle critiche vi è la zona mista residenziale e artigianale pensata per il comparto di Sant’Antonio, che coinvolge i terreni che accolgono ECSA (nel dossier pianificatorio si accenna anche al fatto che un progetto per l’area esisterebbe già, ndr). A questo proposito nell’annuncio firmato da Matteo e Carlo Centonze si legge: «Siamo sicuri che il Municipio non voglia impegnarsi in una causa multimilionaria. Spostare ECSA da Balerna costerebbe più di 50 milioni di franchi».