Banda di ladri frontalieri a processo a Varese

Dodici persone finiranno davanti al giudice a fine anno, fra cui il capobanda, con una lunga storia criminale che si interseca con il Ticino - Le rapine nel cantone a Besazio nel 2010 e ad Arzo nel 2011
Red. Online
14.07.2017 12:35

VARESE - Una banda criminale con sede nel Varesotto e composta da 12 persone andrà a processo a Varese a fine anno in merito a quattro rapine che si sospetta abbiano compiuto: due in Ticino (a Besazio e ad Arzo), una in un supermercato di Olgiate e una in una gioielleria a Cantello. Vi sono inoltre accuse di estorsione. Ne dà notizia La Provincia di Varese.

Fra le persone a processo spicca quello che si crede essere il capo della banda, F.V., italiano di 41 anni, simpatizzante di estrema destra e nome noto alla giustizia italiana sin dal 2001, quando era a capo della frangia più estrema degli ultrà del Varese Calcio. Nel suo "palmares" criminale spiccano condanne per aggressione, spaccio di droga e tentato omicidio (nel 2008 ai danni di due marocchini coinvolti nello spaccio di sostanze stupefacenti). Nel 2003 venne colpito durante una sparatoria a Malnate: si recò al pronto soccorso (il proiettile gli trapassò la schiena) e non sporse denuncia. Posto ai domiciliari in seguito al tentato omicidio, nel 2011 venne arrestato nuovamente per tentata rapina mentre si stava recando in Ticino con tre complici per saccheggiare una banca. Nel 2012, durante un'udienza in Tribunale a Varese, tentò un'evasione spalleggiato da sette sodali ma fu subito fermato: voleva fuggire in Ticino con un quad attraverso sentieri non battuti, ma una delle suo donne lo tradì.

Le rapine commesse dalla banda in Ticino risalgono al 2010 e al 2011. Nel 2010 due persone vestite da operai ripulirono un ufficio cambi di Besazio in una rapina a mano armata, portandosi a casa oltre 189.mila euro, 17.mila franchi e diversi cellulari. Nel 2011 invece la banda rapinò un distributore Erg ad Arzo, minacciando la commessa con la pistola, chiudendola nel retro del negozio con le mani ammanettate con delle fascette e fuggendo verso l'Italia in scooter. Erano in due, per un bottino stimato in 7.mila franchi.

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