Ticino

Bellinzona si anima per i diritti delle donne: «Siamo una marea che non si fermerà»

La manifestazione, sviluppatasi fra Piazza del Sole e Palazzo delle Orsoline, ha quale obiettivo una sensibilizzazione sul rapporto fra lavoro e famiglia
Red. Online
14.06.2024 18:55

A cinque anni dal secondo, grande sciopero femminista in Svizzera, che aveva visto scendere in piazza oltre mezzo milione di donne e persone solidali, le donne sono tornate in piazza. Ticino compreso, con la manifestazione di Bellinzona. «Le ragioni per continuare la mobilitazione sono ancora numerose e attuali» ha spiegato il collettivo Io l'8 ogni giorno. L'obiettivo della protesta? «Rivendicare con forza una società femminista per tutte e tutti».

L'appuntamento, oggi, è stato dato in Piazza del Sole. Quindi, il corteo si è spostato verso Palazzo delle Orsoline. Fra le rivendicazioni, un miglior rapporto fra famiglia e lavoro. Ancora Io l'8 ogni giorno: «Una società femminista libera dalle violenze patriarcali, in cui poter tessere relazioni fondate sul rispetto reciproco, la parità e il consenso. Le donne, con al loro fianco le persone LGBTQ+, camminano per strada libere, tranquille e a loro agio, con la consapevolezza di stare in uno spazio costruito da loro e per loro. Una società e un’economia femminista capace di mettere al centro il lavoro di cura e di riproduzione sociale. Il lavoro produttivo e il lavoro riproduttivo sono equamente distribuiti e il lavoro di cura, che sostiene il mondo, è riconosciuto e valorizzato. Una società femminista in cui le professioni “femminilizzate” e le donne “professionalizzate” siano prese sul serio e giustamente retribuite. Le donne entrano nel mondo della formazione e del lavoro con tutte le possibilità per realizzare il loro potenziale, la maternità è considerata un valore in più e le possibilità di conciliare serenamente vita professionale e privata non mancano. Una società femminista libera dalle guerre, che sempre e ovunque si accaniscono con una particolare brutalità sulle donne e su bambini/e. La solidarietà è alla base delle interazioni delle comunità e degli equilibri globali e la violenza, di qualsiasi tipo, un ricordo lontano. Una società eco-femminista fondata sul riconoscimento della nostra (eco-)dipendenza reciproca dagli altri esseri viventi. Le piante, gli animali e le persone convivono in perfetto equilibrio e il pianeta è tutelato e preservato in quanto nostro presente e futuro. Una società fondata sulla sorellanza, che sappia abbattare le frontiere e superare ogni forma di razzismo. Ogni luogo è ora una zona di passaggio, di scambio e di accoglienza. Quest’appello è rivolto a tutte le persone che credono nella giustizia e nell’uguaglianza, perché il femminismo riguarda la costruzione di un mondo migliore per tutte e tutti».

«Abbiamo lottato e vinto parecchie battaglie e siamo qui per lottare per una società femminista» hanno gridato, in coro, le tante, tantissime donne presenti. «Vogliamo diritti e libertà, siamo una marea che non si fermerà». Ma dal corteo, durante la marcia verso Palazzo delle Orsoline, si sono levati anche cori più coloriti. Come «vaffanculo il patriarcato». Di nuovo: «Siamo la luna che muove le maree cambieremo il mondo con le nostre idee» o «il maschio violento non è malato è figlio sano del patriarcato».

In tutta la Svizzera, dicevamo, oggi le donne sono scese in piazza per affermare i propri diritti. «Manifestiamo per la parità di salario, di trattamento e di diritti per tutti, e contro gli attacchi alle donne e alle minoranze di genere sul lavoro, nella vita privata, in politica e persino nella cultura» ha scritto fra gli altri il sindacato Syna in una nota. Per tacere dell'uguaglianza nelle rendite pensionistiche: «La disuguaglianza salariale si ripercuote sulle pensioni».