Il caso

Bello pedalare, nella capitale

Bellinzona: entro il 2040 verranno investiti 30 milioni di franchi per favorire la mobilità ciclistica attraverso una settantina di misure - Un simile documento programmatico lo hanno in pochi in Svizzera
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
19.02.2024 16:15

Bellinzona capitale. Istituzionale. Delle scienze della vita. Del carnevale. E presto pure delle biciclette. Non si starà mica allargando un po’ troppo, che dite? Tutt’altro, secondo l’Esecutivo, che entro il 2040 vuole raddoppiare la quota d’utenza che utilizza le due ruote leggere attraverso l’introduzione di una settantina di misure per un investimento di 30 milioni di franchi. Un importo considerevole che andrà ad aggiungersi all’identica somma spesa negli ultimi due lustri. Ciò a dimostrazione dell’impegno e della volontà della Città di favorire la mobilità sostenibile per rendere ancora più attrattiva la Turrita.

L'orgoglio

«È uno strumento che ci rende orgogliosi. Ora speriamo che il Cantone dimostri una certa apertura verso queste opere». Quella di oggi, per il vicesindaco Simone Gianini, è stata forse l’ultima conferenza stampa in qualità di municipale. Alle imminenti elezioni, come noto, non si ripresenta, preferendo concentrarsi sulla carica di consigliere nazionale. Ecco dunque che il Piano della mobilità ciclistica (PMC) illustrato alla stampa può essere visto come una sorta di lascito di questi dodici anni a Palazzo Civico. Si tratta di uno dei nove macro-temi contenuti nel Programma d’azione comunale che «disegneranno» la Bellinzona del 2040.

In Svizzera solo grandi città come Basilea, Berna e Zurigo dispongono di un simile rapporto che consente di pianificare le vie ciclabili comunali e che ha lo scopo di «incrementare la mobilità ciclistica attraverso la realizzazione di nuovi itinerari e l’ottimizzazione di quelli esistenti». Tenendo altresì conto dei pedoni e delle considerazioni, nel caso della Turrita, di Pro Velo e dell’Associazione traffico e ambiente. Attualmente la quota d’utenza è pari al 3,2%; si vuole portarla al 6,4%, avvicinandosi quindi al 7,2% (a livello regionale) preconizzato dal Programma d’agglomerato del Bellinzonese di quinta generazione (PAB5) in fase di elaborazione.

Gli accorgimenti

Sono ben 67 gli interventi individuati dal Municipio secondo tre ordini di priorità (2024-2029, 2030-2035 e dal 2035). Si tratta di: 4 nuove passerelle ciclopedonali che andranno ad aggiungersi alle cinque (che attraversano il fiume Ticino) già esistenti; 24 percorsi ex novo; 3 tratte con corsie ciclabili; 19 strade ciclabili, ossia collegamenti con priorità ciclistica, una vera chicca a Sud delle Alpi; 5 provvedimenti di gestione del traffico motorizzato lungo alcuni tratti stradali; 7 nuove carreggiate (quindi non Zone 30) a velocità moderata. Non solo, in quanto il PMC prevede «diverse tipologie di cosidette ‘misure diffuse’, ossia applicabili ad ogni progetto che interessasse nei prossimi anni le strade del comprensiorio», ha puntualizzato il capodicastero Territorio e mobilità. Citiamo le pavimentazioni adeguate, i tombini a livello, le aree di sosta idonee, la segnaletica adeguata, eccetera. Diversi progetti verranno inoltre ripresi nel PAB5, con la possibilità pertanto di ottenere cofinanziamenti federali e cantonali; nella fattispecie pensiamo alla riqualifica di diverse strade a Giubiasco in virtù dell’apertura del semisvincolo autostradale e la creazione di percorsi ciclopedonali lungo le arterie principali.

La qualità di vita

Il sindaco Mario Branda si è per contro soffermato su quanto messo in atto nell’ultimo decennio dalla Città per favorire la mobilità lenta ed il trasporto pubblico (l’utenza è passata dagli 1,5 milioni del 2014 ai 2,8 del 2022). «Bellinzona si presta benissimo ad essere vissuta in bicicletta. Sarebbe un peccato non sfruttare questa opportunità». La costante evoluzione demografica registrata soprattutto dopo l’aggregazione, in primis con l’arrivo di famiglie con figli piccoli a carico, è la conferma che sempre più persone scelgono la capitale per la sua qualità di vita. «E potersi muovere in sicurezza all’interno del nostro agglomerato è uno degli aspetti sui quali vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione», ha rilevato il timoniere. Il quale ha aggiunto che il mezzo di trasporto utilizzato influisce in maniera diversa sull’impatto economico (pensiamo alle colonne) e ambientale nonché sulla qualità di vita, appunto. La Turrita è e rimarrà orientata perlopiù al trasporto individuale motorizzato (la quota è pari al 64%), tuttavia con le misure previste entro il 2040 si spera... in un ulteriore sprint sui pedali. Il 68% delle persone intervistate giudica molto positiva la situazione attuale, mentre solo il 12% la ritiene negativa.

Sotto la lente

Impossibile elencare tutti gli interventi previsti fino al 2040. Vi segnaliamo la passerella ciclopedonale a fianco del riale Dragonato a Bellinzona; quella tra Galbisio e Gorduno; il collegamento ciclabile fra Arbedo e Gorduno e tra Carasso e la Turrita; il nuovo percorso ciclopedonale a Pratocarasso, in città; quello tra Monte Carasso e la via Greina; l’itinerario ciclabile tra Preonzo e Gnosca; il percorso ciclopedonale fra Claro e Preonzo; le corsie ciclabili tra Gudo e Sementina e la strada ciclabile fra Sementina e Monte Carasso; la strada ciclabile a Giubiasco, in corrispondenza delle vie Moderna, della Rongia e Golena.