Il caso

Bissone sconfitta a Losanna nella causa relativa ai lavori al lido

Il Comune aveva aperto nel 2016 una vertenza con la società coinvolta nella ristrutturazione – In prima istanza aveva ottenuto un risarcimento di mezzo milione ma la decisione è stata ribaltata dal TF e ha dovuto pagare centomila franchi
©Gabriele Putzu
Federico Storni
19.09.2024 06:00

Per pochi mesi, fra fine 2022 e inizio 2023, il Comune di Bissone ha sperato di poter incassare oltre mezzo milione di franchi a mo’ di compensazione per una serie di lavori contestati nel quadro della ristrutturazione del lido: così almeno era stato deciso dalla Pretura di Lugano. Cinque mesi dopo, quel risultato era però già stato ribaltato dalla Seconda camera civile del Tribunale d’appello, che aveva condannato il Comune a rifondere oltre centomila franchi alla società con cui era in causa. A quel punto il Comune, autorizzato dal Consiglio comunale, aveva deciso di ricorrere al Tribunale federale. Davanti alla massima istanza giudiziaria elvetica non c’è però stato un nuovo ribaltone. I giudici di Mon Repos hanno infatti confermato che il Comune nella causa è soccombente, mettendo la parola fine a una vicenda intricata che si trascina da ormai quindici anni. La decisione risale a martedì, quando è stata consegnata ai legali delle parti coinvolte. Non è noto a questo stadio il ragionamento del Tribunale federale, solo la sua decisione. Essa ha di fatto «solo» il merito di chiudere definitivamente la questione. I soldi che il Comune deve alla società – in gran parte relative a due fatture non pagate – sono già stati versati da tempo, in quanto il ricorso di Bissone non aveva effetto sospensivo.

Una vicenda complessa

Ricostruire nel dettaglio la vicenda è complicato: basti dire che inizia nel 2007 e che negli anni successivi ha avuto anche risvolti penali per un ex sindaco, conclusisi con un decreto d’abbandono. La richiesta al Comune di chiedere un rimborso alla società risale poi al 2016 ed è provenuta dal Consiglio comunale: lo stesso Legislativo ha poi confermato in due occasioni la volontà di stare in lite. Bissone, in sostanza, sosteneva che la società non aveva effettuato i lavori rispettando i criteri che le erano chiesti e che aveva gonfiato delle fatture. La Pretura di Lugano, forte di una perizia commissionata da essa stessa, gli aveva dato ragione. La decisione era però destinata a essere ribaltata in Appello. Stando a quanto abbiamo appreso (non siamo riusciti a visionare il documento), in secondo grado sarebbe stato prevalente un aspetto procedurale e non di merito. Vale a dire, semplificando: la richiesta di rimborso sarebbe stata effettuata tardivamente. Sarebbe quindi sopraggiunta la prescrizione, non importa se quei lavori fossero o non fossero stati eseguiti a regola d’arte. Si era fuori tempo massimo.

Tutto ciò comporta, a livello legale, che la questione del merito può restare sospesa. Il Tribunale federale non se ne sarebbe in ogni caso potuto occupare, in quanto rispetto alle istanze giudiziarie cantonali non procede a un nuovo accertamento dei fatti, ma esamina le questioni eminentemente dall’aspetto del diritto.

No comment, per ora

Detto che al momento della sentenza del TF è noto solo l’esito, nessuna delle persone da noi contattate ha voluto commentare a questo stadio l’esito della vicenda. Sicuramente la cosa darà adito a discussioni nei prossimi giorni, non fosse per il fatto che diversi protagonisti di questa vicenda sono tuttora attivi politicamente.

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