Lugano

Borradori: «La civiltà non sta di casa qui»

Il sindaco commenta lo sgombero del Macello e quanto sta accadendo all’ex Vanoni: «L’occupazione? Un gesto sciocco» – L’AUDIO
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Red. Online
John Robbiani
29.05.2021 23:40

Intervenuto in diretta a TeleTicino e, in seguito, intervistato dai colleghi del Corriere del Ticino, il sindaco di Lugano Marco Borradori non è certo stato tenero nei confronti dei molinari. «Se devo esprimere il mio parere personale, direi che la civiltà non sta di casa qui» ha affermato Borradori, «accolto» all’ex Vanoni da fischi, pesanti insulti e perfino lancio di lattine di birra. E ancora: «Gridano, urlano, ma tutto deriva da quello che hanno combinato loro» ha ribadito il sindaco. «Hanno fatto un pomeriggio pacifico, anche ironico e di questi tempi può perfino aiutare, poi però hanno avuto la brillantissima idea di occupare un immobile non di loro proprietà. I proprietari, potete immaginarlo, non erano né contenti né intenzionati a lasciare in mani altrui questo stabile. Così hanno chiamato la polizia e il Municipio. Siccome viviamo in uno stato di diritto, bisognava intervenire. Lo abbiamo fatto. Una volta di più, l’atteggiamento dei manifestanti è stato sciocco e gratuito. Io alle sei di sera, dopo la manifestazione, avevo detto che un’alternativa al Macello c’è, esiste e siamo pronti a discutere. Ma di fronte al tacere della controparte, beh, non tocca certo a noi fare il mea culpa». La domanda, a questo punto, sorge spontanea: vista la massiccia presenza della polizia, è lecito supporre che l’intervento in realtà fosse pianificato? «L’intervento massiccio della polizia non era affatto programmato» ha concluso Borradori. «Il compito della polizia è mantenere l’ordine. Avevamo dato delle disposizioni precise. Ovvero, non intervenire e non farsi vedere in tenuta antisommossa. E non provocare. Ma, ribadisco, non c’era nulla che lasciasse presagire un finale del genere. Non ci sarebbe stato nessun intervento della polizia senza questo sciocco tentativo di occupazione al Vanoni».

L’intervista di John Robbiani a Marco Borradori

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