Salute

Bronchiolite, è arrivato il vaccino

Da quest'anno è disponibile un anticorpo monoclonale che viene somministrato nel primo inverno di vita del neonato – L’immunizzazione dei bebè in Ticino è iniziata il 26 ottobre e l'adesione è superiore al 90%
© CdT/archivio
Jenny Covelli
11.11.2024 06:00

«Influenza, bronchiolite e COVID: letti pieni negli ospedali ticinesi». Così titolavamo in un articolo del 3 gennaio 2024. La stessa situazione si era verificata nel dicembre 2022, con posti letto al completo nelle pediatrie del nostro cantone, ma anche oltre San Gottardo. La «colpa» è del virus respiratorio sinciziale (RSV), che in neonati e lattanti può sfociare in polmonite o bronchiolite (infiammazione delle piccole vie aeree dei polmoni). L’RSV è così altamente trasmissibile che già durante il primo anno di vita circa due terzi dei bambini lo hanno contratto o si sono ammalati, con una quota che sale all’87% a 18 mesi e raggiunge praticamente la totalità entro il compimento del terzo anno (dati UFSP). Ma c’è una buona notizia: alla fine dello scorso anno Swissmedic ha omologato un farmaco per prevenire la bronchiolite nei bambini piccoli, il medicinale Beyfortus della Sanofi-Aventis, che è ora disponibile anche in Ticino. L’immunizzazione dei neonati è iniziata il 26 ottobre.

La vaccinazione

Beyfortus contiene il principio attivo nirsevimab, un anticorpo monoclonale a lunga durata d’azione prodotto mediante tecnologia del DNA ricombinante (metodo di ingegneria genetica). L’anticorpo monoclonale nirsevimab è una proteina in grado di legarsi ad altre proteine: si attacca al sito di legame per i ceppi di sottotipo A e B dell'RSV infettivo e neutralizza così il virus. Il blocco nel sito di legame impedisce all'RSV di penetrare nelle cellule del corpo. Con questo meccanismo d’azione, Beyfortus aiuta il corpo a difendersi dall'RSV e quindi a proteggersi dalle malattie delle vie respiratorie inferiori che provoca. L’efficacia è stata esaminata in due studi: ha un’efficacia di oltre il 70% contro le malattie delle vie respiratorie inferiori causate dall'RSV.

«La vaccinazione viene somministrata in una singola dose durante il primo inverno di vita» spiega il dottor Giacomo Simonetti, primario dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana. In Svizzera, la stagione dell'RSV dura solitamente da metà novembre a metà marzo, spesso con un picco a gennaio. «Vengono quindi vaccinati tutti i neonati che nascono da ottobre a marzo. Verrà inoltre somministrata ai bimbi che hanno già qualche mese e che affronteranno il loro primo inverno». La durata della protezione è di 6 mesi e copre l’intero periodo in cui circola il virus.

Adesione superiore al 90%

«Le informazioni sulla vaccinazione vengono già fornite ai genitori durante la gravidanza, dal ginecologo», prosegue il dottor Simonetti. «Altre spiegazioni le diamo noi in ospedale, dopo il parto. Se la famiglia è d’accordo, al neonato viene somministrato il Beyfortus prima delle dimissioni». Finora l’adesione è superiore al 90%.

I pediatri svolgono un ruolo importante nella somministrazione di nirsevimab agli altri neonati che devono affrontare il loro primo inverno. «Viene abbinata alle altre vaccinazioni o proposta durante un controllo». L’immunizzazione viene rimborsata dall'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie sia in regime ambulatoriale, sia in ospedale e nel reparto maternità. «È importante, perché l’RSV crea problemi respiratori e i casi più gravi sono proprio nei neonati di pochi mesi. Colpisce sia le vie aeree superiori, ma anche i polmoni. Causa una produzione molto importante di secrezioni che vanno a otturare le piccole vie respiratorie (i bronchioli), è per questo che la malattia che sviluppa viene chiamata bronchiolite». Più piccolo è il bambino, più grave generalmente sono il decorso della malattia e di conseguenza le complicazioni.

«Un’ottima misura preventiva»

Gli studi sull’efficacia di Beyfortus hanno dimostrato, inoltre, che è possibile ridurre il rischio di ospedalizzazione di lattanti e bambini piccoli con infezione da RSV. Il virus è una delle cause più frequenti di ricovero in ospedale fra i bambini. In Svizzera, secondo l'UFSP, il numero di ricoveri dovuti all'RSV dal 2016 al 2021 è stato compreso tra 3.000 e 6.000 all'anno. «Negli ultimi inverni, abbiamo avuto una sovraoccupazione di tutti i reparti di pediatria in Svizzera, dove non c’erano più posti disponibili e tanti bambini con bronchiolite da RSV erano anche molto gravi», sottolinea il primario dell’Istituto pediatrico della Svizzera italiana. «Il vaccino consentirà di evitare un gran numero di infezioni».

Per non parlare dei costi. In Svizzera, il costo medio di un ricovero ospedaliero per RSV di un bambino di età inferiore a un anno è stimato a 8.548 franchi. Per 2.214 ricoveri (media delle stagioni 2015/2016 e 2018/2019) i costi diretti complessivi delle ospedalizzazioni ammontano a 18,92 milioni di franchi all’anno. «È un problema importante in inverno. Il nirsevimab per l’immunizzazione contro il virus respiratorio sinciziale rappresenta un’ottima misura preventiva», conclude il dottor Simonetti. «Risolve un problema di salute pubblica e anche di ogni singolo neonato che era potenzialmente a rischio di un decorso grave. La medicina in Svizzera è molto buona, abbiamo una pediatria capillare e le cure intensive. I neonati, nella stragrande maggioranza dei casi, si riprendono bene. Ma a livello mondiale il virus ha anche un’alta mortalità. In Ticino siamo pronti. Abbiamo già iniziato a vaccinare e prevediamo di proteggere così i nostri piccoli. La disponibilità è garantita e ci auguriamo che la partecipazione sia alta. I dati che arrivano da Francia e Spagna, dove il vaccino era disponibile già lo scorso inverno, sono molto incoraggianti».

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