L'incontro

«Cambiare data al Pardo? Discutiamo, ma il tema va approfondito per bene»

Il sindaco di Locarno, Nicola Pini, racconta il suo primo Festival da capo dell'Esecutivo cittadino – «Difficile immaginare la complessità della macchina organizzativa» – «Al termine della manifestazione seguirò il consiglio del mio predecessore e mi prenderò qualche giorno di pausa»
©Gabriele Putzu
Mattia Sacchi
13.08.2024 06:00

Sabato sera, in piazza Grande, è stato proiettato Mexico ’86,  film del regista Cesar Diaz nel quale una donna, a causa delle sue scelte politiche, deve rivalutare il rapporto con il figlio. È quasi destino che sia proprio questa la prima pellicola del Locarno Film Festival vista dal neosindaco della città, Nicola Pini. «Un film eccezionale, che mi ha toccato molto proprio per la tematica affrontata - dice Pini al CdT -. Ovviamente, il peso di questo mio nuovo incarico ha un impatto decisamente meno drammatico rispetto a quello della protagonista del film, ma è stato uno spunto di riflessione sul rapporto con i miei due figli. Non solo in questi giorni tanto meravigliosi quanto frenetici, ma anche nel resto dell’anno, in cui paradossalmente è più facile che sia fermato: in fondo chi viene al Pardo conosce gli attori e i registi, non il sindaco di Locarno».

Un ruolo magari non così popolare tra i cinefili, ma che tuttavia rimane centrale anche durante la manifestazione: «Sono sicuramente giornate molto intense, soprattutto le prime, nelle quali gli eventi istituzionali sono davvero tanti. Ma si tratta di un impegno estremamente piacevole e interessante. Nella giornata della diplomazia, ad esempio, ho avuto modo di incontrare diplomatici di tutto il mondo. Così come nei giorni scorsi ho avuto la possibilità di discutere con quasi tutti i consiglieri federali e con importanti rappresentanti del mondo economico e culturale. Tutto ciò mi ha fatto capire quanto il Festival sia uno strumento utile per allacciare legami politici ed economici a favore della città e di tutto il Ticino, in un modo informale ma efficace, impensabile nel resto dell’anno».

Non è tuttavia l’unico aspetto che Pini ha scoperto in questo suo primo festival da sindaco. «Ovviamente, sono coinvolto in misura maggiore nelle questioni operative, con tante decisioni da prendere. Può sembrare una banalità, ma per svolgere questo ruolo al meglio la componente umana è fondamentale. Credetemi, non si riesce neanche lontanamente a percepire il lavoro che c’è dietro una serata in piazza Grande per garantire il corretto svolgimento e la messa in sicurezza di tutti. Ho scoperto dinamiche impressionanti, che hanno bisogno della massima professionalità di ogni singolo collaboratore. Per questo, a tutti già da adesso faccio i complimenti per l’eccezionale lavoro svolto».

Sinergie con i privati

Il gioco di squadra si deve estendere anche nelle sinergie con i privati, alcuni dei quali, con i loro progetti, potrebbero cambiare a breve la fisionomia di Locarno.

«Seguiamo con molta attenzione gli sviluppi dei lavori al Grand Hotel, struttura peraltro significativa proprio per lo stesso Festival; così come quelli allo stabile Globus. Due cantieri che, una volta terminati, miglioreranno sensibilmente la ricettività turistica. Ma come Città siamo anche molto impegnati su numerosi altri fronti: proprio sul Corriere, nei giorni scorsi, è stata analizzata la situazione del Palexpo e del suo possibile rilancio. Ma è in previsione anche la riqualifica del comparto di Santa Caterina, che offrirà un meraviglioso spazio verde in pieno centro, e proseguono i lavori per il progetto La Nouvelle belle époque, destinato a rendere ancora più affascinante l’area di piazza Grande e largo Zorzi. Inoltre, sono previsti interventi strutturali per la Rotonda, in modo da da valorizzarla tutto l’anno quale spazio di incontro».

Proprio il prolungamento dell’offerta estiva è uno degli argomenti utilizzati dagli albergatori e dagli esercenti che si sono detti favorevoli alla proposta della presidente del Festival, Maja Hoffmann, di spostare le date del Pardo. Una proposta sulla quale si è detto di tutto e sulla quale lo stesso sindaco si è espresso. Senza  sbilanciarsi. Pini, tuttavia, subito dopo le dichiarazioni di Hoffmann ha compreso quanto la sua agenda fosse stata inevitabilmente stravolta. «Quando ho ricevuto la prima telefonata da un giornalista ero al compleanno di mio figlio, non avevo quindi sufficienti elementi per rispondere in modo approfondito. E non stavo completamente realizzando che il giorno dopo sarei stato subissato di chiamate. Motivo per cui ho ritenuto necessario diramare un comunicato nel quale ho ribadito la disponibilità dell’Esecutivo ad approfondire e discutere il tema, una volta però che ci saranno elementi sufficienti per avere una visione completa delle opportunità e delle conseguenze di questo cambiamento».

Nessun tabù per le idee

Forse avrebbe preferito scoprirlo non dai giornalisti ma da qualche rappresentante del Locarno Film Festival? «Probabilmente sarebbe stato meglio saperlo prima, in modo da coordinare meglio la comunicazione, ma ovviamente la presidente Hoffmann è libera di esprimere le sue proposte quando e come preferisce. Al festival non devono esserci tabù per i film e nemmeno per le idee». L’impressione è che dalle parole ai fatti la strada sia ancora piuttosto lunga. Di certo c’è da terminare al meglio questa 77. edizione, mettendo a frutto i consigli del predecessore, Alain Scherrer.

«Anche se ho visto pochi film, non dimenticherò mai questa edizione, che mi sta regalando emozioni incredibili. Prima della fine vorrei però riuscire a portare mio figlio ad assistere alla proiezione di Sauvages in piazza Grande. Da lunedì, poi, ascolterò il suggerimento di Alain, che qualche mese fa mi ha consigliato di prendere qualche giorno di tranquillità subito dopo la chiusura del Pardo».