Enclave

Campione d'Italia, il Casinò «sciatto» fa storcere il naso

Interrogazione del consigliere comunale di minoranza Simona Verda sulla manutenzione delle facciate della struttura progettata da Botta e inaugurata nel 2007 – L'esponente di Campione 2.0 chiede anche di verificare che vada tutto bene a livello strutturale
© CdT/Gabriele Putzu
Bernardino Marinoni
15.11.2023 06:00

«Degrado e scarsa manutenzione delle facciate» del Casinò di Campione d’Italia sarebbero evidenti, ma secondo il capogruppo di Campione 2.0 Simone Verda, autore di un’interrogazione, sussisterebbero «altri problemi in generale» per il palazzo progettato da Mario Botta, di proprietà del Comune, che ospita la società di gestione e le attività del gioco d’azzardo.

Il granito dorato che ricopre l’edificio necessiterebbe di regolare pulitura;un’operazione che negli ultimi anni è stata pregiudicata dagli eventi giudiziari, oltre che, presumibilmente, dalle scarse risorse economiche a disposizione per un intervento sempre alquanto oneroso. Verda dunque si dice «preoccupato per l’apparente situazione di degrado della struttura», anche in relazione ai tagli per il dissesto finanziario ed economico del Comune, nonché per «gli insufficienti stanziamenti nelle voci di bilancio dedicate alla manutenzione del territorio». Perciò vuole sapere se siano stati «predisposti gli opportuni, obbligatori ed essenziali interventi di manutenzione ordinaria» del palazzo del Casinò, sia all’esterno sia all’interno, così che «tutte le misure di sicurezza» siano «sotto controllo costante». Ovvero se l’edificio dia forse «segnali di possibili e concreti problemi di qualsiasi natura strutturale».

In particolare, Verda chiede se la «barra» che sostiene l’ultimo piano del palazzo, la putrella che a suo tempo aveva costituito un’ardita innovazione tecnico-architettonica, è «sotto monitoraggio». Il consigliere comunale di minoranza auspica anche una valutazione dello stato di ciascuno dei piani dell’edificio, «compresi quelli dell’autosilo», mentre in un’integrazione dell’atto Verda chiede anche se «sono stati verificati i cavi tiranti dei micropali» che garantiscono la stabilità del terreno circostante.

Si tratta dunque del comparto intero della casa da gioco dell’enclave, in sé estesa per oltre 55 mila metri quadrati su 9 piani e con 3 livelli di parcheggio sotterraneo. Il palazzo del Casinò, all’epoca ancora prossimo alla sede della vecchia casa da gioco, poi demolita, era stato inaugurato nella primavera del 2007, dovendo affrontare una decina d’anni dopo 42 lunghi mesi di chiusura, simile suo malgrado a uno stato di abbandono.

Tutto in regola al cimitero

Intanto il Municipio dell’enclave ha risposto ad una precedente interrogazione del consigliere Verda a proposito di una costruzione, in territorio di Bissone, incombente sul cimitero della Madonna dei Ghirli. Il Comune ha spiegato che, ovviamente, «non può determinare limiti e condizioni fuori dal proprio territorio, tanto meno fuori dai confini nazionali» e che la «nuova edificazione, legittimamente autorizzata dal Comune di Bissone» ossequia le «leggi svizzere in materia», poiché la «distanza minima prevista dalla Legge edilizia svizzera è rispettata».

Il progetto inoltre «prevede il ripristino della quinta alberata in corrispondenza dei limiti confinali con il cimitero», mentre «nessuno sconfinamento si è verificato». L’Istituto geografico militare, interpellato su questa curiosa vicenda, si è dichiarato «non competente in materia».