Campioni d'Italia...a tavola

L’enclave detiene il record di costi pro capite nei consumi alimentari dell’intera Penisola - Ma la sindaca Marita Piccaluga spiega perché
Bernardino Marinoni
11.07.2016 05:05

LUGANO - Il Comune, meglio, la comunità «più golosa» della Penisola? Campione d'Italia. Chi se no? È uno di quei primati che costituiscono la diversa faccia della stessa medaglia: nell'enclave si registra il costo annuo pro capite più alto - 3.485,3 euro - di consumi alimentari rispetto a tutti gli altri comuni italiani. Per mangiare a casa, a Campione si spende più che a Roma (seconda in classifica, per la cronaca, con una spesa di 3.275 euro), più che a Milano. Lo rileva un'indagine statistica di «Italiano-coop», strumento di ricerca e analisi curato dall'Ufficio studi Coop con l'obiettivo di conoscere le condizioni socioeconomiche dei singoli territori italiani, di operare classifiche e confrontare comuni diversi. Le prime variabili riguardano appunto i consumi alimentari pro capite annui, la relativa presentazione ha suscitato puntuale eco, collocando l'enclave italiana fuori dal mondo, più che in Ticino, grazie ad una misurazione che è diventata quella del tasso di «golosità» dei campionesi, che per quel che costa sarebbe da primato.«Ma non pasteggiamo certo a caviale e champagne - ribatte il sindaco Marita Piccaluga - e invece abbiamo un'ulteriore riprova dei costi del territorio». Campione d'Italia, non si stanca di aggiungere, non si può paragonare alle altre realtà comunali italiane perché vi si fronteggiano tutte le spese, alimentazione compresa, a costi svizzeri, dunque l'inclusione nelle statistiche è fatalmente destinata a ingenerare impennate come quella appena registrata.Un primato che secondo chi ha elaborato l'indagine viene posto in diretto rapporto a redditi alti (ovviamente Campione d'Italia è in testa alla graduatoria del totale di consumi pro capite: 18.207 euro e qualche centesimo) tanto da «spingere su un certo tipo di consumi», non senza la consapevolezza, però, a quanto viene riferito, della «vicinanza al confine svizzero» che «determina economie trasferite sugli indicatori statistici». Notando che nel caso di Campione è impropria l'espressione «vicinanza» al confine svizzero, data la specificità assoluta di una enclave, addirittura doganalmente extracomunitaria.Insomma, se mai fossero così golosi, i campionesi lo sarebbero loro malgrado. Intanto, però, eccoli di bel nuovo svettare statisticamente: saranno sempre i soliti (molto) benestanti, per chi li osserva dai confini nazionali italiani, a Campione d'Italia i residenti continueranno a fare i conti della spesa non in euro, ma in franchi.

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