Mendrisiotto

Cani e bocconi avvelenati: tanta ansia, tre segnalazioni

Nel corso del mese di febbraio si sono succedute, soprattutto sui social, notizie di avvistamenti di «trappole» per i cani, così come di presunti avvelenamenti e addirittura sospetti decessi – La Polizia è stata coinvolta sono in tre occasioni, mai per animali morti
©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
28.02.2025 06:00

Strane polpette farcite di stuzzicadenti, piatti di carta con pezzetti di carne abbandonati a bordo strada o nei prati, cani portati di fretta dal veterinario e addirittura due animali deceduti dopo aver ingerito qualcosa di tossico. Nell’ultimo mese si sono susseguite, in particolare sui social, le segnalazioni legate alla presenza dei cosiddetti bocconi avvelenati, pensati per «colpire» gli amici a quattro zampe, un po’ in particolare nel Mendrisiotto. Da Chiasso a Stabio, da Genestrerio a Ligornetto (ma anche altrove in Ticino).

Segnalazioni che stanno preoccupando molto e che stanno alimentando il panico soprattutto online. Tanto da far puntare il dito ai padroni di cani preoccupati contro le autorità, ree di non fare abbastanza. Ma tanto anche da portare ad esempio il Municipio di Coldrerio a diffondere un avviso con i comportamenti consigliati in queste occasioni. E perfino il mondo politico si è interrogato.

Casi a Coldrerio e Stabio

Per cercare di fare chiarezza su quanto sta accadendo abbiamo contattato le Polizie comunali di Mendrisio e Chiasso, così come la Polizia cantonale, responsabile in materia. Il comandante della Comunale Nicolas Poncini non ha però episodi sicuri da confermare: «Né noi, né il Veterinario cantonale abbiamo mai ricevuto nessun tipo di segnalazione relative a bocconi avvelenati nella nostra zona di competenza», spiega. Una zona di competenza che abbraccia i territori di Chiasso, Balerna, Morbio Inferiore, Breggia, Novazzano e Vacallo. Il comandante della polizia comunale di Mendrisio Patrick Roth – Polizia che si muove tra Arogno, Bissone, Brusino Arsizio, Castel San Pietro, Coldrerio, Riva San Vitale, Val Mara e che è convenzionata con la Polizia di Stabio – rimanda invece ai dati della Cantonale. Quest’ultima ci fornisce quindi un quadro completo sul Distretto: «Nel corso del mese di febbraio sono stati segnalati 3 casi sospetti a Coldrerio e Stabio. Non sono stati registrati decessi di animali – rende noto il servizio stampa su nostra sollecitazione –. Chiunque dovesse nutrire un sospetto può chiamare la Polizia che procederà per quanto del caso», sono l’invito e il consiglio rivolto alla popolazione.

Cosa fare

Il numero fornito dalla Polizia cantonale può sembrare basso. Lo è almeno paragonato alle decine di segnalazioni fatte mezzo social nelle ultime settimane, o ai messaggi ricevuti dalla nostra redazione. Un fatto che può farci trarre una conclusione: non tutti gli episodi, presunti o reali, segnalati tramite social sono stati segnalati anche alla Polizia. L’invito a utilizzare i canali ufficiali è quindi valido più che mai. La procedura suggerita anche dal Municipio di Coldrerio nel recente avviso pubblicato all’albo consiste nei seguenti passi: in caso di ritrovamento di presunti bocconi avvelenati per prima cosa fotografare la situazione, poi raccogliere il boccone e sigillarlo in un sacchetto di plastica, usando dei guanti, infine allertare immediatamente l’Ufficio del veterinario cantonale e la Polizia cantonale, o la Polizia comunale di Mendrisio o Chiasso.

I quesiti della politica

Del tema nelle scorse ore si è interessato anche il mondo politico, nella persona del granconsigliere Giovanni Albertini. Preoccupato per «la salute degli animali domestici, della fauna selvatica e, potenzialmente, delle persone, inclusi i bambini» Albertini (che prende spunto da un episodio raccontato anche alla nostra redazione da un padrone di cani) lamenta «evidenti lacune procedurali e gestionali da parte delle autorità competenti, che sembrano spesso incapaci di garantire una risposta tempestiva ed efficace». Le sue domande vertono sulle misure per rendere più efficace e tempestiva la gestione delle situazioni di emergenza, così come la comunicazione e le attività di sensibilizzazione. Al Consiglio di Stato viene chiesto di intervenire per migliorare le procedure.