Cannabis sintetica, una nuova pericolosa tendenza si fa strada in Svizzera

Allucinazioni, tachicardia, ansia, perdita di memoria e paranoia. Sono questi alcuni degli effetti dei cannabinoidi sintetici, una droga ancora troppo poco conosciuta e, soprattutto, difficile da distinguere rispetto alla marijuana naturale, ma le cui conseguenze sono significativamente più pericolose. Una sostanza che sta prendendo piede anche in Svizzera e che ha un grande potenziale sulla piazza.
La differenza con la marijuana naturale
Già presente sul mercato nero elvetico, la cannabis sintetica è anche stata oggetto di un recente studio dell’Università di Losanna. A preoccupare le associazioni e gli enti che si occupano di prevenzione sono in particolare gli effetti - spesso sottostimati - e le conseguenze - potenzialmente fatali - di questa molecola creata in laboratorio. «La produzione stessa della sostanza implica, rispetto alla marijuana, i pericoli legati al laboratorio», ci spiega il presidente di Ticino Addiction e responsabile dell’istituto Ingrado Marcello Cartolano, «come la presenza di pericolosi additivi o anche di sostanze tossiche come il veleno per topi». Inoltre, spiega ancora l’esperto ticinese, nel prodotto sintetico «manca il cannabidiolo, contenuto nell’erba naturale, che stempera gli effetti psicoattivi del THC e che funge sostanzialmente da freno».

Che aspetto ha, come riconoscerla e quali sono gli effetti?
I cannabinoidi sintetici sono quindi molecole prodotte in laboratorio che imitano gli effetti del THC sui recettori cerebrali, con risultati però ampiamente variabili - a dipendenza della persona, del mix e del dosaggio - e difficilmente prevedibili. Spesso la sostanza viene resa polvere e poi unita alla marijuana legale (CBD) venendovi spruzzata sopra (vedi foto principale). Viene poi venduta a un prezzo più alto dai rivenditori, come fosse cannabis tradizionale. Il problema sta nel fatto che, per il consumatore, è praticamente impossibile sapere se il prodotto è del tutto naturale oppure se c’è presenza di molecole sintetiche dal momento che, per aspetto, odore o sapore, risulta identico. «Il pericolo - precisa ancora Cartolano - deriva quindi dal difficile riconoscimento dei cannabinoidi da laboratorio e quindi anche dal loro sovradosaggio». Gli effetti possono essere la tachicardia, la perdita di memoria, le allucinazioni, l’ansia, la paranoia, i conati di vomito, fino addirittura al rischio di ictus, psicosi, danni a livello muscolare, renale o respiratorio (a dipendenza della composizione), spiega ancora il responsabile di Ingrado.
I diffusione a livello svizzero ed europeo
Le conseguenze, insomma, possono essere anche potenzialmente fatali. Tant’è che secondo un rapporto dell’Europol e dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, tra il 2016 e il 2017, i cannabinoidi sintetici sono stati collegati a più di 100 decessi in Europa. Dopo Zurigo, la sostanza è stata trovata anche nei cantoni di Vaud e Ginevra, rivela lo studio condotto dall’Università di Losanna, effettuato sui sequestri della polizia vodese svolti tra settembre e dicembre 2020. Su 260 campioni analizzati, 16, ossia più del 6%, contenevano cannabinoidi sintetici.
Come scoprire cosa c’è dentro?
È dagli anni ‘90 che, in molte città svizzere, i consumatori di droghe hanno la possibilità di accedere, in maniera anonima e volontaria, a servizi di drug checking, il cui scopo è quello di diminuire i rischi potenziali derivanti dal consumo di stupefacenti. Nelle città di Basilea, Berna, Ginevra o Zurigo si possono infatti consegnare piccole dosi di droga in forma anonima a un consultorio affinché vengano analizzate. Questi test sono offerti anche in alcuni locali notturni o durante determinati festival allo scopo di spingere i consumatori ad informarsi su cosa esattamente contiene la sostanza che hanno fra le mani. In Ticino, l’offerta di questo tipo di servizio è più volte finita sui tavoli della politica, ma finora non è mai stata concretizzata.
Circa 4 mila i campioni analizzati ogni anno
La comunicazione dei risultati delle analisi del drug checking è integrata nei colloqui di consulenza professionale di cui le persone interessate si possono avvalere in forma anonima. Ogni anno, vengono passati al vaglio circa 4.000 campioni di sostanze in tutto il Paese, soprattutto cocaina, MDMA/Ecstasy e anfetamine. In più della metà dei casi, il campione analizzato indica un pericolo elevato per il consumatore. Uno studio svolto su incarico dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), pubblicato due giorni fa, ha analizzato gli effetti di queste offerte, mostrando che il servizio di drug checking ha contribuito in modo notevole a diffondere messaggi a favore di un consumo meno rischioso e a mettere in guardia dai pericoli. Si è anche proceduto così con il raccogliere preziose informazioni sui consumatori di droghe, sul loro comportamento e sull’evoluzione del mercato degli stupefacenti e le analisi svolte recentemente hanno confermato la comparsa di campioni di canapa miscelata con cannabinoidi sintetici.


Chi approfitta del drug checking e quanto è d’aiuto?
I servizi di analisi delle sostanze e di consulenza sono utilizzati soprattutto da uomini (nel 67% dei casi) e in particolare da persone di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Nel complesso, il 59 per cento dei fruitori che si prestano volontariamente al test presenta un comportamento di consumo ad alto rischio. Secondo lo studio, queste persone soffrono molto spesso delle conseguenze psichiche dovute all’uso di droghe e di problemi sociali a lungo termine. Tra coloro che si sono avvalsi del servizio di drug checking, il 65% ha affermato che in seguito ha avuto un comportamento meno rischioso in relazione al consumo, mentre il 45% ha quantitativamente ridotto l’uso di stupefacenti. La quota di persone il cui comportamento è rimasto immutato o che ha addirittura consumato di più corrisponde rispettivamente al 33 e al 24%.
Presenza ancora non preoccupante in Ticino
Da noi interpellata, la Polizia cantonale ci ha fatto sapere che, alle nostre latitudini, la comparsa della cannabis sintetica non desta ancora preoccupazione: «Possiamo affermare che al momento non si nota in Ticino un fenomeno legato alla problematica sollevata. In base ai dati a nostra disposizione, la casistica risulta infatti inesistente. Ad ogni modo, eventuali tendenze e fenomeni emergenti in altri Cantoni vengono costantemente valutati e monitorati», si legge in una presa di posizione. Per quanto riguarda l’aggiornamento costante della legge in vigore e se essa prevede una legislazione ad hoc per sostanze la cui comparsa sul mercato è nuova, le autorità interpellate aggiungono: «Il Dipartimento federale dell’interno tiene un elenco degli stupefacenti, delle sostanze psicotrope, dei precursori e dei coadiuvanti chimici. La lista, costantemente aggiornata, si fonda di norma sulle raccomandazioni delle organizzazioni internazionali competenti» (vedi art. 2b della Legge federale sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope e l’ordinanza del DFI sugli elenchi degli stupefacenti, delle sostanze psicotrope, dei precursori e dei coadiuvanti chimici).


«È vero che il sequestro specifico di cannabis sintetica non è allarmante in Ticino», conferma anche Cartolano precisando tuttavia che Oltralpe, invece, «c’è una certa preoccupazione». «È una droga molto diffusa negli Stati Uniti, ci sono stati casi di cronaca molto gravi che hanno suscitato allarmismo nel corso della scorsa estate. Questo perché gli effetti collaterali di cui abbiamo già parlato sono del 30-40% più forti rispetto a quelli della canapa naturale». A mettere in guardia, continua ancora il presidente di Ticino Addiction è «l’effetto psicoattivo che provoca: apre una finestra sul sistema nervoso centrale permettendo così un rilascio maggiore di dopamina, il neurotrasmettitore che dà la sensazione di piacere». «Oltre ai rischi che abbiamo già elencato - continua ancora l’esperto - altri sono attualmente ancora allo studio, come ad esempio lo sviluppo della schizofrenia».
Qual è il vantaggio per i produttori?
Ma perché potenziare l’effetto allucinogeno se non sono i consumatori a richiederlo? «Rispetto alla marijuana, queste erbe sintetiche sono vantaggiose perché hanno costi minori, spiega ancora Cartolano. «Si tratta di una sostanza che può essere replicata facilmente ed è interessante per il mercato perché non ha grandi costi». In Ticino, ribadisce infine l’esperto «non è ancora un pericolo ma la produzione a livello mondiale è in aumento e, anche nel nostro cantone, mischiata a prodotti naturali, probabilmente c’è già».