Giustizia

Caos al Tribunale penale cantonale, non c'è neppure la diffamazione

Il procuratore pubblico straordinario Franco Passini ha emanato un decreto di non luogo a procedere in merito alla querela presentata dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti nei confronti dei colleghi Mauro Ermani, Marco Villa e Amos Pagnamenta
© CdT/Gabriele Putzu
Red. Online
02.10.2024 10:25

Un altro decreto di non luogo a procedere. Per il procuratore pubblico straordinario grigionese Franco Passini non sussistono i presupposti dei reati ipotizzati di lesioni all'onore contestati, tramite querela, dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti nei confronti dei colleghi del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani, Marco Villa e Amos Pagnamenta.

Il Procuratore pubblico straordinario ha concluso le sue verifiche. I fatti concernono nello specifico la segnalazione inoltrata dai tre giudici in aprile al Consiglio della Magistratura.

«Sulla scorta di un esame degli atti all'incarto e delle sue valutazioni di natura giuridica», Passini è giunto alla conclusione che non sussistono i presupposti dei reati ipotizzati (essenzialmente la diffamazione). Pertanto, il 1. ottobre 2024, ha emanato un decreto di non luogo a procedere.

Il punto finale sulla vicenda, in ogni caso, è ancora lontano. Anche perché la decisione di Passini verrà pure impugnata dall’avvocato dei due giudici davanti alla Corte dei reclami penali.

Ipotesi pornografia già caduta

Lo scorso 5 settembre, lo ricordiamo, era caduta (pure) l'ipotesi di pornografia. Secondo il pp straordinario – nominato dal Consiglio di Stato il 14 agosto per far luce sulla vicenda – per quell’immagine raffigurante due falli giganti di cui tanto si è parlato non erano dati i presupposti giuridici per il reato ipotizzato di pornografia. In parole povere: le accuse rivolte al giudice Mauro Ermani, dal punto di vista penale, sono prive di fondamento.   

Da dove viene la querela

Per ricostruire la vicenda occorre tornare all’aprile di quest’anno, momento in cui sono emerse le segnalazioni incrociate fra i giudici del Tribunale penale cantonale (TPC). Da una parte i giudici Quadri e Verda Chiocchetti avevano segnalato i colleghi Ermani, Pagnamenta e Villa alla Commissione amministrativa del Tribunale d’appello riguardo a un possibile caso di mobbing ai danni di una segretaria e, più in generale, al clima pesante all’interno dell’istituzione. Questi tre ultimi giudici avevano a loro volta segnalato gli altri due al Consiglio della Magistratura. L’organo di vigilanza aveva quindi cercato di trovare una mediazione fra le parti. Ma qualche mese più tardi, in luglio, Quadri e Verda Chiocchetti avevano querelato i colleghi per reati contro l’onore. E nella denuncia era allegata un’immagine – inviata dal presidente del TPC a una segretaria presunta vittima di mobbing – in cui si vedono due grandi falli di plastica in una sala d’aspetto, con una donna nel mezzo, e la scritta «ufficio penale». L’immagine originale (poi diventata «meme» e presa in giro di pessimo gusto) ritrae una sala del Sexmuseum di Amsterdam, il museo del sesso della capitale dei Paesi Bassi.

Per il pp straordinario per quell’immagine non erano dati i presupposti giuridici per il reato ipotizzato di pornografia. Sono quindi proseguiti gli accertamenti sull’ipotesi di reato per diffamazione. Ma anche in questo caso, «sulla scorta di un esame degli atti all'incarto e delle sue valutazioni di natura giuridica», Passini è giunto alla conclusione che non sussistono i presupposti dei reati ipotizzati di lesioni all'onore.

Riforma della Giustizia

Insomma, i due filoni, dal punto di vista penale, si sono chiusi con un nulla di fatto. Sul fronte più politico della vicenda, però, resta il fatto che buona parte dei partiti ha essenzialmente «scaricato» Ermani. 

Prima dell’estate la Commissione Giustizia e diritti, alla luce delle numerose polemiche emerse in seno alla Giustizia ticinese, aveva proceduto con una serie di audizioni: con il Consiglio della Magistratura, il Dipartimento delle istituzioni e infine anche con l’attuale e l’ex presidente del Tribunale d’appello. Per non fermare i lavori durante l’estate era stata creata una speciale Sottocommissione Giustizia per individuare le priorità e sottoporre una serie di proposte al Parlamento. Il risultato è stato un documento di sette pagine con il quale la Sottocommissione indica la via da percorrere, proposte di riforma per il settore da sottoporre al Gran Consiglio.

E nella sessione di metà ottobre, effettivamente, sui banchi del Parlamento finiranno tre dossier: un’ampia riforma che riguarda tutto il settore e due iniziative un po’ più puntuali per modificare la Legge sull’organizzazione giudiziaria e fronteggiare così, almeno in parte, quanto sta accadendo all’interno del Tribunale penale cantonale.

In questo articolo: