Caritas inaugura la nuova era dell’economia circolare

Se ritenete l’economia circolare una risorsa fondamentale per il futuro e vi appassionano le sue concrete applicazioni nella vita quotidiana, all’angolo fra via Ciseri e piazza Muraccio a Locarno c’è, da qualche mese, il negozio che fa per voi. Non si tratta, in realtà, di una proposta inedita, quanto piuttosto del frutto di un’evoluzione iniziata in città una trentina d’anni fa. A quell’epoca risale, infatti, l’apertura del primo Mercatino di Caritas Ticino, situato allora in via Ciseri (proprio sotto la sede della redazione locarnese del Giornale del Popolo). Un luogo di acquisti (e anche di sostegno) diventato, nel tempo, punto di riferimento per molti (soprattutto famiglie) e che ha poi trasferito la propria sede, mantenendo le sue peculiari caratteristiche, in via dell’Ospedale, nel centro storico. Motore di quell’esperienza, la «storica» responsabile Aurelia Tadini, che, con le «sue» volontarie, oltre ad accogliere tutti coloro che si trovavano nel bisogno, ha gestito per decenni gli scaffali del mercatino dell’usato. Proprio per sottolineare la loro dedizione e il loro entusiasmo, alcune settimane fa vi sono stati la celebrazione di una messa e un incontro, che hanno rappresentato una duplice occasione: da una parte hanno permesso di ringraziare degnamente chi ha molto investito nell’attività, dall’altra di sottolineare una sorta ripartenza con taglio e sguardo diversi.
Un’evoluzione cantonale
«Quanto avvenuto a Locarno – sottolinea Marco Fantoni, direttore di Caritas Ticino – ricalca un’evoluzione che abbiamo avviato in tutti i nostri centri nel cantone». Altri CATISHOP.CH hanno infatti preso forma a Pregassona e a Giubiasco e ora è dunque stata la volta del secondo negozio sopracenerino, che ha aperto i battenti – un po’ in sordina – nello scorso mese di marzo. «Eravamo ancora nel pieno della seconda ondata di pandemia – specifica Fantoni – per cui non abbiamo potuto organizzare un’inaugurazione vera e propria». Ciò nonostante il punto vendita di oggetti di seconda mano è già parecchio frequentato, sia dai clienti più affezionati sia da coloro che lo stanno scoprendo per la prima volta.
Abiti, accessori e oggettistica
Vi si trovano abiti di seconda mano, ma anche accessori (come scarpe o borsette) e piccola oggettistica casalinga. Il tutto esposto con cura e in una cornice decisamente elegante. «Sì – conferma il nostro interlocutore –. Il tempo dei romantici mercatini è ormai tramontato e abbiamo ora scelto di puntare sul bello per valorizzare e per dare nuova vita a ciò che è già stato usato. E anche per abbattere gli stereotipi. Perché il nostro è uno shop aperto a tutti. Per usare una metafora, i clienti possono raggiungerlo a piedi, in bicicletta, a bordo di una 500 oppure di una Ferrari». Ad accomunare tutti, la filosofia legata all’economia circolare. «Bisogna partire dal presupposto secondo cui ogni oggetto ha una sua storia e già quando lo acquistiamo per la prima volta dovremmo rivolgere un pensiero a chi lo ha prodotto – aggiunge Fantoni –. Poi arriva da noi, che lo sistemiamo perché possa essere rimesso in circolo. Un’azione importante, soprattutto se pensiamo all’uso consapevole di materie prime e di risorse. In concreto, ad esempio, chi compera un abito usato contribuisce ad evitare lo spreco di acqua».
Il frutto delle donazioni
Si può dare nuova vita agli oggetti anche donando quelli che non si usano più. «Ciò che viene messo in vendita nei CATISHOP.CH – spiega ancora al CdT il direttore di Caritas Ticino – è il frutto di donazioni che avvengono spesso attraverso i contenitori che la nostra associazione gestisce in molti comuni ticinesi e dove possono essere depositati abiti e altri capi di abbigliamento. Capita anche spesso che i donatori si rivolgano direttamente ai negozi oppure si provvede ai ritiri a domicilio attraverso i programmi occupazionali». Sostegni di reintegrazione professionale, questi ultimi, strettamente legati anche al nuovo CATISHOP.CH di Locarno, «dove – chiarisce infatti Fantoni – offriamo otto posti di lavoro a tempo limitato concordati con l’Ufficio regionale di collocamento, sia nel settore della vendita sia negli atelier al primo piano, dove si effettuano la scelta e la sistemazione degli articoli che poi saranno esposti nel negozio». L’organico della nuova boutique si completa poi con due operatrici che fanno parte del personale di Caritas Ticino.
