Carla Speziali: «Scherrer deve rimanere altri quattro anni»
È stata la prima donna sindaco di una città ticinese, nel 2004, peraltro in un Municipio a maggioranza femminile. Dopo la sua uscita di scena, nel 2015, dal suo osservatorio privilegiato in piazza Grande ha continuato a tenere d’occhio la città e il suo partito, il PLR. In vista delle elezioni del 2024, con Davide Giovannacci che non si ricandida e il sindaco Alain Scherrer indeciso, Speziali ha le idee chiare sul futuro Esecutivo e il PLR: «Servono candidati di spessore e Scherrer deve restare per finire il suo lavoro».
Dunque avvocato Speziali, guidare politicamente una città
come Locarno può essere logorante: dopo 12 anni Giovannacci lascia e anche
Scherrer, che nel 2015 subentrò proprio a lei, ci sta pensando. D’altra parte
però il PLR da oltre un secolo «governa» la città...
«Amministrare una città come Locarno è impegnativo.
Comprensibile quindi che dopo un certo periodo si possa decidere di farsi da
parte. Davide Giovannacci ha dato continuità al lavoro impostato negli anni
precedenti. Sappiamo quanto sia centrale per Locarno il tema delle finanze
cittadine, sia in funzione della necessaria progettualità, sia in ottica
aggregativa. Quindi s’è anche assunto un dossier particolarmente spinoso da
gestire come la Polizia comunale. Ma il PLR cittadino ha il dovere di trovare
candidati all’altezza, di spessore, che possano sostituirlo e assumersi
responsabilità e compiti all’interno dell’Esecutivo».
Ma secondo lei, che in questi anni ha sempre seguito, seppur
da dietro le quinte, il PLR cittadino, ci sono candidati «forti»?
«All’interno del PLR di Locarno, come anche a livello
cantonale, è in atto un certo ricambio generazionale, com’è giusto che sia. Ma
credo che già ora e da qui ad un anno si possano trovare candidati e candidate
credibili, appassionati e all’altezza del compito che gli si chiede di
svolgere, cioè amministrare una comunità. Il PLR a Locarno sta bene e può
proporre personalità di comprovata affidabilità e nuove leve con un certo
«fuoco sacro» per la politica. Anche in fatto di giovani donne che possano
manifestare un impegno per la politica ci stiamo lavorando. Poi c’è un sindaco,
Alain Scherrer, che ha lavorato molto bene in questi anni e un altro
municipale, Nicola Pini, che possiede anche una dimensione cantonale della
politica, considerando che siede in Gran Consiglio».
A proposito di Scherrer, che potremmo definire il suo
«delfino», non ha ancora sciolto le riserve su una sua ricandidatura...
«A mio parere Alain Scherrer deve restare, almeno per
un’altra legislatura. Ha lavorato bene, ha interpretato perfettamente il suo
ruolo di guida e di mediatore all’interno della compagine municipale, gode di
un’ottima considerazione a vari livelli e di popolarità. E poi ci sono un paio
di obiettivi da raggiungere: realizzare il polo culturale e congressuale all’ex
Fevi, che garantirebbe un’ottima sinergia con il PalaCinema, e naturalmente
l’aggregazione».
Un tasto dolente quello dell’aggregazione, uno scoglio sul
quale anche lei s’è infranta in passato...
«Mi rendo conto delle difficoltà, ma è un passaggio
obbligato per gestire le risorse pubbliche, che sono sempre meno ma che portano
ad una progettualità più ampia. E soprattutto contare di più come città-polo,
come dimostrano le aggregazioni di Lugano, Bellinzona e anche di Mendrisio. È
vero che i comuni del Locarnese hanno saputo difendersi bene, anche in anni
difficili come quelli appena trascorsi, ma non si può più tergiversare
sull’aggregazione. E so che Alain Scherrer ci crede fermamente, dunque è la
persona giusta per condurre in porto l’unione di più Comuni del Locarnese».
Torniamo ai possibili candidati PLR per le elezioni 2024. Si
fanno i nomi di Stefano Lappe, attuale presidente sezionale, piuttosto che di
Elena Zaccheo, per molti anni capogruppo consiliare e che ha appena lasciato la
direzione delle scuole...
«I nomi noti e ben qualificati non mancano. Oltre alle
qualità delle singole persone e oltre ai programmi elettorali, che
rappresentano indubbiamente due fattori centrali per la scelta degli elettori,
per esperienza so quanto sia preziosa la capacità del singolo politico di
lavorare collegialmente, fare squadra nel pieno senso del termine. In questo
senso, menziono sempre con piacere e soddisfazione il primo quadriennio di
sindacato, quello da lei citato per la particolarità della maggioranza
femminile: questa logica collegiale, di piena collaborazione anche nella
diversità di opinioni (eravamo una donna per partito, oltre ai tre colleghi) si
era rivelata particolarmente vincente, con il conseguimento di obiettivi
altrimenti non possibili, come ad esempio il risanamento delle finanze.
Altrettanto fondamentale è poi la conoscenza diretta della realtà locale, del
territorio e delle persone, che deve essere particolarmente curata durante
tutto il mandato conferito dagli elettori. A questo proposito mi permetta
ancora un ricordo: quando ero sindaco, uno dei momenti più significativi per me
era il giovedì, quando ricevevo a Palazzo Marcacci i miei concittadini, che
venivano a sottopormi i loro problemi. Senza appuntamento: aprivo la porta del
mio ufficio e ognuno poteva entrare. Un modo di rimanere a contatto con la
cittadinanza che adesso purtroppo non si usa più e che forse bisognerebbe
ripristinare, per non perdere di vista la gente comune, la realtà,
condividendone la quotidianità e i problemi. Che è uno dei compiti principali
di chi amministra e fa politica».