Locarno

Carla Speziali: «Scherrer deve rimanere altri quattro anni»

L'ex sindaco, prima donna a guidare un Esecutivo in Ticino, traccia il profilo dei futuri candidati PLR a Palazzo Marcacci ed esorta il «delfino» a non lasciare tra un anno
L'ex sindaco Carla Speziali nel suo studio legale di Locarno. © CdT/Chiara Zocchetti
Mauro Giacometti
15.05.2023 19:00

È stata la prima donna sindaco di una città ticinese, nel 2004, peraltro in un Municipio a maggioranza femminile. Dopo la sua uscita di scena, nel 2015, dal suo osservatorio privilegiato in piazza Grande ha continuato a tenere d’occhio la città e il suo partito, il PLR. In vista delle elezioni del 2024, con Davide Giovannacci che non si ricandida e il sindaco Alain Scherrer indeciso, Speziali ha le idee chiare sul futuro Esecutivo e il PLR: «Servono candidati di spessore e Scherrer deve restare per finire il suo lavoro».

Dunque avvocato Speziali, guidare politicamente una città come Locarno può essere logorante: dopo 12 anni Giovannacci lascia e anche Scherrer, che nel 2015 subentrò proprio a lei, ci sta pensando. D’altra parte però il PLR da oltre un secolo «governa» la città...
«Amministrare una città come Locarno è impegnativo. Comprensibile quindi che dopo un certo periodo si possa decidere di farsi da parte. Davide Giovannacci ha dato continuità al lavoro impostato negli anni precedenti. Sappiamo quanto sia centrale per Locarno il tema delle finanze cittadine, sia in funzione della necessaria progettualità, sia in ottica aggregativa. Quindi s’è anche assunto un dossier particolarmente spinoso da gestire come la Polizia comunale. Ma il PLR cittadino ha il dovere di trovare candidati all’altezza, di spessore, che possano sostituirlo e assumersi responsabilità e compiti all’interno dell’Esecutivo».

Ma secondo lei, che in questi anni ha sempre seguito, seppur da dietro le quinte, il PLR cittadino, ci sono candidati «forti»?
«All’interno del PLR di Locarno, come anche a livello cantonale, è in atto un certo ricambio generazionale, com’è giusto che sia. Ma credo che già ora e da qui ad un anno si possano trovare candidati e candidate credibili, appassionati e all’altezza del compito che gli si chiede di svolgere, cioè amministrare una comunità. Il PLR a Locarno sta bene e può proporre personalità di comprovata affidabilità e nuove leve con un certo «fuoco sacro» per la politica. Anche in fatto di giovani donne che possano manifestare un impegno per la politica ci stiamo lavorando. Poi c’è un sindaco, Alain Scherrer, che ha lavorato molto bene in questi anni e un altro municipale, Nicola Pini, che possiede anche una dimensione cantonale della politica, considerando che siede in Gran Consiglio».

A proposito di Scherrer, che potremmo definire il suo «delfino», non ha ancora sciolto le riserve su una sua ricandidatura...
«A mio parere Alain Scherrer deve restare, almeno per un’altra legislatura. Ha lavorato bene, ha interpretato perfettamente il suo ruolo di guida e di mediatore all’interno della compagine municipale, gode di un’ottima considerazione a vari livelli e di popolarità. E poi ci sono un paio di obiettivi da raggiungere: realizzare il polo culturale e congressuale all’ex Fevi, che garantirebbe un’ottima sinergia con il PalaCinema, e naturalmente l’aggregazione».

È vero che i comuni del Locarnese hanno saputo difendersi bene, anche in anni difficili come quelli appena trascorsi, ma non si può più tergiversare sull’aggregazione

Un tasto dolente quello dell’aggregazione, uno scoglio sul quale anche lei s’è infranta in passato...
«Mi rendo conto delle difficoltà, ma è un passaggio obbligato per gestire le risorse pubbliche, che sono sempre meno ma che portano ad una progettualità più ampia. E soprattutto contare di più come città-polo, come dimostrano le aggregazioni di Lugano, Bellinzona e anche di Mendrisio. È vero che i comuni del Locarnese hanno saputo difendersi bene, anche in anni difficili come quelli appena trascorsi, ma non si può più tergiversare sull’aggregazione. E so che Alain Scherrer ci crede fermamente, dunque è la persona giusta per condurre in porto l’unione di più Comuni del Locarnese».

Torniamo ai possibili candidati PLR per le elezioni 2024. Si fanno i nomi di Stefano Lappe, attuale presidente sezionale, piuttosto che di Elena Zaccheo, per molti anni capogruppo consiliare e che ha appena lasciato la direzione delle scuole...
«I nomi noti e ben qualificati non mancano. Oltre alle qualità delle singole persone e oltre ai programmi elettorali, che rappresentano indubbiamente due fattori centrali per la scelta degli elettori, per esperienza so quanto sia preziosa la capacità del singolo politico di lavorare collegialmente, fare squadra nel pieno senso del termine. In questo senso, menziono sempre con piacere e soddisfazione il primo quadriennio di sindacato, quello da lei citato per la particolarità della maggioranza femminile: questa logica collegiale, di piena collaborazione anche nella diversità di opinioni (eravamo una donna per partito, oltre ai tre colleghi) si era rivelata particolarmente vincente, con il conseguimento di obiettivi altrimenti non possibili, come ad esempio il risanamento delle finanze. Altrettanto fondamentale è poi la conoscenza diretta della realtà locale, del territorio e delle persone, che deve essere particolarmente curata durante tutto il mandato conferito dagli elettori. A questo proposito mi permetta ancora un ricordo: quando ero sindaco, uno dei momenti più significativi per me era il giovedì, quando ricevevo a Palazzo Marcacci i miei concittadini, che venivano a sottopormi i loro problemi. Senza appuntamento: aprivo la porta del mio ufficio e ognuno poteva entrare. Un modo di rimanere a contatto con la cittadinanza che adesso purtroppo non si usa più e che forse bisognerebbe ripristinare, per non perdere di vista la gente comune, la realtà, condividendone la quotidianità e i problemi. Che è uno dei compiti principali di chi amministra e fa politica».

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