Astronomia

Carona: c’è bisogno di più spazio per spiegare i misteri dello spazio

All’osservatorio, di proprietà della Città di Lugano, non c’è più posto per nuova strumentazione – La richiesta è tanta - La struttura, che ospita telescopi di prestigiose università e che ha permesso la scoperta di diverse stelle, vorrebbe ampliarsi
©CdT/Chiara Zocchetti
John Robbiani
21.10.2020 20:59

Non tutti sanno che a Carona c’è un osservatorio astronomico. Non tutti sanno che - con i suoi 60 anni - è il più vecchio del Ticino, che è di proprietà della Città di Lugano, che ospita la strumentazione di prestigiose università e che grazie ai suoi telescopi sono state scoperte una quindicina di stelle variabili. Un osservatorio - si chiama Calina - che ora avrebbe bisogno di un ampliamento. Astrocalina, l’associazione che lo gestisce, vorrebbe realizzare due o tre nuove casette da 6 metri per 4 per poter installare nuova strumentazione («Molti privati ce lo chiedono, e non abbiamo più spazio») e un osservatorio solare. L’investimento è stimato in 400-450.000 franchi ed è già stato sottoposto alla Città.

Una storia affascinante
A raccontarci la storia dell’osservatorio - che in Europa è quasi un unicum - è l’astronomo Francesco Fumagalli, che dal 1985 lo gestisce con Fausto Delucchi. Una storia affascinante. «Il suo nome deriva da Ca’ Lina. Nel 1960 la signora Lina Senn, che era di origini sangallesi, costruì questo osservatorio a Carona e, di fianco, una pensione». Un esempio di turismo astronomico, con appassionati svizzeri, tedeschi e anche svedesi che passavano le loro vacanze a Carona per osservare stelle, pianeti e galassie. Nel 1978, alla morte della signora Senn, venne acquistato dall’allora Comune di Carona nel 1985 affidato alla Società astronomica ticinese. Nel 2013, con l’aggregazione tra Carona e Lugano, la struttura passò in dote alla Città e venne istituita l’associazione astronomica Astrocalina. Il sodalizio si occupa di studi scientifici ma anche di didattica, ospitando scolaresche, corsi per adulti e organizzando ogni anno un centinaio di serate che coinvolgono un migliaio di persone. Non a caso al piano terra c’è un’aula didattica, a suo tempo finanziata dal Cantone.

Cosa si può vedere con quel telescopio, chiediamo incuriositi.
«Tutto quello che volete. Pianeti, stelle e perfino i quasar».
©KEYSTONE
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Rostock, Brno e Pavia
Cuore dell’osservatorio è il telescopio da 30 centimetri di diametro . Cosa ci si può vedere, chiediamo incuriositi? «Tutto quello che volete», risponde Fumagalli. «Pianeti, stelle. Perfino i quasar». E dunque l’effetto di gas e polveri che cadono in un buco nero supermassiccio - al centro di una galassia - sprigionando una quantità inimmaginabile di energia (la più potente, si immagina, nell’Universo dopo il Big Bang). Calina ospita anche telescopi delle Università di Rostock (Germania), Brno (Cechia) e - prossimamente - di Pavia. «L’unica condizione che chiediamo - continua l’astronomo - è che siano dedicati allo studio delle stelle variabili, che è la nostra specialità». E una quindicina di stelle di questo tipo sono state scoperte proprio a Carona.

Tutto è automatizzato
L’intero osservatorio è automatizzato. Attraverso internet Fumagalli ha il «potere» (e la responsabilità) di aprire il tetto e a quel punto i proprietari dei telescopi possono iniziare a utilizzare la loro strumentazione, in remoto. Ma quante volte l’anno viene aperto il tetto? «Circa 180 volte. Dobbiamo avere la certezza che la serata sia ideale e che il mattino seguente non venga a piovere. A Carona siamo fortunati. Nell’Europa del Nord non hanno così tante notti a disposizione. Il nostro unico problema, essendo così vicini alla città, è l’inquinamento luminoso». Ma quello purtroppo in Ticino c’è un po’ ovunque.

La domanda è moltissima
Rostock, Brno e Pavia. E poi ci sono molti privati che vorrebbero portare la loro strumentazione a Carona. «Non avete idea delle richieste che riceviamo. Purtroppo non abbiamo spazio per tutti e il progetto che abbiamo in mente permetterebbe a Calina di potenziarsi ulteriormente».

Lugano esaminerà il progetto

Ma la Città sarà pronta a esaminare questo progetto? Se ne era già parlato nel 2018 e nel 2019, ma il Municipio aveva rinunciato ad investire anche per una questione di equilibrio tra quartieri. La situazione forse ora è un po’ cambiata. La recente decisione di chiudere l’osservatorio del Generoso potrebbe aver sensibilizzato la politica sull’importanza di difendere l’astronomia in Ticino. «La pandemia - conferma il capodicastero Cultura Roberto Badaracco - complica un po’ le cose, ma di fronte a a nuovi elementi potremmo di certo rientrare in materia. Si potrebbe anche ipotizzare una realizzazione a tappe», o coinvolgendo privati, associazioni ed enti di ricerca. Le porte del Municipio sembrano dunque aperte.

Da non perdere: la congiunzione di Giove e Saturno
Astrocalina organizza, ogni primo venerdì del mese, una serata pubblica di osservazione del cielo. Il prossimo appuntamento sarà dunque il 6 novembre. Ma c’è un evento astronomico che Fumagalli ci consiglia di non perdere prossimamente? «Certo. C’è la maxicongiunzione tra Giove e Saturno, prevista il 20 dicembre. Organizzeremo di sicuro qualcosa, probabilmente però dalla piscina di Carona». Questo perché Giove e Saturno appaiono piuttosto bassi nel cielo, in una parte d’orizzonte che all’osservatorio di Calina è coperta dalla collina.