Il caso

Casa anziani più cara di 1,5 milioni «per mancanza di esperienza»

Il Municipio di Losone chiede un nuovo credito di 950 mila franchi da destinare alla Fondazione Patrizia per completare la struttura medicalizzata – Oltre agli imprevisti, varie spese erano state omesse o sottostimate – Chiamati alla cassa anche Patriziato e (forse) Cantone
Così apparirà la struttura medicalizzata una volta conclusa. ©rendering Michele Arnaboldi Architetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
16.11.2021 20:30

«I_maggiori costi che siamo chiamati a sostenere non sono imputabili ad una cattiva gestione del cantiere, ma piuttosto ad una mancanza d’esperienza in un settore particolarmente complicato. Tali costi non sono stati valutati all’inizio o lo sono stati con insufficiente precisione, ma sono comunque necessari per permettere l’avvio della struttura; non si tratta quindi di costi generati dall’inosservanza dei criteri d’economicità». Basta questa frase – inserita quale conclusione nel messaggio appena approvato dal Municipio di Losone – per avere un’idea di quanto sta capitando a margine del cantiere per la costruenda casa medicalizzata per anziani. L’istituto, che sta sorgendo in pieno centro paese, costerà infatti 1,5 milioni di franchi in più rispetto ai circa 21,4 milioni previsti inizialmente. A causare l’incremento della cifra – come spiegato all’inizio – oltre ad alcuni imprevisti (ricorsi e pandemia in primis) anche varie spese che erano state omesse o sottostimate. La fattura ulteriore a carico del Comune è stata stabilita in 950 mila franchi e alla cassa saranno chiamati anche il Patriziato e (forse) il Cantone.

Cantiere in dirittura d’arrivo

La maggiorazione dei costi è venuta alla luce mentre il cantiere per la realizzazione della casa medicalizzata è ormai in dirittura d’arrivo. I lavori dovrebbero concludersi entro fine anno e l’apertura avvenire nei primi mesi di quello prossimo. Verso fine ottobre il Consiglio della Fondazione Patrizia (committente e ente di gestione della struttura, nei cui vertici siedono 4 delegati del Comune, 3 del Patriziato, 1 della Parrocchia e 1 del Cantone) ha fatto il punto della situazione, arrivando a una cifra di poco superiore all’ultimo preventivo aggiornato. «Purtroppo però – aggiunge il Municipio a margine della richiesta di credito dei 950 mila franchi – vi sono e vi saranno costi aggiuntivi». Segue poi una lista dettagliata di tali spese, che si possono suddividere in due categorie. Da una parte vi sono quelle riguardanti «situazioni poco influenzabili» da parte della Fondazione, come quelle legate a norme di legge (nell’ambito del concorso, ad esempio), a eventi particolari imprevisti (i numerosi ricorsi che hanno caratterizzato la procedura e anche i ritardi per la pandemia) oltre al costo del capitale. Vi è poi il secondo gruppo di uscite, che, chiarisce il Municipio, «vanno considerate ‘peccato di gioventù’ della committenza, che non ha sufficientemente valutato l’impatto di alcune posizioni (valutandole in maniera troppo prudenziale) oppure le ha semplicemente omesse dal preventivo per mancanza di esperienza». Nella lista figurano numerose e variegate voci: si va dalle consulenze informatiche alle antenne e rete WiFi, dai televisori a PC e stampanti, dalla strumentazione di base per i reparti cure al materiale per la lavanderia, dal vasellame per la cucina alle attrezzature per lo spazio coiffeur. Tanti dettagli, insomma, cui in sede di preventivo non si era pensato o che erano stati valutati al ribasso.

Ci voleva uno specialista

Un modo di procedere sul quale l’Esecutivo afferma che «con il senno di poi, al momento della presentazione del progetto e preventivo definitivi, sarebbe stato opportuno ricorrere alla consulenza di uno specialista del ramo (ad esempio a un direttore di una struttura simile), che avrebbe potuto allertare la committenza sull’esigenza di approfondire le posizioni che oggi sono al centro della discussione». Ma tant’è. Per tornare alla cifre, nel messaggio si sottolinea anche come «la maggior spesa per la realizzazione della nuova casa medicalizzata di Losone ammonterà a circa 1,5 milioni di franchi, ciò che corrisponde a +6,93% rispetto al preventivo definitivo e a +6,99% rispetto al preventivo approvato dal Cantone (attestandosi quindi all’interno del range +/-10% previsto dalle norme SIA per i preventivi definitivi)». Ricordiamo ancora che finora il Comune ha concesso alla Fondazione Patrizia un contributo a fondo perso di 3,5 milioni di franchi (approvato dal Legislativo nell’ottobre del 2011) e un diritto di superficie sul terreno su cui sta sorgendo l’istituto per la durata di 99 anni a costo zero. «Dal profilo finanziario – chiarisce ancora il Municipio – l’operazione era vantaggiosa per il Comune che, in caso della realizzazione della struttura in proprio, avrebbe dovuto finanziare l’operazione in maniera molto più importante (si parlava a quel momento di 10,8 milioni di franchi)».

La chiave di riparto

In ogni caso la Fondazione si è ritrovata a dover coprire l’onere supplementare di 1,5 milioni, suddividendolo fra i vari membri. Dopo un incontro fra sindaco e presidenti del Patriziato e della Fondazione, si è stabilito di assegnare al Comune un massimo di 950 mila franchi e al Patriziato di 550 mila. «Il Cantone, pure interpellato – si legge ancora nel messaggio – non ha ancora dato la sua risposta; se lo stesso dovesse riconoscere parte dei maggiori costi, la presente richiesta verrebbe proporzionalmente ridimensionata».

Vi è, infine, la questione dei tempi. Il cantiere per la casa medicalizzata dovrebbe, come detto, essere concluso entro fine anno e, chiarisce il Municipio, «la decisione dei rispettivi organi legislativi (Consiglio comunale e assemblea patriziale) dovrebbe avvenire ancora entro fine anno, in modo che la Fondazione Patrizia possa assicurare la tacitazione degli artigiani secondo i termini di pagamento usuali».