Ticino

Case anziani, la lista d’attesa non scompare

L’ingresso nelle strutture dedicate alla terza età richiede ancora tempo, ma in alcune regioni è più veloce - L’età media degli ospiti è di 87 anni e il tasso d’occupazione al 100% - E i centenari sono sempre di più
(Foto Archivio CdT)
Federica Galfetti
04.05.2019 06:00

Il numero di anziani lievita ormai da anni e gli effetti collaterali di questa tendenza sono ben lontani dal passare sotto silenzio. Una prima spia del cambiamento in atto era stata la comparsa delle liste d’attesa che disciplinavano l’ingresso nelle case per anziani. Elenchi infiniti di nomi che finivano per lasciare nel limbo molti pensionati in cerca di una nuova casa. Ma oggi, che di acqua sotto i ponti ne è sicuramente passata, risulta più immediato l’ingresso in queste strutture? «Le attese si sono effettivamente ridotte un po’ negli ultimi anni, grazie all’apertura di nuove case e al cambio di abitudini che ha portato ad incentivare il mantenimento dell’anziano al proprio domicilio» ci spiega Andrea Bordoli, direttore della Casa anziani Greina di Bellinzona. «Spesso – aggiunge Bordoli – le nuove richieste riguardano anziani che stanno per essere dimessi dagli ospedali, che ora prevedono degenze più brevi». D’altro canto le entrate provenienti da domicilio alla Greina sono nell’ordine di «3 o 4 su un totale di 20 ingressi e solitamente riguardano le persone sole, che non hanno nessuno che si possa occupare di loro» spiega ancora il direttore. Ma non tutte le strutture osservano un’erosione delle liste d’attesa, anzi. Una di queste è Casa Serena di Lugano: «Le richieste d’ammissione sono sempre in aumento, malgrado i 580 posti letto di cui disponiamo» ci spiega Marco Nirosi dell’Istituto sociale della Città di Lugano. «Abbiamo diversificato le liste d’attesa: la prima riguarda le segnalazioni che, al momento, sono circa 280. Provengono solitamente dai vicini di casa o dai familiari di anziani che ancora riescono a gestirsi autonomamente. Spesso – prosegue Nirosi – risulta possibile grazie ai validi servizi domiciliari che, tuttavia, sono sempre più sollecitati e a fatica riescono a soddisfare le esigenze della popolazione». Una seconda lista è definita poi non-prioritaria e si compone di una cinquantina di richieste, a quanto ci dice il responsabile. Gli anziani inclusi in questo elenco presentano ancora qualche risorsa, seppur in minor misura, per poter vivere ancora a casa propria. L’ultima e più urgente è la lista dei casi prioritari, che per Casa Serena si compone ora di 22 anziani. «Un buon colpo dimano ci arriva dai reparti subacuti, che riescono a fare da filtro tra gli ospedali e le case per anziani, così da trovare soluzioni valide per chi aspetta il suo turno» osserva ancora Nirosi.

Una situazione contraddittoria

Situazioni opposte dunque riscontrate anche dall’Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS). Infatti, come ci conferma il Capoufficio Francesco Branca: «La situazione non è generalizzata su tutto il territorio cantonale, quindi si può parlare di situazioni puntuali che non segnalano ancora una tendenza. Il tasso di occupazione delle case anziani nel Cantone resta ancora mediamente molto elevato, vicino al 100%». E a confermare la doppia faccia del fenomeno è la direttrice della Casa di riposo Montesano di Orselina Irene Lüscher: «Da circa tre anni abbiamo notato un calo delle richieste ancora in sospeso. Anche se risulta difficile dare un numero preciso delle domande in lista d’attesa, perché molti anziani fanno richiesta a più strutture e magari quando li contattiamo perché ci si libera un posto ci dicono di essersi già trasferiti in un’altra casa della regione».

L’influenza delle cure a domicilio

E oltre a indicare tra le ragioni di questa flessione l’aumento dei posti letto, Lüscher pone l’accento sui servizi di assistenza e cura a domicilio: «Molti preferiscono restare il più possibile a casa propria e questo servizio da’ un grosso sostegno in questo senso. Le istituzioni infatti stanno spingendo molto in questa direzione». Un attenzione questa da parte del DSS ribadita anche da Branca, che però sottolinea come il sostegno non vada a discapito delle case per anziani: «Lo sviluppo dei servizi di assistenza e cura a domicilio contribuisce certamente alla permanenza al domicilio della persona anziana. Tuttavia questo non è stato sostenuto a sfavore delle strutture stazionarie, bensì per assecondare e supportare la propensione dei nostri anziani, rispettivamente delle loro famiglie, di rimanere il più possibile al proprio domicilio».

L’assistenza a casa

Grazie a questi servizi di assistenza e cura direttamente a casa, l’età di ingresso nelle case per anziani continua ad aumentare. «L’età media nelle nostre strutture è di circa 87 anni» ci dice il direttore di Casa anziani Giardino e Soave di Chiasso Fabio Maestrini. Un’osservazione peraltro condivisa anche da Lüscher: «Sono sempre più frequenti gli anziani over 90 che arrivano da noi, e non è raro vederli spegnere le 100 candeline». Una tendenza che ci analizza Maestrini: «Gli anziani ‘più giovani’ sono sempre meno e solitamente arrivano da noi perché non più in salute. A volte sono casi psichiatrici o che presentano deficit cognitivi già in giovane età». Per poi aggiungere: «Tra loro ci sono anche i sessantottini che hanno scherzato forse un po’ troppo con alcune sostanze e oggi ne pagano le coseguenze». E proprio per far fronte a una domanda sempre più diversificata, vengono creati nuovi reparti . «Insieme a Casa Serena, portiamo avanti il progetto pilota sostenuto dal Cantone che ci ha permesso di aprire un reparto di cure palliative. In questo modo – spiega Maestrini – possiamo indirizzare gli anziani nei reparti che meglio possono occuparsi delle loro esigenze più specifiche, fornendo in questo modo un servizio puntuale, aggiornato ai tempi e sempre più professionale». E forse la capacità di aggiornare costantemente l’offerta alle necessità di una popolazione che evolve, può essere uno dei motivi per i quali le liste d’attesa di Casa Giardino e Soave non sembrano assottigliarsi: «So che in Svizzera interna l’attesa non è più un problema, ma da noi non noto questa tendenza, anzi. Diversi anziani di Chiasso hanno trovato posto in strutture convenzionate vicine e vorrebbero rientrare nel loro Comune, ma purtroppo non abbiamo spazio» conclude Maestrini.

Lo studio del DSS

Tra gli over 60 il 98% possiede uno smartphone

Negli scorsi mesi il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha presentato un’indagine tra i cittadini di età compresa tra i 60 e gli 80 anni con lo scopo di «comprendere meglio il loro stile di vita e le loro esigenze». Cifre alla mano, dei 6.377 rispondenti il 60% si è detto in buona salute mentre il 72% ha dichiarato di «non volere maggiori relazioni sociali trovandosi già soddisfatto di quelle che ha». Un anziano su cinque (19%) ha inoltre dichiarato di non essere ancora in pensione mentre il 31% degli intervistati ha optato per il pensionamento anticipato in modo da poter dedicare «più tempo alle proprie attività, per restare più vicini alla famiglia o a causa dello stress del lavoro». Alcuni hanno inoltre anticipato la pensione «a causa di dinamiche del mercato del lavoro».I luoghi maggiormente frequentati settimanalmente sono negozi ocentri commerciali, luoghi pubblici del proprio quartiere e bar. «La frequenza maggiore è comunque da attribuire a natura e montagna, un dato che evidenzia l’interesse delle persone di disporre di spazi verdi. Cinema, teatro e museo sono luoghi che solitamente hanno frequenze meno elevate rispetto ad altri. Due persone su tre riescono a praticare o seguire tutte le attività che desiderano». E se a prevalere sono gli anziani che abitano in una casa propria (44,8%), rispetto a chi vive in un appartamento (13,6%), a spiccare dallo studio del DSS è il fatto che il 98% degli anziani possiede uno smartphone e il 69% un PC. Inoltre, «l’86% ha dichiarato di non essere interessato o di non aver bisogno di corsi di formazione sull’uso delle nuove tecnologie». I tre quarti guardano la televisione regolarmente, in questo senso «più aumenta l’età più aumentano le ore di televisione».

Infine, l’85% degli interpellati dispone di una licenza di condurre mentre solo il 5% ha deciso di rinunciare alla patente. Per quanto riguarda l’uso nei mezzi pubblici, il 16% degli intervistati li utilizza almeno una volta a settimana. In Ticino risiedono 79.754 persone di età compresa tra i 60 e gli 80 anni (stato: ottobre 2018), una fascia di popolazione in continuo aumento. Tra coloro ad aver risposto al questionario, le maggiori preoccupazioni a livello personale sono «i premi della cassa malati, la salute e la paura di malattia; il 27% ha però dichiarato che non ha particolari timori. Per quanto riguarda la società, le maggiori preoccupazioni sono il clima, la violenza e la sicurezza».