Casinò di Mendrisio: contratto collettivo disdetto, montano le preoccupazioni

Perché disdire il contratto collettivo di lavoro dopo 18 anni? «Perché evidentemente la volontà che si nasconde dietro è quella di peggiorare le condizioni di lavoro». Non ha usato mezzi termini il Segretario responsabile della Sezione Sottoceneri di Unia Vincenzo Cicero durante l’incontro avvenuto con la stampa ieri pomeriggio davanti al Casinò Admiral di Mendrisio. Un conferenza indetta per esprimere serie preoccupazioni dopo che la direzione del casinò ha disdetto, come detto, il contratto collettivo. «Siamo sinceramente dispiaciuti – gli ha fatto eco il vice segretario regionale di OCST Nenad Jovanovic – perché togliere un contratto collettivo di diritto imperativo con delle regole chiare e migliorative rispetto alla legge non è mai indice di qualcosa di buono». Anche in considerazione del fatto che, senza un contratto collettivo, «la direzione, malgrado le rassicurazioni fornite, avrebbe la facoltà di cambiare delle cose che prima non potevano essere cambiate senza l’avallo dell’assemblea del personale e della firma dei sindacati ». Jovanovic, ad ogni modo, lascia intendere che potrebbero esserci dei margini di manovra per far sì che la direzione torni sui suoi passi: «La disdetta è arrivata con largo anticipo, il termine era entro il 30 settembre. C’è dunque tutto il tempo per intavolare una discussione con la direzione e comprendere se si possa tornare in dietro o avere delle garanzie più certe e sicure per il futuro». Ciononostante resta la preoccupazione. «Ed è presente da diversi mesi – ha fatto presente Cicero – Già nel 2023 avevamo subodorato qualcosa e probabilmente la disdetta non è arrivata in quel frangente semplicemente perché in ballo c’era il rinnovo della concessione». Ora, però, è arrivata e dal canto loro, i sindacati hanno voluto «smascherare il bluff della comunicazione del casinò degli scorsi giorni. Hanno dipinto la cosa come evoluzione naturale, come atto dovuto ». Ma così, per la parte sindacale, non è. Da qui la richiesta, facendo proprie le volontà dei dipendenti, «che il contratto collettivo ora disdetto possa essere trasformato in un contratto collettivo aziendale». «Anche perché il grosso rischio – ha sottolineato il collega Matteo Poretti (Unia) – è che possa verificarsi pure la tendenza a sostituire il personale con giovani impiegati a un salario molto più basso». Cicero non nasconde anche un’altra preoccupazione: «Se il buon giorno di vede dal mattino... hanno cominciato a reprimere qualsiasi voce critica e vi sono stati dei licenziamenti». La riflessione, infine di allarga, ma chiama in causa ancora la direzione: «Hanno lasciato intendere che c’è un’evoluzione del mercato». Il mercato dell’online? «L’online qua non centra niente. Il casinò, che è il secondo terrestre su 21 in tutta la Svizzera, in media fa 8 milioni di utili all’anno».