C’è una voglia matta dei rustici delle nostre valli

Delle cifre così nel turismo bellinzonese non si erano mai viste. Certo, lo si è detto e scritto milioni di volte negli ultimi tribolati mesi: la pandemia ha cambiato profondamente la nostra vita e quindi anche le nostre abitudini. Abbiamo dovuto adattarci, nel rispetto delle disposizioni emanate dalle autorità e delle norme igieniche. Addio ai viaggi all’estero, ad esempio. O perlomeno siamo stati costretti a darci un taglio netto. E abbiamo, forse come non mai, spalancato le finestre e camminato con il naso all’insù.
Coordinarsi è essenziale
Con lo sguardo rivolto alle montagne, al territorio che ci circonda, alle bellezze forse troppo spesso sottovalutate. Ecco dunque che quel +25% complessivo di pernottamenti, nel 2020, negli appartamenti, nelle residenze secondarie e nei rustici, è un dato che i vertici dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (OTR-BAT) hanno festeggiato. Ma poi si sono subito rimessi al lavoro nel tentativo di consolidarlo e, perché no, rafforzarlo. Puntando in primis sul mercato interno, con precise azioni di marketing.
La tendenza è chiara
«Il nostro grande potenziale è nelle case di vacanza. Lo sapevamo già prima dell’emergenza sanitaria, visto che la tendenza era chiara da alcuni anni. D’altronde da parte nostra è da un po’ che sensibilizziamo i proprietari affinché mettano a disposizione, affittandoli, gli immobili. Tenerli vuoti non giova a nessuno. Né al turismo, né all’indotto della regione, né a loro che i costi e le spese li hanno ugualmente anche se le porte rimangono chiuse». Per il direttore dell’OTR-BAT Juri Clericetti è ormai diventato un cavallo di battaglia. Ci ha sempre creduto in quella nicchia di mercato, e i risultati gli stanno dando ragione.
L’organizzazione che dirige dal settembre 2017 si pone l’obiettivo, in futuro, di fungere da coordinatrice delle varie iniziative legate a questo ambito. Effettivamente, guardando altre cifre, non si può darle torto. Nel Bellinzonese e nelle valli in totale vi sono 6.300 fra appartamenti, rustici e residenze secondarie. Gli immobili «disponibili» sono appena 400, vale a dire poco più del 6%.
«Lo stanno capendo»
Una goccia nel Brenno. «Per fortuna molti proprietari stanno capendo il concetto. Però occorre continuare a battere il chiodo e, soprattutto, coordinarsi con gli operatori e le società private attivi nel settore specializzati nell’affitto e nella vendita di case e appartamenti di vacanza», puntualizza il numero uno del turismo all’ombra dei castelli. Lo hanno capito pure alcuni Comuni, come testimonia l’annuncio del Municipio di Quinto di alcuni giorni fa; le richieste per l’estate sono già numerose. Idem a Rossa, in Valle Calanca, come abbiamo riferito di recente.
«Non era mai successo»
I numeri di un 2020 da favola per rustici&affini ce li ha forniti nel dettaglio la direttrice finanziaria Jasmine Leoni. Partiamo dal dato nel complesso che, come detto, è pari a +25% (ossia 43.837 pernottamenti rispetto ai 35.049 dell’anno precedente). «Non era mai successo. Sorpresi non lo siamo, perché ci aspettavamo un aumento a seguito della crisi sanitaria, ma indubbiamente si tratta di cifre significative che ci fanno capire che siamo sulla strada giusta», precisa la nostra interlocutrice. Una percentuale che varia però se sotto la lente finiscono i singoli distretti.
Nel Bellinzonese, infatti, la crescita è stata soltanto dell’1%. Questa particolare classifica vede al terzo posto la Leventina (+18%), al secondo la Riviera (+26%) ed al primo, leader incontrastata, la Valle di Blenio con un aumento pazzesco: +42%. Quasi il doppio. Per il 2021 dobbiamo aspettarci lo stesso scenario? Secondo gli addetti ai lavori sì, anche se è tuttavia prematuro lanciarsi in previsioni. Con questa maledetta COVID-19 le prenotazioni arrivano infatti all’ultimo minuto e in base alle decisioni delle autorità (svizzere e dei Paesi limitrofi) per evitare la diffusione del virus.
Gli alberghi sorridono meno
Un’ultima annotazione. Il boom delle case di vacanza ha permesso di parare il colpo dovuto al calo – ampiamente prevedibile, considerando la pandemia – dei pernottamenti alberghieri. Un -23% nel complesso, che sale a -42% se si considerano gli hotel fino a tre stelle, che sono la stragrande maggioranza nel Bellinzonese e nelle valli. Le strutture ricettive di lusso, nella nostra regione, sono difatti pochissime.
