Lugano

«Cento milioni al Cantone? Sono troppi, fate qualcosa»

La Commissione della gestione invita il Municipio a «picchiare i pugni» sui contributi versati dalla Città - L’ultimo ammonta a 108 milioni, 30 dei quali per il livellamento – Foletti: «Noi stiamo affrontando il problema, e voi?»
©CdT/Chiara Zocchetti
Nico Nonella
30.06.2023 06:00

Lugano versa troppi contributi finanziari al Cantone e il Municipio dovrebbe tornare a picchiare i pugni sul tavolo del Governo. Si può riassumere così l’invito della Commissione della gestione all’Esecutivo luganese. Più «politica estera», insomma, per usare un termine tanto caro all’ex sindaco Giorgio Giudici. L’invito della Gestione accompagna il rapporto sul Consuntivo 2022, presentato a fine aprile, che si chiude con un avanzo di 12,7 milioni di franchi, mentre il preventivo ipotizzava un deficit di 24,2 milioni. A contribuire in maniera importante, lo ricordiamo, sono state soprattutto le sopravvenienze d’imposta degli anni precedenti, con 27,2 milioni in più rispetto alle attese. A preoccupare la maggioranza della Commissione (il rapporto non è stato sottoscritto da PS, Verdi e Più Donne, ndr) sono però le uscite e in particolare la voce «Contributi versati al Cantone al netto dei sussidi». Contributi che non si limitano solo a quelli di livellamento, cioè lo strumento principale di perequazione intercomunale, ma che comprendono quelli per le case per anziani, oppure per gli Spitex, o ancora quelli versati al Cantone per i fondi centrali AVS, AI, IPG e casse malati. Tutto ciò, rileva la Gestione, fa «lievitare i versamenti al Cantone a cifre inimmaginabili». A titolo di confronto, nel 2011 questi contributi ammontavano complessivamente a 63,4 milioni di franchi (di cui 24,6 milioni come contributi di livellamento), nel 2016 a 85,8 milioni di franchi (22,1 milioni per il livellamento) e nel 2022 sono lievitati a 108,8 milioni (30,3 milioni per il livellamento).

In attesa di Ticino 2020

Nel suo rapporto, la maggioranza commissionale sottolinea come «il preoccupante aumento di questi contributi sia di fatto sfuggito dal controllo, al punto che diventa sempre più difficile giustificare come 33,4 punti percentuali del moltiplicatore (rispetto ad un moltiplicatore complessivo del 77%) debbano servire per coprire il fabbisogno generato dai contributi versati al Cantone; importi di spesa su cui oltretutto il Municipio e l’amministrazione comunale non hanno voce in capitolo». Come noto, la questione del contributo di livellamento (ossia la quota che i Comuni con risorse fiscali procapite maggiori della media cantonale versano a quelli con risorse fiscali procapite inferiori al 90% della media cantonale) e più in generale dei flussi finanziari tra Comuni verrà affrontato nell’ambito della riforma Ticino 2020, un progetto strategico di revisione dei rapporti fra enti locali la cui procedura di consultazione inizierà ad agosto e settembre. Al di là della riforma, per la Gestione Lugano versa importi troppo elevati. E non lo manda a dire: «La Commissione, pur comprendendo e condividendo l’importanza della solidarietà perequativa intercomunale, non può non stigmatizzare l’importo sproporzionato dei contributi versati al Cantone (108,8 milioni di franchi) e invita il Municipio a perseguire la via del fermo dialogo e, se necessario ad obiettare in modo risoluto alla proposta di riforma Ticino 2020», nel caso in cui quest’ultima non dovesse risolvere il problema.

«Noi i compiti li facciamo»

Insomma, tra le righe l’invito rivolto al Municipio è quello di farsi sentire di più. «Ci lavoriamo da anni», replica il sindaco Michele Foletti, da noi raggiunto. «A inizio 2021 ero riuscito, insieme a un gruppo di lavoro del Dipartimento delle istituzioni che riuniva Comuni paganti e riceventi, a convincere il Governo ad approvare una riduzione di 5 milioni all’anno per tre anni, dal 2020 al 2022, del contributo di livellamento in attesa di poter quantificare l’impatto finanziario della pandemia». La proposta governativa, lo ricordiamo, era stata duramente contestata soprattutto dal Bellinzonese «e la Commissione gestione e finanze del Gran Consiglio aveva a sua volta convinto il Consiglio di Stato a ritirare il messaggio». Questione di sensibilità e di maggioranze politiche. «I consiglieri comunali dovrebbero prima di tutto discuterne all’interno dei rispettivi partiti, soprattutto chi è anche deputato in Parlamento. Non possono fare finta di sedere solo nel Legislativo comunale», rileva Foletti. Per quanto riguarda la riforma Ticino 2020, «non ho mai visto un consigliere comunale o deputato luganese prendere posizione e presentare un atto parlamentare per mettere a posto la perequazione…». Il Municipio, dal canto suo, valuterà nelle prossime settimane la proposta di revisione presentata dal Governo.