«Che vengano in Alta Vallemaggia a vedere: abbiamo bisogno d'aiuto per ripartire»
«Che vengano qui a vedere con i loro occhi che cosa è successo. E che parlino con la gente del posto. Solo così potranno rendersi conto che abbiamo davvero bisogno di aiuto per ripartire». C’è tanta delusione ed amarezza nella voce della sindaca di Cevio Wanda Dadò dopo che il Consiglio federale ha ribadito che per l’Alta Vallemaggia non si prevedono contributi straordinari per la riparazione dei danni causati dall’alluvione del 29 e 30 giugno scorsi. La lettera che insieme all’omologo di Lavizzara Gabriele Dazio ha spedito a Berna è ancora senza risposta, ma Wanda Dadò non si fa tante illusioni. Quanto ribadito ieri dal Governo durante l’ora delle domande lascia ben poco sperare. Per far fronte ai costi di ripristino Berna ha stanziato 7,5 milioni di franchi a favore del Ticino «somma basata su una stima dei costi che il Cantone stesso ha presentato all’Ufficio federale dell’ambiente a metà agosto». E questo in base alla legge federale sulla sistemazione dei corsi d’acqua e alla legge forestale. Ulteriori aiuti non sono previsti, se non per quanto riguarda i danni arrecati al settore primario. «La Confederazione può fornire il proprio sostegno utilizzando i crediti aggiuntivi per opere di protezione danneggiate, come per esempio correzioni per la protezione contro le piene e opere di protezione contro le cadute di pietre. Non può invece farlo per danni ad altre infrastrutture, come quelle per la fornitura di acqua o impianti per il trattamento delle acque di scarico», specifica il Consiglio federale nella risposta alle domande poste da diversi deputati ticinesi alle Camere federali.
«Poca comprensione»
«La gente comune mostra comprensione e sostegno, ciò che invece non fa il Consiglio federale», rincara la sindaca di Cevio alla quale facciamo notare che comunque il presidente della Deputazione ticinese alle Camere federali Pietro Marchesi ha dichiarato al CdT che non vuole lasciare nulla di intentato e che concorderà con il Consiglio di Stato quali dovranno essere i prossimi passi da compiere. «Faccio fatica ad esprimermi. La nostra speranza era che si muovesse qualcosa già ora. Vedremo se comunque riusciremo ad ottenere qualcosa», commenta a tal proposito Wanda Dadò.
«Dovremo arrangiarci da soli»
«Alla faccia del motto “uno per tutti, tutti per uno”. Ora ci toccherà arrangiarci da soli». Amareggiato per la decisione negativa è anche il sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio, secondo il quale Berna avrebbe potuto fare uno strappo alla regola. «Sarebbe stata l’occasione per magari rivedere le disposizioni di legge anche in chiave futura, sempre nella speranza che eventi così devastanti non abbiano a ripetersi», rileva il nostro interlocutore riconoscendo comunque che la Confederazione insieme con il Cantone contribuisce finanziariamente ad alcuni interventi di ripristino. «Tuttavia i costi che rimangono a carico del Comune sono ingenti e saremo costretti a compiere delle scelte, senza escludere che alcuni lavori non potranno essere realizzati» continua amaramente il sindaco di Lavizzara. La sua speranza è che ora la Deputazione ticinese alle camere federali, insieme con il Consiglio di Stato, riesca comunque ad ottenere qualcosa in più di quanto stanziato fino ad ora da Berna così che l’Alta Vallemaggia possa ripartire per davvero.