Chi attraversa pericolosamente i binari alla stazione FFS di Lugano

Abitudini difficili da cambiare. Fino al 26 marzo in quel punto c’era un passaggio a livello e automobili e pedoni sapevano che, quando la barriera era alzata, potevano attraversare i binari in tutta sicurezza, visto che i treni venivano bloccati da un semaforo. Ora il passaggio a livello non c’è più, ma i pedoni continuano ad attraversare le rotaie per passare da via Basilea a via Maraini. Un problema tra l’altro sollevato negli scorsi giorni da don Emanuele Di Marco (che aveva contato ben 17 persone attraversare i binari in 10 minuti) in un messaggio su Facebook. La situazione è nota alle FFS, che hanno deciso di prendere provvedimenti.
La Polizia dei trasporti è stata informata e nell’area sono stati intensificati i controlli. I pedoni vengono invitati a usare il sottopassaggio della stazione. «Attraversare la ferrovia è sempre pericoloso - ci spiega una portavoce - e in quel punto lo è in particolar modo, visto che poco prima i treni si trovano in curva». E dunque i macchinisti potrebbero vedere solo all’ultimo momento eventuali pedoni sulle rotaie. Prossimamente poi verranno prolungate le transenne e verrà rimossa l’asfaltatura - che serviva appunto a permettere alle auto di transitare sui binari quando il passaggio a livello ancora era attivo - sperando appunto che queste misure servano a risolvere la situazione. Situazione che, come detto, le stesse FFS giudicano molto pericolosa.
Barriere tolte per AlpTransit
La decisione di chiudere il passaggio a livello - come scrivevamo nell’edizione del 25 marzo - è conseguente alla messa in funzione di AlpTransit. L’aumento del traffico ferroviario sull’asse nord-sud non consente infatti più tempi di apertura del passaggio a livello compatibili con il flusso viario.
Il maggior traffico ferroviario avrebbe portato alla chiusura delle barriere per un tempo maggiore e una riduzione, dunque, della frequenza di apertura, con ricadute non sostenibili sui transiti viari attorno alla stazione. I ritmi di apertura del passaggio a livello, infatti, non avrebbero permesso di smaltire il traffico veicolare tra via Maraini e via Basilea e i lunghi tempi di attesa avrebbero creato colonne tali da bloccare il transito su via Maraini, che resta una delle arterie più importanti di Lugano e, soprattutto, garantisce l’accesso all’autostrada.
Aggiustamenti necessari
All’indomani della chiusura del passaggio a livello erano state posizionate, dove prima passava la strada (di fronte al Continental Parkhotel), delle transenne, che però possono essere aggirate. Motivo per cui ora le FFS hanno deciso, oltre a posare il guard rail definitivo, di prolungare le transenne. Da fine marzo per la mobilità pedonale tra Loreto e il piazzale di Besso si deve dunque far capo al sottopasso situato nell’atrio della stazione. Nei pressi della scalinata Mimosa è in corso la realizzazione (la domanda di costruzione è stata pubblicata di recente) di un ascensore di collegamento con il sottopasso pedonale principale della stazione. Collegamento che, se tutto andrà secondo i piani, dovrebbe essere inaugurato in autunno.
C’è comunque da dire che il passaggio a livello era probabilmente diventato anacronistico già da un po’ di tempo. Basti pensare che nel solo 2020, per ben tre volte, in via Maraini un’auto è stata travolta da un treno (senza conseguenze per le persone coinvolte); l’ultima in settembre. Negli scorsi anni, lo ricordiamo, le FFS hanno investito diversi milioni per risanare in tutta la Svizzera circa 500 passaggi a livello (metà di quelli esistenti) giudicati fino ad allora non conformi.
Le sanzioni
Attraversare i binari è illegale e dunque, oltre che molto pericoloso per la propria incolumità fisica, può portare a insidiosi e lunghi procedimenti giudiziari. Alcuni anni fa un pedone venne denunciato dalla Polizia dei trasporti dopo che era stato visto passare sulle rotaie alla stazione di Paradiso (dove tra l’altro, tempo prima, due giovani avevano perso la vita travolti da un treno). L’allora procuratore pubblico Antonio Perugini aveva intimato nei suoi confronti un decreto d’accusa proponendo una multa di 100 franchi o un giorno da passare in carcere, più altri 100 franchi tra spese e tasse di giustizia.