Chi l'ha vista? L'alborella ancora latita

«Il 2023 lo definirei come l’anno dei cambiamenti e delle grandi confusioni». Così ha esordito, sabato al Centro Lüsc di Croglio, Maurizio Costa, presidente della Società di pesca La Ceresiana, all’assemblea annuale dei soci a cui erano presenti, tra gli altri, il capo del Dipartimento del Territorio Claudio Zali, i granconsiglieri Fabio Schnellmann e Andrea Sanvido, Tiziano Putelli dell’Ufficio Caccia e Pesca (UCP), Urs Luechinger presidente della Federpesca e Daniel Buser vicesindaco di Tresa.
Costa non ha nascosto dubbi e timori in materia di produzione di materiale ittico per i ripopolamenti, sia alla luce dell’entrata in vigore di nuove disposizioni di legge sia, inevitabilmente, per le conseguenze del cambiamento climatico. Attualmente ci sono in ballo diverse nuove sfide, come la necessità di utilizzare sempre più riproduttori naturali e l’allevamento della trota marmorata e della trota fario «adriatica».
È un processo impegnativo che il sodalizio porta avanti lavorando con il Cantone, a cui però chiede più chiarezza. In proposito, il presidente ha ricordato la confusione che regna attorno alla questione delle carte ittiche con l’introduzione delle nuove misure di cattura nei principali corsi d’acqua: «Sembrava tutto pronto per sederci a un tavolo e arrivare a una decisione in un paio di settimane, e invece tutto è stato rinviato. A sorpresa il Dipartimento del Territorio ha alzato la misura delle catture a 26 centimetri: cosa che ha contribuito a creare tensioni e incomprensioni con l’UCP. Adesso dobbiamo sederci insieme e trovare al più presto delle soluzioni». Il presidente ha poi ricordato l’ottimo lavoro dello stabilimento di Maglio di Colla, dove sono state prodotte 500 mila uova di trota lacustre, 100 mila di marmorata e 90 mila di fario. Sul progetto di riportare l’alborella nel Ceresio, gli sforzi continuano, sebbene per il momento non vi sia stato nessun avvistamento.
In merito alle conseguenze dei cambiamenti climatici, l’oratore ha ricordato come nel 2023 i livelli dei principali corsi d’acqua sono stati abbastanza buoni grazie ai forti temporali. I problemi principali vanno piuttosto ricondotti alla presenza dei cianobatteri, anche se non si segnalano ripercussioni per la fauna ittica. In tema di inquinamenti, alla soddisfazione dopo aver constatato pochissimi casi e di scarsa importanza l’anno scorso, si contrappone l’amaro in bocca in seguito alla perdita della causa nei confronti dei presunti responsabili (tutti assolti) dell’inquinamento di 7 anni nel Vedeggio. Infine, in tema di rinaturalizzazione dei fiumi, Costa ha messo in guardia sul pericolo di trasformare tratti di fiumi in «piscine pubbliche» a svantaggio della fauna ittica. Al presidente ha risposto Zali, ribadendo l’importanza di introdurre cambiamenti nella pesca (carte ittiche) proprio in sintonia con i mutamenti climatici. Il DT continuerà a impegnarsi in questo ambito: per ora non sono previsti tagli al budget previsto per la pesca.