Chiasso, addio al museo delle figurine Panini
CHIASSO - Negli zombie-movie (dalla Notte dei morti viventi a The Walking Dead) ambientare una scena in un supermercato deserto è praticamente un must. Per George A. Romero – indiscusso maestro del genere – i supermercati erano uno dei simboli più tangibili di quella società che con i suoi film voleva criticare. Camminare in un centro commerciale deserto a Chiasso si può. Entrare al Centro Ovale (che tra l’altro – stando a Tripadvisor – è al settimo posto tra le cose da fare nella cittadina) è un’esperienza surreale. Si può lasciare la macchina all’autosilo – una delle poche cose che garantiscono ai proprietari delle entrate - e poi imboccare il corridoio per entrare nella struttura che, stando perlomeno a quanto si diceva a settembre del 2011, al momento della sua inaugurazione, con i suoi 60 negozi avrebbe rivoluzionato lo shopping nel Sottoceneri. E invece il Centro Ovale si è trasformato in uno dei più grandi flop commerciali mai visti in Ticino. Costato 45 milioni, è oggi al centro di una diatriba legale tra i proprietari e l’unico inquilino rimasto (un centro estetico), e anche l’ipotesi di rilanciare la struttura realizzando un museo – quello delle figurine Panini – sembra essere naufragata. Ma di questo (e delle altre ipotetiche possibilità di rilancio) parleremo in seguito. Prima vorremmo soffermarci su quello che è il Centro Ovale oggi. Entrarci, come detto, è un’esperienza surreale. Si viene accolti da una musichetta diffusa dagli altoparlanti, come in tutte le mall del mondo. Ma a differenza delle altre mall, al Centro Ovale si è gli unici esseri umani presenti nello stabile (ad eccezione di una commessa del centro estetico e del custode). Sulle vetrate trasparenti dei negozi si possono ancora leggere scritte tipo «Chiusura definitiva – Liquidazione totale», «Stiamo lavorando per migliorare gli spazi» o l’ancor più macabro «Nuova apertura luglio 2012» (siamo nel 2019!). Le scale mobili sono bloccate e coperte da un gigantesco telone. Alcuni spazi sono delimitati da nastri bianchi e rossi tipo quelli della polizia e salire ai piani superiori – 4 in totale, più due di autosilo – con l’ascensore non è possibile. L’unica luce proviene, come detto, dal centro estetico che però, essendo mezzogiorno, sta chiudendo. Chiediamo della titolare, che vorremmo intervistare. «Oggi non c’è. Ha fatto il ponte», ci viene spiegato. Peccato. Sarà per un’altra volta.
La risposta era attesa in maggio
Negli scorsi mesi si è parlato con grande insistenza della possibilità di rilanciare il Centro Ovale creando al suo interno - e coinvolgendo nientemeno che la FIFA - un museo delle figurine. Gianni Bellini, il più grande collezionista di album della Panini al mondo, voleva portare a Chiasso la sua gigantesca raccolta. Ma il progetto - come ci ha confermato una professionista coinvolta nelle trattative - si è arenato e quasi certamente non si farà. «L’intenzione - ci viene spiegato - era di essere pronti per la Primavera del 2020, ma avremmo avuto bisogno di una risposta entro l’aprile di quest’anno. Risposta che la proprietà non ci ha potuto dare. Abbiamo aspettato maggio (e poi giugno, ndr) e i collezionisti si sono dunque sentiti liberi di cercare soluzioni alternative». Il museo avrebbe dovuto aprire in concomitanza con Euro2020 e potrebbe aprire in Italia (si parla di Bologna o Modena).
Uffici? C’è un ricorso in ballo
E sempre negli scorsi mesi si è parlato molto anche della riconversione da centro dello shopping a centro per uffici. «È sicuramente un settore - ci viene spiegato da un’altra fonte vicina alla struttura - che potrebbe risollevare le sorti dell’immobile. C’è richiesta per quegli spazi». Richieste però bloccate dalla vertenza tra la proprietà e il centro estetico, che si oppone alla licenza edilizia volta a convertire lo stabile in edificio amministrativo. In febbraio il Governo aveva respinto il ricorso del centro estetico e ora si attende la sentenza del Tribunale Amministrativo.
A casa ha 1,6 milioni di figurine
Promotori dell’iniziativa, che voleva portare a Chiasso il museo delle figurine, erano Gianni Bellini ed Emiliano Nanni. Bellini, di Modena, è considerato il più grande collezionista al mondo. A partire dal 1972 pare abbia raccolto la bellezza di 4.000 album e qualcosa come 1,6 milioni di figurine. Bellini non colleziona solo gli stickers della Panini ma anche gli album di case editrici sparse in giro per il mondo (e negli angoli più impensabili). A Dagospia ha per esempio raccontato di aver a casa album provenienti dall’Afghanistan, dal Camerun, dalla Papua Nuova Guinea, dal Sudafrica e dall’Australia. Un collezionista praticamente a tempo pieno dunque, che lo impegna «dalle quattro alle sei ore al giorno, oltre al lavoro e alla famiglia».