Chiasso vuol tenere viva la fiamma ma il passato ora è un po' più lontano
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«Diamo credito al futuro di Chiasso», si leggeva sul CdT nel marzo 1994 (e sull’insegna del cantiere): due anni dopo, l’allora Credito Svizzero inaugurava la sua sede, interamente rinnovata, in piazza Indipendenza. Trent’anni dopo, lo scorso 3 febbraio, i dipendenti ex Credit Suisse (CS) hanno lasciato, definitivamente, l’edificio per raggiungere i colleghi a Palazzo Mercurio in piazza Bernasconi. Non vi è traccia neppure della rimozione dell’insegna, a differenza di Zurigo dove a metà gennaio i fotografi hanno immortalato la rimozione delle insegne di CS dalla storica sede di Paradeplatz, sostituendole con quelle di UBS. A differenza di Chiasso, infatti, a Zurigo UBS resterà nell’edificio che si affaccia sulla piazza simbolo della finanza elvetica. Certo, Chiasso non è Zurigo e piazza Indipendenza non è Paradeplatz, ma per entrambe le località (e piazze) si è trattato di un evento storico. E per Chiasso anche la fine di un’era. Sì, perché la centralissima piazza chiassese è stata per decenni appannaggio di attività bancarie. Addirittura, è stata la prima in Ticino sulla quale si è insediata una banca confederata: nel 1908, infatti, la basilese Schweizerische Bankverein (Società di Banca Svizzera, oggi UBS) aveva scelto proprio Chiasso per aprire la sua prima agenzia a sud delle Alpi.
E proprio al Bankverein ha iniziato, nel 1980, la sua carriera professionale il sindaco di Chiasso, Bruno Arrigoni. «In quegli anni - racconta - attorno a piazza Indipendenza c’erano i tre principali istituti bancari del Paese (UBS, SBS e il Credito Svizzero) e anche la ticinese BSI, che assieme impiegavano oltre 800 persone. A Chiasso si contavano poco meno di 20 banche in totale, mentre oggi sono rimaste in otto, di cui solo una ancora in piazza Indipendenza (BPS Suisse, ndr)».
Una misura di ciò che un tempo era la quarta piazza finanziaria della Svizzera è data anche dal gettito fiscale, «che ancora nei primi anni Novanta era attorno ai 13-15 milioni di franchi annui, mentre oggi siamo sui 2,5 milioni circa», dice Arrigoni, che però osserva come le imposte alla fonte siano «esplose»: «Attualmente il Comune di Chiasso incassa attorno agli otto milioni di franchi all’anno da frontalieri e residenti con permesso B».
Il declino da metà anni Novanta
Il sindaco della città di confine, da poche settimane a beneficio della pensione, ha vissuto in prima persona il declino della piazza finanziaria chiassese, iniziato all’incirca a metà anni Novanta con la progressiva concentrazione del settore bancario sul solo private banking e conseguente «trasloco» di molte altre attività (traffico pagamenti, trading, tesoreria ecc.) verso le sedi centrali degli istituti. Il colpo finale è arrivato con la fine del segreto bancario nel 2018, «ma i problemi per Chiasso sono iniziati già nei primi anni 2000, con gli scudi fiscali dell’allora ministro del Tesoro italiano Giulio Tremonti, a seguito dei quali si è assistito a ridimensionamenti e chiusure di istituti bancari», osserva Arrigoni, che resta consapevole del fatto che indietro non si torna e guarda con pragmatico ottimismo al futuro.
Iniziando proprio dal settore bancario. Sì, perché dopo molti anni proprio il Palazzo Mercurio di UBS, adiacente al Municipio, si sta ripopolando di attività bancaria: nell’ormai storico edificio (fu progettato nel 1978 e inaugurato nel 1983), oltre al centinaio di dipendenti UBS ed ex CS (la sola UBS, a suo tempo, occupava lo stabile con oltre 300 dipendenti), dalla primavera prossima - come abbiamo riferito lo scorso 18 settembre - ci sarà anche Cornèr Banca che ha preso in affitto alcuni spazi. «Verranno create fino a 190 postazioni di lavoro in svariate funzioni, in ambito carte di pagamento, back-office e IT», conferma una portavoce dell’istituto di credito luganese, mentre nell’attuale sede della banca in via Bossi vi lavorano venti persone.
Un piccolo «ritorno di fiamma»
Il passo di Cornèr Banca è significativo perché rappresenta un timido «ritorno di fiamma» di attività bancaria nella città e conferma l’attrattività di Chiasso proprio per aziende attive nei servizi avanzati ad alto valore aggiunto. «Negli ultimi anni sono arrivate alcune società che operano in ambito fintech, magari poco conosciute ma con significativi numeri di dipendenti, anche cinquanta o cento», spiega Arrigoni, che indica come a Chiasso arrivino «giornalmente circa 15 mila lavoratori, su una popolazione di 8 mila». «Certo, molti sono frontalieri e il fatto di essere situati sul confine con l’Italia è indubbiamente un fattore che gioca a nostro favore - ammette Arrigoni -, ma per chi viene da Sud, Chiasso è più comoda da raggiungere rispetto ad altre aree del Sottoceneri, tant’è vero che vediamo anche aziende già insediate in Ticino che si sono trasferite, o che hanno intenzione di farlo, nel Basso Mendrisiotto». E Chiasso è comoda da raggiungere anche «per i lavoratori che vivono a sud del ponte diga di Melide e che giornalmente sono confrontati con i problemi logistici di recarsi nel Luganese e tornare la sera a casa», sottolinea ancora la portavoce di Cornèr Banca.
Sfitto in calo
C’è la questione del forte traffico verso Lugano, da una parte, ma anche la disponibilità di spazi e, non da ultimo, di alloggi. «Lo sfitto a Chiasso è un problema noto - afferma Arrigoni -, ma l’anno scorso abbiamo registrato l’arrivo di circa un centinaio di nuovi abitanti, anche ex frontalieri spinti verosimilmente dal nuovo regime di tassazione, ma anche dagli affitti nelle località italiane a ridosso del confine che sono spesso simili se non addirittura più elevati dei nostri». Il sindaco fa l’esempio di un cantiere in pieno centro a Chiasso per la costruzione di appartamenti, a dimostrazione del potenziale residenziale della città. Chiasso riuscirà a raggiungere la famosa soglia dei 10 mila abitanti (verso la fine degli anni Ottanta ci era quasi riuscita) necessari per qualificarla come «città» e non più «cittadina»? «Be’, se il progetto di aggregazione con i Comuni limitrofi andrà in porto, questo non sarà più rilevante, perché il nuovo agglomerato potrà contare su una popolazione di oltre 20 mila abitanti», risponde infine Arrigoni.