Stupefacenti

Coca e hashish sulla piazza: il cerchio si chiude con 12 arresti

L’inchiesta coordinata dal procuratore pubblico Nicola Borga, iniziata nell’ottobre del 2022, ha permesso di ricostruire una vasta attività di spaccio nel Sottoceneri – I primi tre «pesci piccoli» sono già stati condannati, nelle maglie della rete anche uno dei presunti capi
A person with money buys a dose of cocaine or heroin or other drug from a drug dealer.
Stefano Lippmann
23.07.2024 06:00

Una quindicina di fermi, dodici arresti e diversi chilogrammi di sostanze stupefacenti. Sono questi i principali numeri che raccontano la portata dell’articolata inchiesta che, da settimana scorsa, è arrivata nell’aula del Tribunale penale cantonale. Lavoro d’indagine – l’inchiesta è coordinata dal procuratore pubblico Nicola Borga – che ha permesso di far emergere, e poi stroncare, un vasto giro di spaccio che ha coinvolto il Sottoceneri. Come detto, martedì scorso il giudice Siro Quadri ha pronunciato le prime sentenze: alla sbarra – in procedura di rito abbreviato – sono comparsi tre spacciatori che agivano nel Luganese. Tre uomini – uno spagnolo, un croato e un dominicano – di età compresa tra i 25 e i 35 anni, considerati, se così vogliamo definirli, pesci piccoli. La punta dell’iceberg verrebbe da dire. Già perché l’inchiesta, cominciata nell’ottobre del 2022, ha permesso di scoperchiare una vasta rete di spaccio. L’attività di analisi e inchiesta da parte degli inquirenti della Polizia cantonale che si sono avvalsi anche di misure tecniche – ci conferma da noi interpellato il Ministero pubblico – ha permesso di ricostruire lo schema dei traffici e i ruoli dei diversi imputati all’interno del sodalizio.

Rifornimenti dalla Lombardia

Complessivamente le forze dell’ordine hanno effettuato una quindicina di fermi e, per finire, sono state arrestate 12 persone. Si tratta sia di cittadini di nazionalità Svizzera sia sia di stranieri, tutti domiciliati nel Luganese e nel Mendrisiotto. Ricostruite anche le dinamiche concernenti il rifornimento dello stupefacente. Cocaina e hashish – questa la droga che veniva rivenduta sulla piazza Luganese, venivano acquistati in Lombardia, trasportata in Ticino e poi messa sul mercato. Si parla di quantitativi degni di nota: senza entrare nei particolari la procura ci conferma che è stato ricostruito un giro di diversi chilogrammi, appunto, di polvere bianca e hashish. Nei primi atti d’accusa stilati dal procuratore pubblico si evince come alcuni spacciatori fossero attivi anche nei pressi di alcune discoteche della regione. Per quel che concerne i prezzi, invece, si parla di dosi di cocaina (tra 0,6 e 0,9 grammi) vendute a 100 franchi l’una, 10-11 franchi al grammo invece per l’hashish e la marijuana.

La figura di spicco

Il lavoro degli inquirenti non solo ha permesso di mettere le manette i polsi dei piccoli spacciatori locali, ma anche di figure gerarchicamente più importanti. I primi tre, come visto, sono stati condannati la scorsa settimana, mentre il prossimo processo si terrà a fine agosto. Nelle maglie della rete della polizia, infine, è finito anche quello che si ritiene essere la figura di spicco dell’organizzazione: il procedimento aperto nei suoi confronti, si fa presente, è alle battute finali.

E il denaro?

Detto dell’attività di spaccio e della provenienza della droga, gli inquirenti sono anche riusciti ad approfondire i flussi di denaro. Un lavoro che ha permesso di far emergere il coinvolgimento di operatori finanziari che, stando alle evidenze, hanno contribuito a facilitare il finanziamento dello stupefacente nonché a riciclare il provento degli illeciti.

Stando a nostre informazioni, tra i vari operatori finanziari risulta esserci anche l’ufficio cambi di un distributore di benzina di Balerna. Non era passata inosservata, in tal senso, la visita degli agenti di polizia lo scorso 22 febbraio: in quell’occasione il titolare era stato prelevato, interrogato, e rilasciato il giorno seguente (vedi CdT del 5 marzo). Allora, il Ministero pubblico ci aveva confermato che l’intervento si era reso necessario per «un’inchiesta finalizzata ad approfondire alcuni flussi di denaro nel contesto di un traffico di stupefacenti». Un cerchio che, davanti ai giudici, si sta ora chiudendo.