Come ti sequestro il souvenir

CHIASSO - Due teste di alligatore imbalsamate, una serie di borsette (apparentemente di marca) risultate prive di certificati Cites, scatole di caviale contenenti quantità eccessive (è consentita, in Svizzera, l'importazione di 125 grammi a persona, senza l'autorizzazione all'importazione) del prelibato e costoso alimento, capi di abbigliamento realizzati con pelli di animali di specie protette, oggetti artistici in avorio, gioielli in corallo, rapaci imbalsamati. È parte del materiale che, ciclicamente, anche di questi tempi, al rientro dalle vacanze all'estero, finisce nelle mani delle guardie di confine della Regione IV. E dal luogo del ritrovamento questo materiale è trasferito a Chiasso, nell'ufficio Cites; qui si applicano le norme contenute nella Convenzione di Washington con cui 180 Paesi si sono impegnati ad attuare severi controlli commerciali su scala internazionale. L'ufficio è situato presso l'Ispettorato doganale Mendrisiotto nella cittadina di confine ed è diretto da Riccardo Pierallini. "Lo scopo della nostra attività è quello di far rispettare le indicazioni della Convenzione di Washington. In pratica, si opera per regolamentare il commercio delle specie protette ed a questo proposito sono state stabilite delle quote che non possono, ovviamente, essere superate. Ci sono così dei prodotti e degli animali la cui importazione è vietata ed altri che possono essere importati solo se l'acquirente è in possesso del documento che permette l'esportazione Cites (rilasciata dal Paese di origine e un'autorizzazione d'importazione dell'Ufficio federale di veterinaria)". Chi sbaglia, continua Pierallini, può rendersi responsabile di un reato penale (che prevede sino ad un milione di franchi di multa e tre anni di carcere) o di un reato amministrativo, che contempla multe fino a 40mila franchi.