L'approfondimento

Come un dessert indonesiano cambiò il mondo: la storia di Fanny Angelina Hesse

All'intuizione di questa studiosa di origini svizzere dobbiamo i progressi esponenziali compiuti, negli ultimi 140 anni, in microbiologia – Ma il mondo l'ha dimenticata – Corrado Nai, microbiologo ticinese residente a Giacarta, ha intrapreso una missione per rendere giustizia a questa figura importante della scienza
Fanny Angelina Hesse, al centro, insieme al marito Walther Hesse (a sinistra). © dalla famiglia Hesse
Giacomo Butti
21.04.2025 06:00

Fanny Angelina Hesse. L'avete già sentita nominare? Forse, anzi probabilmente, no. Benché al suo lavoro – e a quello di suo marito, Walther Hesse – siano direttamente collegati i rapidi progressi compiuti nel campo della microbiologia negli ultimi 140 anni, i meriti di questa donna vissuta a cavallo fra il XIX e il XX secolo sono ancora poco conosciuti. Anche a chi, fra gli scienziati, lavora tutti i giorni con l'agar, una sostanza da lei portata per la prima volta nei laboratori. 

Corrado Nai, microbiologo ticinese residente a Giacarta (Indonesia), è da anni impegnato in un ampio progetto mediante il quale ridare visibilità a una figura, quella di Fanny Angelina Hesse, troppo trascurata. La scorsa settimana, Nai – originario di Locarno – ha raccontato agli studenti del suo ex liceo, in occasione delle giornate autogestite, la storia di questa donna: una storia che parla di ricerca scientifica, di un pudding indonesiano, della Svizzera e, sì, anche di un fumetto.

Vi proponiamo un viaggio alla scoperta di Fanny Angelina Hesse tramite il lavoro condotto da Nai, seguito da un'intervista allo stesso microbiologo.

La storia

Pubblicata sulla rivista dello Smithsonian, e presentata ai liceali locarnesi, la ricerca di Nai verte sul primo utilizzo in laboratorio dell'agar, una sostanza gelatinosa di origine vegetale che, mescolata con altri nutrienti, favorisce la crescita di batteri e di altri microrganismi, permettendone così lo studio.

L'idea, appunto, è dovuta a Fanny Angelina Hesse. Nata a New York il 22 giugno 1850, Hesse era figlia di Gottfried Eilshemius – un ricco mercante olandese emigrato negli Stati Uniti – e di Cécile Elise Robert, cittadina svizzera. La madre, cugina del pittore elvetico Louis Léopold Robert, era nata in Ticino, a Lugano. Ma non è, quello delle origini materne, l'unico legame di Hesse con il nostro territorio. Nel settembre 1865, all'età di 15 anni, fu infatti mandata in una scuola di perfezionamento a Neuchâtel per imparare il francese e l'economia domestica. Ed è in Svizzera, a Ginevra, che nel 1874 sposò Walther Hesse, medico tedesco conosciuto in America.

Nel 1880, in Germania, Walther Hesse – già interessato a studi di patologia – venne a contatto con il batteriologo (e, più tardi, premio Nobel) Robert Koch, il quale avviò lui e la moglie nelle ricerche sui microbi. Secondo una versione ridotta e tradotta in inglese della più ampia biografia scritta dal nipote Wolfgang Hesse (mai pubblicata integralmente), Fanny Angelina Hesse era la «principale sostenitrice di Walther in molti progetti» e lo aiutava nelle sue ricerche di laboratorio.

Campo in pieno sviluppo, all'epoca la microbiologia soffriva di un grave, gravissimo problema: i ricercatori non disponevano di un metodo efficace per coltivare microrganismi. Come supporto si utilizzavano allora fette di patata – che non permetteva grandi osservazioni, essendo altamente opaca – o gelatina animale – che però si scioglieva alle alte temperature necessarie per coltivare i batteri. 

Nell'estate del 1881, quindi, la svolta avvenne proprio grazie agli Hesse. Utilizzatissimo nel Sud-est asiatico, l'agar – zucchero complesso ottenuto dalle alghe rosse – fino al XIX secolo aveva applicazioni principalmente culinarie: era usato nelle zuppe e come ingrediente per creare dolci, quali il pudding. Per metà olandese, Fanny Angelina conosceva la cucina indonesiana (il Paese asiatico fu per secoli colonia di Amsterdam) e utilizzava regolarmente l'agar in cucina. Fu lei a parlare a Walther delle proprietà di questa sostanza, che si rivelò perfetta per la coltura di microrganismi in laboratorio: resistente alle alte temperature, trasparente e facilmente sterilizzabile, oltre che conservabile per lunghi periodi di tempo.

Walther Hesse condivise la scoperta con Robert Koch, che utilizzò l'agar per portare avanti i suoi studi sulle cause della tubercolosi. Il gel vegetale si rivelò utile (Koch lo citò nel suo studio) per la scoperta del Mycobacterium tubercolosis alla base della malattia, ma il batteriologo tedesco non menzionò il contributo degli Hesse alla sua ricerca.

Utilizzatissimo da fine Ottocento in poi, l'agar è così importante nella ricerca scientifica che durante la Seconda Guerra Mondiale, quando il Giappone (allora principale produttore della sostanza) impose un blocco all'esportazione, il Regno Unito ne riconobbe la carenza come un'emergenza nazionale. Dal suo primo utilizzo, del resto, la sostanza gelatinosa ricavata dalle alghe ha funto da terreno di coltura per innumerevoli scoperte che – non è un'esagerazione – hanno cambiato il corso della storia: dagli antibiotici ai vaccini. E, ancora oggi, non esiste un'alternativa valida all'agar per gli studi in laboratorio.

Ricerca e divulgazione a fumetti

Fanny Angelina Hesse morì nel 1934, 23 anni dopo il marito. Ai due, in vita, non venne riconosciuto il grande apporto dato alla scienza. Forse anche per modestia della stessa Hesse, che – secondo la versione breve della biografia redatta dal nipote Wolfgang – «non parlava mai» del suo contributo alla microbiologia e batteriologia. Ma l'impatto della donna di origini svizzere sullo sviluppo di queste branche della scienza è oggi più evidente grazie al lavoro condotto dallo stesso Nai, uno studio multidisciplinare che, ha spiegato lo stesso microbiologo agli studenti del LiLo, concilia «scienza, storia e arte». Già, perché per meglio inquadrare il personaggio di Fanny Angelina Hesse, il microbiologo ha dovuto vestire i panni dello storico, collaborando con la bisnipote della donna, Ursula Angelina von Stockhausen, nella ricerca di inedite illustrazioni scientifiche possedute dalla famiglia Hesse, e che erano state menzionate dallo stesso Wolfgang Hesse nei suoi scritti.

La ricerca si è dimostrata fruttuosa. Nel 2023, una serie di acquerelli è tornata alla luce grazie al lavoro di Nai e della famiglia Hesse: illustrazioni che, nella loro precisione, mostrano come la donna fosse molto più che un'aiutante del marito, ma un'abile illustratrice scientifica e una studiosa di microbiologia a pieno titolo. Il CdT ha ottenuto una copia delle illustrazioni, insieme ad alcune foto dell'epoca che ritraggono Fanny Angelina Hesse insieme ai suoi famigliari.

Bisnipote di Fanny Angelina, Frank Hesse (al centro), alla consegna delle illustrazioni all'Istituto Robert Koch di Berlino, dopo la collaborazione con Corrado Nai. © Dalla Famiglia Hesse
Bisnipote di Fanny Angelina, Frank Hesse (al centro), alla consegna delle illustrazioni all'Istituto Robert Koch di Berlino, dopo la collaborazione con Corrado Nai. © Dalla Famiglia Hesse

Ma non finisce qui. Dallo scorso anno, Corrado Nai ha avviato un progetto di divulgazione scientifica che passa dai disegni. E un fumetto che racconta la storia di Fanny Angelina Hesse è attualmente in produzione grazie alla collaborazione di Nai con un team di scienziati e artisti provenienti da tre continenti diversi. Un fumetto realizzato con tecniche varie e innovative: alcune immagini, ad esempio, saranno create tramite la cosiddetta agar art: la coltivazione di batteri che, possedendo diversi colori, vengono disposti in modo da generare un'immagine.

Un'immagine di Fanny Angelina Hesse creata grazie all'agar art. © Aleksandra Wudzinska & Jef Boeke, NYU (via fanny-hesse-graphic-novel.site) / Pro Litteris
Un'immagine di Fanny Angelina Hesse creata grazie all'agar art. © Aleksandra Wudzinska & Jef Boeke, NYU (via fanny-hesse-graphic-novel.site) / Pro Litteris

L'intervista

Ma come è nato il proposito di rendere giustizia a Fanny Angelina Hesse? E come è arrivato a tradursi in fumetto? Ce lo racconta lo stesso Nai. «La capacità di crescere microbi in laboratorio è un fatto importantissimo per la scienza, ora come in passato. Dal fascino personale per questo procedimento è nata la volontà di far conoscere a tutti non solo questa tecnica importante per la mia professione di microbiologo, ma anche chi l'ha ideata». Insomma, Nai ha provato a mettere la figura di Fanny Angelina Hesse sotto un microscopio. «Medium visivo, il fumetto permette di rendere visibile ciò che sinora era invisibile». Parlare di microbi, ci spiega poi Nai, può diventare velocemente troppo complicato o noioso. Farlo per immagini permette di mantenere fresco il discorso, e accessibile a tutte le età. «Sono cresciuto leggendo fumetti e mi piace ancora leggerli di tanto in tanto. Spero, così, di raccontare una storia che possa essere apprezzata da tutti».

Avviato da quasi un anno e mezzo, questo progetto di divulgazione scientifica "a fumetti" mira anche a ridurre le distanze con gli esseri umani che ne sono protagonisti. «Fra il materiale ricevuto nel settembre 2023 dalla famiglia Hesse c'erano documenti personali e interessanti che in un normale articolo di divulgazione scientifica sarebbero stati tralasciati, andando persi». Con il fumetto, invece, alla scienza «si può sommare la memoria, presentando un lato sconosciuto e più umano di una personalità pubblica». E, non a caso, del team attualmente impegnato nella costruzione dell'opera fa parte anche Frank Hesse (vedi foto sopra), bisnipote di Fanny Angelina, che ha assunto un ruolo di consulente e di collegamento ai discendenti della ricercatrice: «Per me è molto importante che la famiglia sostenga il progetto, che sarà anche più accurato grazie a informazioni che solo loro possono fornire».

Pur puntando a divulgare, molto semplicemente, una storia poco conosciuta e interessante. il progetto tocca inevitabilmente un altro grosso tema: la tendenza a sottovalutare il ruolo femminile nella scienza. Da noi interrogato su questa questione, il microbiologo ammette: «Da papà a tempo pieno (come ama definirsi, ndr) di una bambina, sarei furioso se mia figlia facesse qualcosa di sorprendente, di importantissimo per la società, e venisse dimenticata, come lo è stata Fanny Angelina Hesse. Non mi piacciono i ruoli fissi nella società e sono contento di vedere interesse in questa storia che ha come protagonista un personaggio femminile. Abbiamo bisogno di più storie di questo tipo».

Partito ufficialmente nel dicembre 2023, il progetto è stato finanziato tramite Kickstarter, un sito web creato appositamente per la raccolta fondi a favore di progetti creativi. «Abbiamo raccolto, sin qui 15 mila dollari e il lavoro procede spedito: abbiamo già scritto più o meno il 30% della storia». Se dovesse trovare la disponibilità di una casa editrice, e idealmente, di altri finanziatori «legati al mondo della microbiologia», il fumetto potrebbe arrivare nelle librerie, anche quelli ticinesi, entro due anni. «Sperando, poi, di raggiungere il maggior numero possibile di lettori», conclude sorridendo Nai.

Qui, in anteprima per il CdT, alcune pagine del fumetto creato da Corrado Nai:

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