Consumatori

Commestibili anche dopo la data di scadenza: «Utile indicarlo sui cibi»

L'Europa pensa alla dicitura «spesso buono oltre» per evitare lo spreco alimentare - Ivan Campari dell'ACSI: «Idea molto interessante, ma affidiamoci sempre ai nostri sensi e cerchiamo di seguire la lista della spesa»
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Michele Montanari
10.03.2023 11:30

«Spesso buono oltre». Per ridurre gli sprechi ed aiutare il consumatore ad essere più consapevole nell’acquisto dei prodotti, la Commissione europea ha proposto di aggiungere una nuova etichetta, con la scritta «spesso buono oltre», accanto alla classica «da consumarsi preferibilmente entro». Un provvedimento — al momento si tratta di una bozza — che ha come scopo ultimo quello di ridurre lo spreco alimentare e, di riflesso, l'impatto ambientale. E in Svizzera la proposta è valutata positivamente. Ivan Campari, redattore de La borsa della spesa, la rivista dell’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI), commenta: «Un’iniziativa di questo tipo non guasterebbe in Svizzera. La dicitura "spesso buono oltre" è sicuramente interessante. Certo, poi bisogna vedere come verrà sviluppata nei dettagli, ma il concetto, in generale, è molto interessante». Già, perché attualmente sulle etichette non vi è nessuna indicazione che possa aiutare il consumatore a capire quali prodotti possono essere ancora commestibili, nonostante la data di scadenza. Campari spiega: «Nelle etichette presenti sui prodotti in commercio, oggi, non c’è nessun aiuto per il consumatore rispetto a questo tema. Magari ci sono casi specifici di cui non sono a conoscenza, ma in generale non ho mai visto etichette che diano consigli oltre alla data di scadenza. Un’indicazione in tal senso potrebbe essere davvero utile, non vedo controindicazioni, a parte che poi si pone il problema dello spazio sulle etichette: ormai si cerca di mettere ogni tipo di informazione e bisognerà capire come farci stare, in maniera efficiente, tutto quello che è importante».

Oltre la data di scadenza

Ma quali sono quei prodotti che potrebbero cadere nella definizione «spesso buono oltre»? L’ACSI ci viene in aiuto: nel febbraio del 2022 ha infatti pubblicato un documento scientifico realizzato in collaborazione con foodwaste.ch, Tavolino Magico e l’università ZHAW di Zurigo. Prima di mostrare qualche esempio (nell'immagine sotto), Ivan Campari evidenzia: «Nel documento ci sono linee guida con basi scientifiche, noi siamo favorevoli a combattere lo spreco alimentare, ma è bene sottolineare che la salute viene sempre al primo posto. Occorre, dunque, bilanciare queste due esigenze. Il consiglio di base è quello di affidarsi sempre ai propri sensi, quindi olfatto, gusto e vista, perché spesso bisogna prima di tutto giudicare personalmente un determinato alimento per capire se è ancora commestibile».

 

Ogni anno 2,8 milioni di tonnellate di cibo sprecato

In Svizzera quanto cibo si butta? Ivan Campari constata: «Tendenzialmente negli ultimi anni non ci sono stati grandi miglioramenti. In Svizzera, generalmente, in un anno viene sprecato un terzo di tutto il cibo commestibile. Sono cifre elevate». Dati del Politecnico di Zurigo alla mano, nel 2019 circa 2,8 milioni di tonnellate di cibo prodotto nel nostro Paese o importato per il consumo in Svizzera sono state sprecate. Un dato, questo, che corrisponde a circa 330 chili di perdite alimentari evitabili per persona all'anno. Il membro dell’ACSI ricorda: «Nel 2019 abbiamo partecipato al lancio della campagna Save Food, Fight Waste, che è tutt’ora in corso. Proponiamo diverse iniziative per aumentare la consapevolezza su questo tema, ma sicuramente si potrebbe fare molto di più».

La lista della spesa

Il problema dello spreco alimentare parte dalla base, ossia da quando si decide di andare a fare la spesa. Come organizzarsi dunque? Ivan Campari fornisce qualche consiglio: «Prima di tutto, sarebbe bene fare una lista della spesa ed attenersi ad essa, evitando di comprare prodotti non previsti. I supermercati, con le varie offerte, sono pensati proprio per farci comprare più cose possibile, o magari confezioni più grandi. Se si segue una lista della spesa — prosegue l’esperto — si evita di trovarsi con più alimenti, che poi magari vanno a male e si devono buttare via. È utile anche la pianificazione dei pasti: se ci si fa un’idea di cosa si vuole mangiare, addirittura nell’arco di una settimana, poi si riesce a razionalizzare la spesa». Ivan Campari conclude: «Quando si decide di fare la spesa all’ultimo minuto, senza rendersene conto, si comprano troppi generi alimentari o prodotti che scadono in fretta. Chiediamoci se sia davvero necessario e conveniente comprare i prodotti solo perché sono in offerta. Spesso non si riesce neppure a consumarli». E anziché trovarli nel piatto, finiscono nel sacco.