Con gli occhi verso il cielo ma da un monte diverso

Dopo aver permesso di scrutare il cielo per un quarto di secolo, l’osservatorio del Monte Generoso ha preso letteralmente il volo circa 10 giorni fa, in elicottero. La nuova casa del telescopio sarà bernese. In futuro permetterà infatti di osservare gli astri dalla collina del Gurten, dove sarà appunto trasferito. Ma la regione non perderà la possibilità di osservare da vicino stelle e pianeti.

L’addio alla vetta
Contro la scelta della Ferrovia Monte Generoso di rinunciare all’osservatorio si sono opposti in tanti - Comuni della regione, appassionati, studenti e Cantone - ma nulla ha fatto tornare sui suoi passi la FMG. «Purtroppo non vediamo alcuna possibilità significativa per l’utilizzo futuro dell’osservatorio in vetta al Monte Generoso», aveva commentato il direttore della FMG Lorenz Brügger lo scorso ottobre.
Chi aveva lottato per mantenere l’offerta sul monte momò non si è però dato per vinto e da subito si è attivato per cercare un’alternativa alla vetta. Anche perché non tutto il materiale presente lassù è stato portato nel canton Berna. L’idea iniziale era di trovare un luogo con una buona visibilità magari in località Balduana, o sopra Sagno, oppure in alta Valle di Muggio, dove poter continuare a proporre delle osservazioni. Il Monte Generoso è infatti un punto particolarmente idoneo all’osservazione del cielo.
Questa possibilità non ha però portato i frutti sperati. «Sul Generoso ci sono diversi luoghi interessanti che potrebbero essere sfruttati per osservare il cielo, purtroppo però i progetti per creare un nuovo punto di osservazione non sono andati in porto, non solo per i loro costi ma anche per la logistica», spiega Paolo Danielli, municipale di Mendrisio ma anche docente di fisica al Liceo del capoluogo e in prima linea nella difesa dell’osservatorio. Non è infatti necessario solo un posto ideale per osservare il cielo, ma anche disporre di una struttura per depositare materiale e strumenti delicati: «Costruire qualcosa ex novo è difficile e trovare collaborazioni con chi è proprietario di terreni ed edifici non è sempre semplice».
Il piano C
Nemmeno veder sfumare questa possibilità ha però fatto demordere chi si sta occupando di questo progetto (a tirare le redini è Francesco Fumagalli, responsabile dell’Osservatorio di Carona e progettista di quello sul Generoso).
Sul tavolo ora c’è quindi una sorta di piano C, che però non ha per niente le sembianze di un ripiego. L’idea - che sembra a un passo dalla concretizzazione - è di coinvolgere proprio l’osservatorio di Carona, «che ha grande potenziale di sviluppo, portando lì la strumentazione prima sul Generoso e ampliando l’offerta attuale», spiega Danielli. In futuro l’osservatorio sulle pendici del San Salvatore potrebbe in quest’ottica «non essere solo didattico, ma diventare un osservatorio d’eccellenza, aperto al pubblico e a disposizione anche per fini di ricerca, ad esempio per liceali alle prese con i lavori di maturità o anche per progetti universitari». La struttura di Carona inoltre offre anche un’altra possibilità strategica: «È già cablata e quindi è idonea anche per trasmettere osservazioni via computer, ad esempio a scuola».
Come anticipato a mancare è solo l’ufficialità, o meglio un aiuto da parte della Città di Lugano, che si era detta disposta a dare una mano, o almeno a valutare l’idea. L’osservatorio Calina – questo il nome della struttura di Carona, di proprietà della Città di Lugano – ha fame di spazio e vorrebbe infatti ampliarsi. «Se il Municipio aiuterà, tutto sarà più facile. Per ora manca l’ufficialità a livello politico, ma speriamo che il tutto possa andare in porto in tempi brevi», conclude Danielli che per il momento approfitta dell’ubicazione temporanea trovata per la strumentazione prima sul Generoso per proporre piccole osservazioni ai suoi studenti del liceo. Questo materiale è infatti attualmente custodito nel bunker della scuola mendrisiense.
