Con la polizia di prossimità la Città è più sicura
Non l’ha mai nascosto, il Municipio di Bellinzona. L’eventualità di una polizia unica in Ticino, rilanciata a fine 2020 dal sindacato OCST e dall’iniziativa parlamentare generica inoltrata da 16 granconsiglieri di diversi partiti, non gli fa certamente fare i salti di gioia. Preferisce di gran lunga una PolCom presente in modo capillare sul territorio (con, anche, l’antenna di Giubiasco), svolgendo quelle attività di prossimità che sono il cuore nevralgico della stessa azione degli agenti impegnati 24 ore su 24 in un centro urbano e nel suo comprensorio per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Più autonomia ai poli, d’altronde, è auspicata pure dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
I diversi scenari sono al vaglio dello speciale gruppo di lavoro nel quale siedono i rappresentanti comunali. Il punto di partenza, oltre alle alternative sul tavolo, è l’ottima esperienza dello Stato maggiore cantonale di condotta istituito dal Governo durante la prima ondata pandemica; quella, per intenderci, della primavera 2020 che era sfociata nel lockdown che ci aveva costretti praticamente tutti a casa per un mese abbondante.
Non solo statistiche
L’emergenza sanitaria ha condizionato in modo importante pure l’organizzazione della Polizia nella Turrita, con gli agenti accorpati al servizio centralizzato di sicurezza. Un anno particolare, lo scorso, che è difficile (se non impossibile) paragonare con quelli precedenti. Il CdT è comunque andato a spulciare le statistiche degli interventi da quando è realtà l’aggregazione, prendendo come base di partenza i consuntivi 2018 (il primo, «vero», della nuova Bellinzona), 2019 e 2020 (che passerà presto al vaglio del Legislativo). Lo abbiamo fatto per capire com’è la situazione all’ombra dei castelli e per farci un’idea degli interventi più frequenti da parte dei nostri tutori della legge (una trentina), i cui effettivi attendono però ormai da anni di essere potenziati.
Furti praticamente stabili
Il pattugliamento sia diurno sia notturno è l’attività che più di altre occupa, come normale che sia, il Corpo cittadino. Complessivamente nel 2020 ne sono stati svolti (compresi il controllo del territorio e della circolazione) quasi 26.000, in crescita rispetto ai due anni precedenti (oltre 3.000 in più). Una settantina al giorno, in pratica. Il che equivale a più di cinque per ogni quartiere. La copertura del comprensorio, insomma, è decisamente lusinghiera. Si tratta di quella prossimità di cui dicevamo poche righe fa e che fa sentire la popolazione al riparo da eventuali spiacevoli sorprese (come la «visita» di ladri, ad esempio: i furti sono rimasti pressoché stabili, passando da 19 a 24). Sono aumentati, anche, gli interventi relativi all’ordine pubblico o per richieste e/o segnalazioni da parte dei cittadini: 8.259 rispetto ai 7.722 del 2019, cifra in ogni modo di poco inferiore a quella del 2018 (8.751).
Nella fattispecie evidenziamo il disturbo alla quiete pubblica (in media una settantina di casi all’anno, numero stabile), le liti in famiglia e/o relative a violenza domestica (si sono dimezzate rispetto ai due anni prima: 51 nel 2018, 54 nel 2019 e 27 nel 2020) e gli interventi per lite, rissa o per problemi sociali (280 l’anno scorso contro i 219 del 2019 e i 268 del 2018). In netta diminuzione le constatazioni per danneggiamenti o atti vandalici (104 nel 2018, 96 nel 2019 e soltanto 50 nel 2020). Dicevamo delle richieste o segnalazioni di privati; sono in sostanza calate di poco rispetto al 2019 (1.799 invece di 1.882), ma in modo rilevante se confrontiamo il dato di cui sopra con quello del 2018 (2.285).
Radar, calano gli incassi
Gli agenti della PolCom guidati dal comandante Ivano Beltraminelli hanno dovuto far fronte ad un numero fortunatamente in calo di interventi relativi alle contravvenzioni alla Legge federale sugli stupefacenti: 52 casi nel 2020 contro i 73 del 2019 e gli 87 dei dodici mesi precedenti. In picchiata, pure, le constatazioni di danneggiamenti e gli atti vandalici. Vi sono, inoltre, quegli interventi meno frequenti ma non per questo meno significativi. Ci riferiamo in primis all’accattonaggio (solo 2 casi nel 2020 contro i 22 del 2019 e i 37 del 2018), il littering (da 8 si è saliti a 20), i cani non tenuti al guinzaglio e altre inosservanze (da 46 a 38) e gli sfratti (sono stati 18 nel 2020 rispetto ai 23 dell’anno prima).
La pandemia ed il lockdown hanno influito, quello certamente, sulle seguenti voci. Innanzitutto le infrazioni relative ai parcheggi: nel 2020 sono stati incassati poco più di 13.000 franchi (come nel 2018) rispetto ai 17.280 del 2019. L’incasso dell’autosilo della Cervia, di proprietà della Città, è sceso da una media negli ultimi sette anni di 685.000-700.000 a 544.000 franchi. In calo, infine, gli incassi dei parcheggi (1,5 milioni contro 1,7), dei parchimetri (da 1,3 a 1,1 milioni) e quelli riguardanti i controlli radar (da 254.000 a 188.000 franchi).