Sentenza

Condannati per la maxi truffa COVID

Quattro anni all’imprenditore e tre anni e quattro mesi al dentista che hanno ottenuto impropriamente a vario titolo 1,5 milioni di prestiti dalla Confederazione - Il giudice: «Ne hanno approfittato nel modo più esecrabile possibile» - Entrambi saranno espulsi
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La Corte delle assise criminali, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha condannato a quattro anni di carcere un imprenditore italiano sessantenne a tre anni e quattro mesi un dentista suo compatriota. Entrambi saranno espulsi per otto e cinque anni dalla Svizzera. I due sono stati ritenuti colpevoli, a vario titolo, di aver messo in atto la più grande truffa sui prestiti COVID riscontrata in Ticino, ottenendo impropriamente 1,5 milioni di franchi.

«Hanno agito per puro fine di lucro per migliorare la loro situazione economica, che nel caso del dentista era già agiata - ha motivato succintamente Pagnamenta. - Traspare un egoismo inqualificabile. Hanno approfittato nel modo più esecrabile possibile dei fondi messi a disposizione dalla Confederazione con un comportamento suscettibili di minare la fiducia tra Stato e cittadino. Hanno approfittato di un ammortizzatore sociale che serviva ad aiutare chi si trovava in difficoltà». L’espulsione, con una condanna simile, è automatica, ma la Corte ha tenuto a precisare che l’avrebbe pronunciata anche se fosse stata facoltativa: «Comportamenti del genere non possono essere accettati». Il procuratore pubblico Daniele Galliano aveva chiesto la condanna a 5 e 4 anni, mentre l’avvocato Michele Rusca, legale d’ufficio dell’imprenditore, ne chiedeva una contenuta in trenta mesi e l’avvocato Costantino Castelli, che assisteva il dentista, il totale proscioglimento.

Come riferito ieri, a essere in dubbio non era tanto che gli importi fossero stati ricevuti dai due, quanto sulle rispettive responsabilità, con i due imputati che in aula avevano scaricato parte di colpa l’uno sull’altro. La Corte ha in sostanza accolto la ricostruzione del procuratore Galliano: «L’imprenditore ha avuto un ruolo maggiormente profilato nella vicenda: è stato il primo a scommettere sulla truffa e ha segnato la via per le truffe successive - ha detto Pagnamenta. - Il dentista è stato inizialmente coinvolto da lui», e si è poi fatto parte attiva a sua volta nelle tre truffe successive. Le reciproche chiamate in correità sono state ritenute veritiere.