Ticino

«Condizioni perfette», la stagione dei funghi è lanciata

Il caldo umido e le abbondanti piogge hanno anticipato di due-tre settimane il tempo della raccolta - Panzini «Non sottovalutate i rischi della montagna e pensate a chi arriva dopo di voi» - Chiesti anche maggiori controlli da parte delle autorità
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Martina Salvini
06.08.2021 18:27

Caldo umido prima, acquazzoni dopo. Un mix perfetto per il proliferare dei funghi. Così, con due-tre settimane di anticipo rispetto al solito, i fungiatt possono già sbizzarrirsi alla ricerca del pregiato bottino. «Da qualche giorno, a 1000-1.500 metri vediamo già quantità sostanziose di funghi», conferma Francesco Panzini, presidente della VAPKO - l’associazione svizzera degli organi ufficiali di controllo dei funghi -, sezione della Svizzera italiana. «Per il momento, siamo ancora nelle zone di latifoglie, prima dell’abetaia. Ma si trovano già anche i porcini».

Il fattore meteo

Tra le zone più ricche di miceti ci sono la Vallemaggia e la Valle Verzasca, ma anche la Leventina e la Valle di Blenio. «Siamo appena agli inizi della stagione, che se il tempo ci assisterà potrebbe protrarsi fino a fine ottobre o l’inizio di novembre». E se è presto per sapere se si replicherà il record del 2018 e del 2019, «le premesse sono senz’altro ottime». Merito, lo dicevamo, delle condizioni meteorologiche. «Con il caldo pazzesco delle scorse settimane, il terreno si è scaldato molto. L’arrivo delle piogge intense, poi, è stato una manna. Queste, infatti, sono le condizioni ideali per la crescita dei funghi termofili», spiega Panzini.

Regole e sicurezza

Ma per chi intende avventurarsi nei boschi, la regola principale rimane quella di «usare la testa». «Ogni anno si registrano almeno due o tre morti, persone che di solito cadono mentre sono a cercare funghi. La cosa migliore sarebbe andare accompagnati da qualcuno più esperto, che sa dove andare e - soprattutto - dove mettere i piedi. Capita spesso, infatti, che ci si ritrovi a girare a vuoto per ore, senza sapere bene in che direzione andare». Inoltre, le abbondanti piogge cadute nei giorni scorsi hanno reso impraticabili molti sentieri. «Alcuni sono sbarrati, a causa degli scoscendimenti e dei rami caduti. È inutile e pericoloso ostinarsi a proseguire. Meglio cercare altrove e cambiare zona». C’è poi un altro punto sensibile, secondo il presidente della VAPKO. «Con i social sempre più persone postano immagini del proprio bottino e nei commenti se ne leggono davvero di tutti i colori. Sulla commestibilità dei miceti non si scherza: al minimo dubbio è importante rivolgersi al servizio gratuito della VAPKO. È semplicissimo: basta andare sul sito, cercare il controllore più vicino, e poi chiamare per fissare l’incontro e fugare ogni dubbio».

Controlli da potenziare

Panzini auspica maggiori controlli sulle quantità da parte delle autorità. «Personalmente, in Ticino non sono mai incappato in un controllo in tutti questi anni», dice. «Non dico di imitare quanto viene fatto nel Canton Grigioni, dove il limite è di due chili e occorre quasi andare in giro con la bilancia per evitare multe salate, ma qualcosa in più andrebbe fatto. Si parla spesso di permessini o patentini, ma non serve a nulla se poi nessuno verifica. Funziona esattamente come per la circolazione stradale: in pochi rispettano il limite di velocità indicato dai cartelli se non hanno la certezza di essere pizzicati dai radar».

Rispetto per gli altri e la natura

Anche perché «la gente è egoista e ingorda: ho visto persone con raccolte di 20-30 chili». La quantità giornaliera fissata - 3 chili - invece «è più che sufficiente. Dopo la raccolta, infatti, occorre tempo per pulire i funghi, essiccarli e sistemarli per la conservazione a lunga durata». In generale, secondo Panzini, dovrebbe valere la regola del rispetto: «Rispetto per la natura ma anche per chi arriva dopo di noi. In questo senso, va condannato chi va a cercare funghi per poi commerciarli».