«Siamo di fronte a una nuova ondata, mettete la mascherina»
La pandemia non è finita. 2.419 nel weekend. 1.068 tra lunedì e martedì. 1.277 tra martedì e mercoledì. 859 tra ieri e oggi. Sono i contagi da COVID-19 registrati in Ticino questa settimana. Se due settimane fa le persone ricoverate in ospedale con il virus erano 88, sette giorni fa erano 119 e oggi sono 114. Le autorità cantonali hanno quindi organizzato un momento informativo per la popolazione sul tema coronavirus. A Palazzo delle Orsoline sono presenti il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità (DSS), il medico cantonale Giorgio Merlani e Giovan Maria Zanini, farmacista cantonale. È presente anche il presidente dell'Ordine dei medici.
La diretta
«Il virus non è sparito, si tratta di una nuova ondata della sottovariante Omicron, meno virulenta della Delta ma che crea un numero alto di ospedalizzazioni e decessi tra chi non è vaccinato o è a rischio», ha dichiarato De Rosa. Il Ticino ha quindi deciso di riorganizzare nuovamente il sistema sanitario. Le riaperture dei pronto soccorso dell'ospedale Italiano di Lugano e dell'ospedale di Faido sono state quindi posticipate. Inoltre verrà rafforzato il dispositivo ospedaliero e i letti riservati ai pazienti COVID saranno fino a 210. Anche il personale torna a essere sotto pressione. I contagi anche tra il personale sanitario e sociosanitario porta ad assenze importanti. L'obiettivo di oggi è sensibilizzare la popolazione nel continuare a proteggere sé stessi e le altre persone. In particolare, «usare maggiormente la mascherina, soprattutto nei luoghi affollati».
Il Consiglio di Stato ha anche deciso di mandare una lettera a Berna per chiedere di rinunciare all’abrogazione della situazione particolare. «Molte persone si stanno ammalando di COVID, che non è una semplice influenza. Dobbiamo avere rispetto di questo virus che continua ad avere ospedalizzazioni e purtroppo anche decessi. E di cui non sappiamo gli effetti a lungo termine».
Il dottor Merlani ha quindi mostrato i dati sui contagi ticinesi. «Quello che preoccupa è che sono tornate ad ammalarsi le persone più anziane e vulnerabili. La buona notizia è che la pendenza della curva è cambiata». Una persona su due che si sottopone al tampone risulta positiva. Ma «molti non si testano, perché gli incentivi a testarsi sono scesi» (non bisogna informare i contatti per la quarantena) e la stanchezza è normale. Ma il Cantone basa i suoi dati sui tamponi e quindi è quasi impossibile prevedere la situazione negli ospedali nelle settimane a venire.
Il Canton Ticino ha affidato dei test al laboratorio della SUPSI. Viene cercato il virus nelle acque reflue (fognature), che consente di stimare com'è la circolazione del virus. Tra i punti di raccolta c'è quello di Bioggio, che è molto vicino alla situazione reale dell'intero cantone.
«Basandosi sui dati delle acque reflue, si nota che a inizio febbraio è stato tolto l'obbligo di quarantena e nei sette giorni successivi la curva dei contagi ha smesso di scendere, si è assestato e ha ricominciato a salire - ha aggiunto il dottor Merlani -. Anche dopo il freedom day si notano i cambiamenti nella curva. È chiara la correlazione con l'andamento del virus». E sappiamo che la variante Omicron 2 è molto più contagiosa».
Quindici giorni fa avevamo già la metà dei casi di COVID legati a Omicron 2. «In questo momento circola praticamente solo la Omicron 2 in Ticino. E quindi possiamo dire che dovremmo avere raggiunto il picco».
Il medico cantonale ha precisato: «Il virus non è diventato "solo un raffreddore". Se ci sono meno ospedalizzazioni non è perché la COVID è diventata più buona. È la popolazione che è meno vulnerabile, perché ha sviluppato degli anticorpi. All'inizio non avevamo nessuna difesa contro un virus nuovo. Abbiamo avuto quattro ondate, ci siamo vaccinati, siamo entrati in contatti con il virus in un modo o nell'altro. È quindi la popolazione che è cambiata. Non si può escludere l'infezione, ci si infetta, ci si ammala, alcuni con sintomi come l'influenza e altri con sintomi più importanti, ma il virus è lo stesso. Siamo noi diversi. Se avete dubbi su questo, andate a vedere i Paesi in cui il tasso di vaccinazione è molto più basso e vedrete che il tasso di ospedalizzazioni e mortalità è molto più alto».
Attualmente abbiamo di nuovo toccato e superato i 20 ricoveri COVID in 24 ore. «Che si sommano agli altri e portano una certa pressione sul sistema ospedaliero». Il medico cantonale ha quindi aggiunto: «Non voglio fare la predica a nessuno, ma mettere la mascherina quando andiamo a fare la spesa non è un gesto così complicato che ci toglie la libertà. Il freedom day è diventata la clausura per tutti i vulnerabili, in pericolo se gli altri non mettono la mascherina. Non chiedo chiusure, non chiedo limitazioni alla libertà. Chiedo di riflettere se è veramente così difficile, quando siamo al chiuso con altre persone, mettere la mascherina. Perlomeno finché i dati sono così alti».
Ha quindi preso la parola il farmacista cantonale. «Tra la popolazione 16-64 anni il tasso di vaccinazione in Ticino è del 79,15%. Il consiglio federale in ottobre aveva fissato un obiettivo che allora ci sembrava molto ambizioso: arrivare all'80%. E tutto sommato lo abbiamo raggiunto. Stessa cosa vale per gli over 65».
«Ha ancora senso vaccinarsi? Chi vi si è sottoposto, ha fatto bene? - ha domandato Giovan Maria Zanini -. Tutti conosciamo persone che nonostante il vaccino si sono ammalate. Qualcuno è pure finito in ospedale. E ci sono decessi tra chi si è sottoposto a tre vaccinazioni».
«Sono in sviluppo dei vaccini contro la variante Omicron, che dovrebbero arrivare nel mese di luglio», ha aggiunto Zanini. «In sei settimane, grazie al vaccino, sono stati evitati 12 mila ospedalizzazioni e 2.500 morti». Le persone vaccinate con due dosi in Ticino sono 92.000, mentre quelle che hanno fatto anche il richiamo sono 162.000. I maggiorenni che hanno scelto di non vaccinarsi sono invece 51.000. «Le cifre reali di protezione risultano però migliori, perché diverse persone hanno contratto il virus e quindi hanno ricevuto un’immunizzazione naturale».
Dal 1. maggio il dispositivo per le vaccinazioni verrà adeguato. Il Cantone manterrà un'offerta di vaccinazione che resta garantita durante tutta l'estate. Da settembre, probabilmente, sarà prevista una dose di richiamo per gruppi molto ristretti di popolazione (anziani e molto vulnerabili).
Il dottor Merlani ha quindi concluso spiegando che i dati sono ancora incompleti e non proprio definitivi, ma «ci sono casi di evidenza di persone che si sono ammalate con la Omicron 1 e si sono ri-contagiate con la Omicron 2. Non dovrebbe essere la regola, ma possono succedere casi di re-infezione». Quindi «anche se qualcuno ha già fatto la COVID il mese precedente, se avete sintomi testatevi!».