Correggeremo gli errori, ma il Corpo di polizia è sano

«Non è nel mio modo di fare rispondere agli attacchi personali - che purtroppo ora riverberano sull’intero Corpo di polizia - con altri attacchi. Ho sempre risposto e risponderò invece con proposte e soluzioni a volte anche creative. E se l’inchiesta amministrativa evidenzierà degli errori, provvederemo a correggerli». Queste le premesse di un incontro con la stampa convocato dal municipale e capo del Dicastero sicurezza di Locarno Pierluigi Zanchi all’indomani delle critiche sulla conduzione politica del Corpo provenienti da Marco Pellegrini, sindacalista dell’OCST e nuovo presidente del PPD cittadino, che ha sollecitato un affidamento ad interim, al sindaco, della responsabilità della polizia cittadina. E dopo che l’inchiesta amministrativa avviata tre mesi or sono dal Municipio, sempre riguardante lo stato di salute del Corpo di polizia ed eventuali situazioni critiche nell’agire o nella gestione degli agenti, ha raggiunto il primo «step», con la consegna da parte dell’avvocato Marco Bertoli di un rapporto preliminare.
L’interrogazione
Affiancato dal comandante Dimitri Bossalini, il capodicastero ha dunque voluto mettere alcuni punti fermi sul suo operato: «Il motivo di questo incontro - ha evidenziato Zanchi - è quello di fornirvi informazioni oggettive e veritiere alfine di evitare un continuo rimescolamento di temi riguardanti la sicurezza in città che negli ultimi tempi hanno generato disorientamento, confusione e lasciato immaginare cose che in realtà non esistono. O meglio, se esistono non hanno una connotazione tanto negativa quanto quella che si è voluto dipingere», ha detto.
Ricordiamo che a sollevare il caso su un eventuale «malessere» all’interno del Corpo di polizia cittadina fu, nel febbraio scorso, un’interrogazione di Simone Beltrame (PPD) e Simone Merlini (PLR), controfirmata da una ventina di consiglieri comunali, su una paventata «fuga di agenti». L’interrogazione faceva riferimento ad una dozzina di agenti che avevano lasciato Locarno in pochi mesi. «Non posso fornire i numeri esatti dal momento che la risposta la devo prima dare ai consiglieri comunali. Quello che posso dire è che quanto riferito sui giornali (anche dal sindacato OCST, n.d.r.) non corrisponde per nulla alla realtà e che i numeri pubblicati (una dozzina di partenti, n.d.r.) non riguardano il breve periodo, bensì addirittura gli ultimi cinque anni. Senza tenere però conto che gli arrivi sono stati invece il doppio, e senza dire che tre eccellenti partenze ci hanno lasciato lettere di encomio per il loro periodo passato in polizia a Locarno, da fare invidia a molti datori di lavoro di altri Comuni. Di questo vado particolarmente fiero», evidenzia Zanchi.
Normali avvicendamenti
Un normale turn over, come precisa il comandante Dimitri Bossalini, che si registra anche in altri Corpi. «Il lavoro di un agente di polizia è cambiato in questi anni, in particolare nei Corpi in cui si richiedono turni impegnativi e una copertura del territorio 24 ore su 24. Ci sono esigenze familiari, di avvicinamento a casa che condizionano di più le scelte, anche dei più giovani», ci spiega il comandante. Che a proposito del figlio, anch’egli tra i 60 agenti che compongono il contingente di polizia cittadino (era già assunto da tempo quando Bossalini, nel 2017, fu nominato comandante), sgombra il campo da eventuali illazioni. «Nei suoi confronti non ho mai avuto favoritismi. Anzi, nel suo avanzamento di carriera è forse stato un po’ ‘ritardato’ dalla mia presenza. E comunque quando ci si è dovuti occupare di lui è sempre stato il vicecomandante a farlo», sottolinea.
Alto gradimento
Tornando alla sua conduzione del dicastero, Zanchi ha precisato che stava allestendo un sondaggio anonimo all’interno del Corpo. L’inchiesta amministrativa, però, ha bloccato tutto. «Questa ‘indagine’ viene estesa all’intera cittadinanza grazie ai ‘Caffè incontro’ nei quartieri. Viene sempre più promossa la forza della gentilezza e dell’empatia verso la popolazione: le lettere, le telefonate e gli encomi a voce sono oggi parecchi. Questo dato è stato confermato da un mini sondaggio a campione tra la popolazione effettuato circa tre settimane fa, i cui risultati indicano una crescita del 30% nel miglioramento del lavoro svolto dagli agenti rispetto a qualche anno fa e della migliore sensazione di sicurezza nei quartieri», conclude Zanchi.
Un anno di fatti
Da oltre un anno alla testa del dicastero sicurezza Pierluigi Zanchi ha voluto tracciare un bilancio del suo operato. Sono circa 25 gli obiettivi realizzati, dalla gestione delle manifestazioni pubbliche (ricevuti 2 encomi) all’introduzione anticipata degli operatori di strada, dai caffé incontri nei quartieri all’allargamento dell’uso del suolo pubblico per i pubblici esercizi. Fino all’introduzione dell’orsetto poliziotto da distribuire ai bambini nei casi più delicati, progetto che sarà presentato anche alla facoltà di psicologia dell’UNI di Torino.