Corsi per adulti in Ticino, «che fine stanno facendo?»

«Stiamo lasciando morire i corsi per adulti?». È questa, in estrema sintesi, la domanda posta negli scorsi giorni dalla deputata Maddalena Ermotti-Lepori (Centro) al Consiglio di Stato in merito ad alcune decisioni che, stando alla granconsigliera, stanno pian piano portando alla scomparsa di queste storiche opportunità formative.
Nell’atto parlamentare viene in primis fatto notare che «le cose sono cambiate in particolare con il 2018, quando i Corsi per adulti, realtà storica presente sul nostro territorio da vari decenni, sono stati integrati nell’istituto della formazione continua, ente costituito nel 2015 e assimilato alle Scuole specializzate superiori». Un cambiamento che, spiega Ermotti-Lepori, non è sempre stato vissuto in maniera positiva da chi organizza i corsi: «Si è assistito - si legge nell’interrogazione - a un costante aumento dei vincoli burocratici cui sono sottoposti gli organizzatori sul territorio: ad esempio, dallo scorso anno è stato introdotto un nuovo metodo di iscrizione, molto farraginoso, attraverso un sito di difficile comprensione e di ancor più difficile uso e che oltretutto esclude chi non ha la possibilità di iscriversi per e-mail».
Oltre a ciò, la deputata del Centro critica il fatto di aver rinunciato, a partire dal 2024 ed essenzialmente per motivi di risparmio, «al catalogo indirizzato a tutti i fuochi, che usciva in autunno e primavera (e che restava nelle case), sostituendolo con un misero volantino di una pagina, che va perso nella pubblicità».
Dopo sessant’anni, infatti, da quest’anno il catalogo dei corsi per adulti viene unicamente offerto in formato digitale sul sito dell’Istituto della formazione continua (all’indirizzo www.ifc.ti.ch).
Concretamente, dunque, la deputata pone una serie di domande all’Esecutivo. In prima battuta, ad esempio, chiede al Consiglio di Stato, «dopo la scelta (a mio avviso sbagliata) di rinunciare al catalogo dei corsi inviato a tutti i fuochi, quanti sono stati gli iscritti ai corsi per adulti?» e qual è stato «il calo rispetto all’anno precedente?».
In questo senso Ermotti-Lepori chiede poi al Governo se «intende rivedere la propria decisione e per l’autunno tornare a inviare a tutti i fuochi il quaderno», ma pure se «intende tener conto anche delle persone che non hanno la possibilità di iscriversi al corso per mail e dunque permettere agli utenti di iscriversi anche per telefono e/o per posta».
Non resta che attendere le risposte del Consiglio di Stato.