Corsia dei TIR sulla A2: ecco le motivazioni del ricorso al TAF
Ne avevamo dato notizia a fine ottobre: alla corsia dei tir lungo l'A2 Berna ha detto «sì». Nelle scorse settimane il DATEC ha approvato il progetto di USTRA che prevede, fra le altre cose, la creazione di una corsia per lo stazionamento dei veicoli pesanti fra Coldrerio e Balerna. I comuni di Balerna, Chiasso, Coldrerio, Mendrisio, Novazzano e Stabio si erano opposti al progetto, definendolo «scellerato e inaccettabile». Un'opposizione che continua, con i sei Comuni che già avevano annunciato la volontà di portare la questione davanti al Tribunale amministrativo federale (TAF).
Oggi, i diretti interessati hanno diffuso un comunicato nel quale hanno meglio spiegato i passaggi che hanno portato alla formulazione del ricorso.
Il comunicato
«Nella decisione di approvazione dei piani», si legge nel comunicato, «il DATEC ha evaso in poche righe le importanti obiezioni sollevate dai Comuni, sostenendo acriticamente le posizioni di USTRA. I Comuni hanno quindi deciso di impugnare la decisione ricorrendo al Tribunale federale amministrativo in particolare per i seguenti motivi.
1. violazione del diritto di essere sentiti: il DATEC non si è effettivamente confrontato con le contestazioni sollevate dai Comuni ricorrenti, in particolare in riferimento alla giustificazione della corsia per lo stazionamento dei veicoli pesanti (VP), limitandosi a riportare e ad appoggiare le argomentazioni dell’USTRA.
2. corsia per lo stazionamento per i VP: la nuova corsia per i VP è contestata in quanto non è il frutto di una corretta ponderazione degli interessi in gioco e di una valutazione di possibili alternative (principi ancorati nel diritto federale). In particolare non si è tenuto conto delle seguenti circostanze, in base alle quali occorre ritenere che si tratta di un’opera inutile:
- in base ai dati derivanti da più fonti a livello federale l’evoluzione del traffico pesante è in costante diminuzione nel corso degli ultimi decenni, ciò che del resto dovrà essere l’obiettivo anche in futuro alla luce di quanto prefissato dal diritto federale (art. 84 della Costituzione federale, Legge sul trasferimento del traffico merci) in merito al trasferimento del traffico merci pesante attraverso le Alpi dalla strada alla ferrovia con l’obiettivo di raggiungere al massimo 650’000 viaggi annui;
- l’entrata in funzione nel dicembre 2022 del Centro di controllo dei veicoli pesanti di Giornico permette di gestire più agevolmente e con anticipo il traffico pesante diretto verso la dogana di Chiasso, ciò che ha peraltro portato dei benefici concreti in questi ultimi anni in termini di riduzione dei giorni di incolonnamento dei VP presso la dogana;
- l’USTRA ha giustificato l’esigenza della corsia dei VP con presunti eventi straordinari nei pressi della dogana di Chiasso che impedirebbero la gestione del traffico pesante, ma che in realtà non possono essere considerati straordinari in quanto prevedibili e gestibili con un certo anticipo (in particolare attraverso il Centro di Giornico), come ad es. scioperi e giorni festivi in Italia, o che sono comunque insiti nell’esercizio autostradale e riguardano tutta la rete stradale, come gli incidenti e il maltempo;
- il processo attualmente in corso di digitalizzazione delle procedure di sdoganamento (che il Consiglio federale in data 4 marzo 2024, in risposta a una domanda depositata dal Consigliere nazionale Alex Farinelli, ha confermato essere in corso in collaborazione con l’Italia a seguito dei riscontri molto positivi ottenuti durante la fase pilota, con l’obiettivo di raggiungere lo sdoganamento interamente digitale) permetterà di snellire e ridurre i tempi di attesa dei VP presso la dogana, e quindi le colonne, facilitando la gestione durante i periodi più intensi e di emergenza; nel corso della procedura di approvazione del progetto il DATEC non ha neppure ritenuto di dover consultare l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini per ottenere dei riscontri sul processo di digitalizzazione in corso e i suoi effetti positivi sulla gestione dei VP presso la dogana, ciò che renderà inutile la prevista corsia;
- a seguito della decisione del Consiglio federale del 16 dicembre 2022 in merito al progetto autostradale generale “PoLuMe” è stato avviato uno studio da parte dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (in collaborazione con l’USTRA, l’UFT e con il coinvolgimento del Cantone e della Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio), allo scopo di valorizzare il contenuto pianificatorio per uno sviluppo ottimale del territorio. A giudizio dei Comuni ricorrenti anche la contestata corsia per i PV deve rientrare tra quelle importanti opere viarie del Mendrisiotto che devono essere coordinate nell’ambito di tale studio nell’ottica di un corretto sviluppo territoriale della regione;
- i Comuni ricorrenti ritengono che non sono state valutate in maniera approfondita delle possibili soluzioni alternative per delle aree di sosta per i VP (magari anche di dimensioni contenute ma distribuite su più ubicazioni) in altri luoghi a nord del Ponte diga di Melide.
3. procedura di esame di impatto ambientale: non è stata seguita correttamene la procedura di esame di impatto ambientale regolata dal diritto federale.
4. tematiche ambientali: il progetto pone una serie di problemi dal profilo ambientale derivanti dal fatto che sono previsti degli interventi piuttosto invasivi (ad es. per quanto riguarda l’allargamento del Viadotto Riale di Villa, per l’esecuzione dei lavori per la nuova corsia per i VP e per la realizzazione dei nuovi impianti di smaltimento delle acque) all’interno del Parco della Valle della Motta (zona protetta attraverso un apposito Piano di utilizzazione cantonale) e che vanno a toccare anche dei biotopi protetti a livello federale.
5. inquinamento fonico: a giudizio dei Comuni ricorrenti non è stata valutata correttamente dal profilo giuridico la natura dell’intervento stradale, che avrebbe dovuto portare a prendere in considerazione i limiti fonici più restrittivi con la conseguenza che USTRA deve farsi carico della posa di finestre fonoisolanti per tutti gli edifici presso i quali tali limiti sono superati; non è inoltre stato valutato adeguatamente l’impatto paesaggistico (ad es. sulla Chiesa di S. Antonio a Balerna) provocato dalla posa dei nuovi ripari fonici e dell’innalzamento dei ripari esistenti.
6. inquinamento dell’aria: il progetto comporta ulteriore inquinamento (ad es. per il fatto che i VP incolonnati tengono spesso acceso il motore durante la sosta, circostanza che non è stata considerata nel progetto) e non tiene adeguatamente conto della situazione già critica sulla qualità dell’aria nella regione del Mendrisiotto.
7. cantiere: il progetto pone delle problematiche a livello di gestione del cantiere e non sono inoltre stati definiti con precisione i provvedimenti che verranno adottati per limitare il rumore e l’inquinamento durante i lavori, ritenuto che il cantiere si estenderà su superfici enormi per molti anni, a ridosso anche di zone abitate, e prevede lavorazioni molto rumorose anche di notte».