Filone luganese

Crac Parmalat, quella sentenza è da rifare

Dovrà essere emesso un nuovo giudizio nei confronti di un ex manager che era stato assolto a inizio 2017: per il Tribunale federale quella decisione non teneva conto di alcuni elementi sollevati dall’accusa
La sede del Tribunale penale federale a Bellinzona. (foto archivio CdT).
Federico Storni
05.09.2019 18:20

Nuovo colpo di scena nel filone luganese del crac Parmalat, una vicenda che ormai si trascina da sedici anni. Il Tribunale federale (TF) ha infatti sparigliato nuovamente le carte in tavola, affermando in una sentenza divulgata ieri che il Tribunale penale federale (TPF) dovrà emettere un nuovo giudizio sul caso.

Il procedimento riguarda l’ex manager italiano di Bank of America Luca Sala, che era stato accusato dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) di essere coinvolto nel dissesto del gigante agroalimentare. In particolare lo accusava di riciclaggio di denaro aggravato, ripetuta istigazione alla falsità in documenti, ripetuta corruzione attiva e truffa. Secondo la pubblica accusa, tra il 2000 e il 2004 Sala avrebbe riciclato, in Ticino, nei Grigioni e nel Liechtenstein, circa 52,5 milioni di franchi, frutto di appropriazioni indebite ai danni di gruppo agroalimentare. Il TPF però, a gennaio del 2017, aveva smontato la tesi accusatoria, assolvendo l’ex manager da tutte le principali imputazioni (ne era resistita una, non legata al caso Parmalat): «Non vi sono riscontri circa la conoscenza da parte di Sala del fatto che i denari pervenuti in Svizzera potessero essere frutto di negozi, in particolare di polizze assicurative concluse allo scopo precipuo di arrecare nocumento finanziario alle società del gruppo Parmalat», aveva scritto il giudice Giuseppe Muschietti nella sentenza.

Per il TF, tuttavia, le cose non stanno giocoforza così. Interpellati dall’MPC al proposito tramite un corposo ricorso, i giudici di Mon Repos hanno sancito che il TPF non si è confrontato con alcuni aspetti sollevati dall’accusa: «Il TPF deve chinarsi nuovamente sulle imputazioni di riciclaggio di denaro aggravato (nella forma generica e in quella della banda), pronunciandosi sugli elementi pertinenti sollevati dall’accusa e accertando i fatti determinanti dopo una compiuta valutazione delle prove». Confermata invece la prescrizione per l’ipotizzato reato di truffa, nonché per una parte del presunto riciclaggio, in quanto prescritto. Questo comporta che la sentenza impugnata è annullata anche per quanto concerne la pena inflitta a Sala, le spese processuali e gli indennizzi (l’ex manager al termine dello scorso processo aveva ricevuto un’indennità per le spese processuali di oltre 330.000 franchi).

La prima decisione che il TPF dovrà prendere, in ogni caso, sarà come procedere. Non è infatti escluso che verrà indetto un nuovo dibattimento. Né è detto che sarà il TPF a tornare a occuparsene, perché da inizio anno è stata creata anche una Corte d’appello che potrebbe ora ricevere l’incarto.

Per Sala (, dunque, vi è la prospettiva di incorrere in una pena più severa, sempre che nella futura sentenza venga accolta l’ipotesi del riciclaggio aggravato. Ma non siamo ancora lì.

A questo stadio, con le parole del legale dell’imputato Daniele Timbal da noi contattato, «devono essere vagliati alcuni aspetti della vicenda che non sono stati esaminati nella sentenza annullata. Per ora resta il fatto che a 16 anni di distanza dall’apertura delle inchieste in Italia e in Svizzera finora il mio assistito è l’unico a non essere ancora stato condannato per il caso Parmalat. Il procedimento italiano è anzi ancora ben lungi dall’essere prossimo a comparire davanti a una Corte di prima istanza».

Soddisfatta della decisione del TF è invece Parmalat, come confermatoci dal legale Ivan Paparelli. Parmalat che vuole ottenere la restituzione dei 52,5 milioni di franchi, un’ipotesi che tornerà in conto nel caso Sala verrà condannato per riciclaggio aggravato. La difesa, tuttavia, contesta che la «nuova» Parmalat sia legittimata a chiedere questa somma. Un’altra questione che dovrà essere chiarita nel quadro della nuova sentenza.