Il caso

Creare altri asili nido a Lugano? «Se il Cantone è d’accordo, sì»

Il Municipio prende posizione su una mozione della Sinistra che chiede d’inserire una base legale per promuovere la conciliabilità tra famiglia e lavoro – Per quanto riguarda i servizi extrascolastici, «bisogna dimostrare la loro necessità»
©Chiara Zocchetti
Nico Nonella
22.02.2025 06:00

Oltre cento famiglie, a Lugano, attendono di poter mandare i loro bambini in un asilo nido comunale. Senza contare i genitori che, di fronte a questa lista d’attesa e alla difficoltà di sapere quando si libererà un posto, hanno rinunciato a mettersi in coda, cercando di organizzarsi altrimenti. Scrivevamo così, lo scorso 3 agosto, per descrivere la situazione dopo il naufragio in Consiglio comunale del progetto di realizzare un asilo nido sul «pratone» di Pregassona. Il tema della conciliabilità famiglia-lavoro, a Lugano, è molto sentito e la Città ha recentemente confermato di essere d’accordo nel promuoverla. È quanto si evince dal preavviso a una mozione di Nina Pusterla (Sinistra) che chiedeva di inserire una apposita base legale nel Regolamento comunale modificando l’articolo 100 (che reciterebbe così: 1. Il Comune di Lugano promuove la conciliazione tra famiglia e lavoro negli ambiti di sua competenza; 2. Il Comune, direttamente o tramite sussidi ad enti no profit riconosciuti, provvede a realizzare una rete di nidi e strutture extrascolastiche (...). L’offerta è accessibile a tutti i residenti dai tre mesi di età sino alla fine della scuola dell’obbligo).

Quattro precisazioni

Ebbene, l’Esecutivo si è sostanzialmente detto d’accordo con la proposta, seppur con alcune precisazioni. Primo: soprattutto per l’apertura di nuove strutture di asilo va considerata l’autorizzazione cantonale. Vi è infatti una pianificazione da parte dell’Ufficio del sostegno a enti e attività per le famiglie della Divisione azione sociale (DASF) di cui bisogna tener conto. È infatti la DASF che autorizza o meno l’apertura di queste strutture e il loro riconoscimento.

Secondo: la questione dell’autorizzazione cantonale è meno vincolante per i servizi extrascolastici cittadini (mensa e doposcuola per la scuola elementare, come pure per la scuola dell’infanzia a orario prolungato) poiché interamente finanziati dal Comune, «ma se in futuro si dovesse ottenere un finanziamento cantonale, potrebbe esserci, anche a seguito di limiti di budget cantonali, un contingentamento di cui è necessario tenere conto».

Terzo: va dimostrata l’esigenza di dover far capo a questi servizi. Il Municipio ha voluto integrare nella proposta di modifica del regolamento comunale anche la necessità di rispondere a un concreto bisogno, «dato il costo elevato dei servizi per la collettività». A tal fine, «potrebbe essere richiesto di dimostrarne l’esigenza, ad esempio, tramite la presentazione di certificati di lavoro o attestati di formazione in corso».

Quarto: per quanto riguarda l’estensione dei servizi extrascolastici agli allievi di scuola media, la competenza è del Cantone. «L’ideale - scrive il Municipio - sarebbe prevedere degli spazi di accoglienza direttamente all’interno delle sedi di scuola media. Si ovvierebbe così anche alla difficoltà di dover integrare nel medesimo luogo fasce d’età differenti».