La storia

Cresciuta in un Angolino speciale dove il gioco è una cosa seria

Incontro con Roberta Bianda, che sta per chiudersi alle spalle la porta di un negozio locarnese divenuto il regno delle meraviglie per generazioni di bambini
L’Angolino di Roberta Bianda ha saputo ritagliarsi un posto speciale fra i commerci di piazza Grande. ©CdT/Chiara Zocchetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
Barbara Gianetti Lorenzetti
05.02.2021 06:00

Entrare nel suo negozio è sempre stato come addentrarsi in un mondo a parte. Un universo pieno di fascino per i più piccoli e fuori dal tempo per i più grandi. Un luogo dove lei è cresciuta e dove ha aiutato molti altri a crescere. Attraverso la spensieratezza, i colori, i suoni, ma anche l’attenzione e la riflessione. Ora, dopo trent’anni di attività, Roberta Bianda, «giocologa» locarnese, sta per chiudersi alle spalle la porta dell’Angolino. «Dove mi sono arricchita molto. Non di denaro, ma di relazioni umane».

Giocare non è... un gioco. Vien quasi da pensarlo mentre si ascolta Roberta Bianda raccontare del suo lavoro. Portato avanti con impegno, serietà e tanto entusiasmo. E cominciato in un’epoca nella quale il discorso legato allo sviluppo delle capacità – cognitive, fisiche ed emozionali – del bambino (ma anche dell’adulto) attraverso giochi e giocattoli era ancora agli inizi. Lei l’infanzia l’ha sempre avuta a cuore. Forse anche perché la sua non è stata tutta rose e fiori. A partire dall’arrivo nel Locarnese dalla Toscana, dove ha abitato fino a 8 anni. Figlia di un emigrante che, a un certo punto, ha deciso di riunire la famiglia in Svizzera. «Non è stato facile – ricorda Roberta –. Era l’epoca di James Schwarzenbach, per intenderci. Pensate cos’ha voluto dire per una bimba con un marcato accento italiano finire in una classe elementare in Ticino. Mi sono sentita molto emarginata e così ho deciso di imparare subito il dialetto di qui. Era una questione di sopravvivenza...». L’espediente ha funzionato, favorendo l’integrazione e un cammino di studio che l’ha portata a diventare maestra di scuola dell’infanzia.

La fortuna di fare la mamma

«Ho insegnato per una decina d’anni e poi ho avuto la prima figlia, decidendo di rimanere a casa con lei. Ho sempre pensato fosse importante – ancora di più quando è arrivato il secondo bimbo – e di essere fortunata a poterlo fare». Quando l’impegno di mamma è diventato meno stringente è poi tornata la voglia di far qualcosa anche al di fuori delle mura di casa. «Ho sempre avuto un carattere estroverso e mi piacciono i contatti con le persone. Questo e la mia esperienza professionale mi hanno spinta a darmi da fare per trovarmi un’occupazione». Lo fa nella farmacia del marito, «nella quale mi sono ricavata un... angolino». Da lì nasce il nome di un negozio che si è ormai conquistato uno spazio importante nel panorama commerciale locarnese. «L’idea mi è venuta dal fatto che a quei tempi in commercio di giochi e giocattoli didattici e un po’ diversi dal solito ce n’erano ben pochi. La scelta la facevo con l’occhio della maestra d’asilo, visitando anche le fiere del settore». Valutando, secondo criteri pratici e potenzialità, oltre alla resistenza, le possibilità di sviluppo e di crescita offerte al bambino. «Fondamentali – prosegue – gli aspetti tattile, visivo, uditivo, della logica, oltre ai materiali». La cosa ha avuto successo fin da subito e, con il passare del tempo, si fa conoscere in tutto il Ticino, grazie anche alle partecipazioni al mercato di Bellinzona, ai vari mercatini di Natale, alla Fiera di San Martino. Suscitando interesse fra i genitori, certo, ma non solo.

Collaborazioni con il Cantone

«Ad un certo punto – racconta – ho cominciato a ricevere richieste dal Cantone per interventi sul gioco nell’ambito della formazione degli operatori sociali o per chi lavorava già sul campo». Bianda diventa insomma una vera «giocologa», collaborando pure in seminari con pedagogisti e psicologi. «È stato un periodo interessante e arricchente». Nel 2004, poi, un’altra svolta, con l’apertura del primo Angolino vero e proprio, in Città Vecchia. «Piccolissimo – ricorda – ma sempre molto frequentato. E, secondo i clienti, permeato da un’atmosfera particolare, che ricordava un po’ la libreria per bambini del film ‘C’è posta per te’». Tre anni dopo lo spostamento in via della Motta 1, all’estremità ovest di piazza Grande. E la conferma dell’affetto del pubblico. Per la qualità dei giochi proposti, certo. Scelti con cura e sempre stimolanti. Per la consulenza anche. Ma non solo.

In negozio come a casa

«Secondo me sono le relazioni a fare la differenza. Ho sempre accolto chi entrava in negozio come se venisse a casa mia. C’era chi lo faceva anche solo per fare due chiacchiere, per avere un consiglio. Per alcune signore anziane, poi, era tradizione fare una sosta da me dopo la spesa, prima di affrontare la salita verso Città Vecchia». Un quartiere, quest’ultimo, dove la stessa Bianda ha vissuto «e che è come un piccolo villaggio in mezzo al centro urbano».

Un crocevia di incontri, insomma, l’Angolino. «E sono felice che sia stato così, perché, in fondo, al lavoro trascorriamo buona parte della nostra vita e poterlo fare come l’ho fatto io è una grande fortuna. Aiuta anche nei momenti complicati, mentre si affrontano difficoltà personali». Ne sa qualcosa lei stessa, colpita di recente dal coronavirus. «È stata un’esperienza pesante, ma le tante testimonianze di solidarietà mi hanno dato più forza per uscirne». Solidarietà da parte dei tanti amici (più che clienti, ormai), che di certo un po’ rimpiangeranno lei e i suoi preziosi consigli, ora che sta per chiudersi la porta dell’Angolino alle spalle. «Dopo un trentennio mi pareva il caso, anche perché siamo entrati in un’era nella quale non riesco a calarmi fino in fondo. Sono però felice di aver trovato una giovane entusiasta, che continuerà con la stessa filosofia». Nel cassetto di Roberta Bianda – non ne dubitavamo – i progetti comunque non mancano. «Ho due splendidi nipoti e farò di certo la nonna. Poi mi darò al cucito e sto anche sviluppando un paio progetti interessanti e innovativi». Riguardanti, ovviamente, il mondo dei giochi e la sua magia.