Ascona

Cultura al Monte Verità, sostegno da confermare

Il Consiglio di Stato propone il rinnovo per il periodo 2025-2028 della convenzione sottoscritta con la fondazione - Invariato il contributo complessivo di 1,8 milioni di franchi per la manutenzione del parco storico e per la copertura dei costi fissi dell’attività museale
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Spartaco De Bernardi
02.07.2024 06:00

Carl Gustav Jung, Károly Kerényi, Erich Maria Remarque, Hermann Hesse, Filippo Franzoni, Marianne Werefkin. Sono solo alcuni degli intellettuali e degli artisti che il Monte Verità di Ascona ha ospitato il secolo scorso, in particolare negli anni del secondo conflitto mondiale. La vocazione culturale del luogo - divenuto famoso all’inizio del Novecento grazie all’arrivo di un gruppo di cittadini germanici che lo scelsero per condurre un’esistenza autosufficiente basata sulla lavorazione della terra, l’esercizio fisico ed artistico e le cure elio-terapiche – crebbe con il contributo del barone von der Heyd, che vi fece giungere, come detto, intellettuali da ogni dove. L’ex banchiere, nel 1956, donò al Canton Ticino la proprietà del Monte Verità ed una serie di opere grafiche, pittoriche e scultoree che ne costituiscono la sua collezione. Quale nuovo proprietario, secondo le volontà testamentarie del barone, il Cantone si impegna a fare del Monte Verità un centro culturale ricco di manifestazioni internazionali. Impegno al quale si diede seguito nel 1989 con l’istituzione dell’omonima fondazione che fin dalla sua nascita è, appunto, impegnata nell’organizzazione di seminari e congressi di richiamo internazionale, nella valorizzazione del patrimonio culturale che proviene dalla storia di questo luogo e nella gestione e promozione dell’offerta alberghiera. Grazie al coinvolgimento dei politecnici federali – i cui rappresentanti siedono nel Consiglio di fondazione unitamente a quelli del Cantone, del Comune di Ascona e oggi anche dell’Università della Svizzera italiana - il Ticino è potuto rimanere agganciato alla formazione e alla ricerca universitaria nazionale tra il 1989 e la metà degli anni Novanta del secolo scorso, prima della nascita del polo universitario cantonale. Anche in seguito i politecnici hanno aiutato a sviluppare sinergie interessanti e di primaria importanza per il nostro cantone.

L’importo non aumenta

Per svolgere la sua attività, la Fondazione Monte Verità (FMV) deve far fronte annualmente ad un volume di spesa di circa 3,5 milioni di franchi. Un ruolo rilevante nell’assicurare parte di questa cifra lo gioca la convenzione sottoscritta con il Cantone per la concessione di aiuti annuali. Convenzione che il Consiglio di Stato propone ora di rinnovare per il periodo 2025-2028. Nel chiedere il via libera al Gran Consiglio per la concessione di un credito complessivo di 1,8 milioni (430.000 franchi all’anno), il governo spiega che, anche in considerazione della situazione finanziaria del Cantone, l’importo non è rivisto verso l’alto rispetto a quelli stanziati nel recente passato. E questo malgrado dal 2020 ad oggi il costo della vita ed alcune altre spese di gestione, segnatamente quelle per l’energia, siano aumentati.

Mediante la convenzione, il Cantone sostiene in particolare i costi di manutenzione del parco storico (150.000 franchi all’anno), le deduzioni per l’utilizzo delle infrastrutture da parte di enti e manifestazioni ospitate (40.000 franchi) e i costi fissi e vivi del settore culturale (240.000), ossia l’attività museale, la mediazione, le proposte culturali e l’archivio storico. A questi contributi, va aggiunto quello per un ammontare di 20 mila franchi annui per eventi culturali specifici. Tutti questi importi, spiega il Consiglio di Stato nel messaggio per il rinnovo della convenzione con la FMV, nel 2025 saranno a carico del Fondo Swisslos, mentre per gli anni successivi si valuterà in sede di elaborazione del preventivo.

Beni tutelati

Da rammentare infine che, dal 2004, il parco, l’albergo Bauhaus (parte originale), Casa Anatta (oggi sede del museo), Casa Selma, Casa dei russi e il padiglione Elisarion, con le sedici tele, sono inseriti nell’elenco dei beni culturali tutelati a livello cantonale.