Mendrisiotto

Curare la vite con il drone, la rivoluzione fra i filari inizia da Coldrerio

La Tenuta vitivinicola Trapletti è la prima in Svizzera a utilizzare un simile apparecchio per il trattamento delle piante – Irrorazione più rapida e precisa con la possibilità di dosare i prodotti fitosanitari fra i filari – L’azienda si è convertita alla viticoltura bio
© CdT/Chiara Zocchetti
Luca Bernasconi
17.07.2021 06:00

Siamo a metà luglio. È un momento importante per il trattamento della vigna. C’è chi si carica sulle spalle il bidoncino con una pompa a motore e irrora le piante con una lancia e c’è chi usa fra i filari un piccolo trattore con ugelli ai lati per raggiungere le foglie e i grappoli. Ma c’è anche chi, abbinando tradizione e innovazione, ha deciso di utilizzare un drone per eseguire un trattamento rapido e preciso dei vigneti. A dire il vero in Svizzera l’unica azienda che si è buttata a capofitto in questa nuova tecnica è la Tenuta vitivinicola Trapletti SA di Coldrerio.

Rapido e preciso

Incontriamo Enrico Trapletti nei suoi vigneti nella parte alta di Coldrerio che danno sulla tenuta di Mezzana. Si tratta di 4 ettari che da quest’anno vengono trattati con droni per tutti i trattamenti fitosanitari, peraltro sotto il marchio bio. Trapletti è orgoglioso della decisione presa: «Credo molto in questa tecnologia. Si raggiunge lo scopo in modo molto più preciso che con il trattorino, e senza rumore, raggiungendo anche i punti più nascosti della vite».

Con lui c’è Stefano Calvi, pilota dell’apparecchio e responsabile tecnico della STI SA di Chiasso che produce i droni: «In effetti ci vuole una patente per pilotare queste macchine, anche se si tratta di droni autonomi, cioè in grado di operare in modo indipendente una volta inseriti i parametri di base riferiti alla parcella interessata dall’irrorazione».

In volo

Il modello che abbiamo visto in volo è uno SKY53. Si alza grazie a quattro rotori a batteria che lo portano a 1-2 metri sopra il vigneto. Da un apposito serbatoio escono i prodotti fitosanitari liquidi che non vanno a colpire le piante in modo violento ma lasciano planare le gocce in maniera uniforme. I quattro motori a elica sibilano e creano poi un vortice che permette ai prodotti di attaccarsi anche alla parte inferiore delle foglie. Il drone fa poi avanti e indietro lungo i filari per atterrare dolcemente sul prato una volta finito il suo lavoro.

Grazie alla tecnologia – ci spiega Calvi – si può dosare l’irrorazione e se necessario concentrarla in taluni punti piuttosto che in altri. In effetti grazie ad appositi sensori a infrarossi è possibile effettuare una diagnosi dello stato delle piante «procedendo ai trattamenti agrotecnici idonei, distribuendo il prodotto biologico solo nella misura in cui serve e solo dove serve».

Calvi ci spiega che è possibile pilotare in volo fino a cinque droni. Volteggiando poi sopra i vigneti, si evita anche di diffondere eventuali malattie della vite generate da parassiti che si trovano sul terreno. Con un piccolo trattore, invece, il rischio di diffusione può essere elevato. Calvi ci congeda con una massima: «Io dico sempre che la robotica non porta via il lavoro, l’operatore ci sarà sempre ma il lavoro più difficile lo fa la macchina».

Il momento di cambiare

Come detto prima, Trapletti si trova bene nella pelle del pioniere in questo genere di trattamenti, sicuro che altri presto seguiranno il suo esempio. Per cui parla di «grande innovazione destinata a rivoluzionare il mercato vitivinicolo».

L’imprenditore è anche convinto della necessità di passare al bio nella produzione viticola: «Dopo una serie di test, da 2 anni ho deciso di voltare pagina. Siamo i primi ad aver riconvertito al bio anche i vitigni classici Merlot e Chardonnay». Certo che una simile conversione necessita di una verifica costante delle piante essendo per certi versi più delicate: «Occorre un controllo praticamente 24 ore su 24. È poi necessario un lavoro di prevenzione, cioè eseguire i trattamenti con regolarità e scrupolo, non solo quando si constatano dei problemi. Allora potrebbe essere troppo tardi».

Chi volesse osservare i droni in volo lo può farlo oggi e domani o il 24 e 25 luglio alla tenuta di Coldrerio che nell’ambito della rassegna Cantine aperte sarà accessibile al pubblico dalle 10 alle 18.