Ticino

Cure di qualità, no all'iniziativa e parola al popolo

Bocciato dal Gran Consiglio il testo «Per cure sociosanitarie e socioeducative di qualità» - Il tema andrà dunque presto alle urne
©Gabriele Putzu
Red. Ticino&Svizzera
25.02.2025 21:47

L’iniziativa popolare «per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità», promossa dal sindacato VPOD che nel 2023 consegnò 7.687 firme, è stata bocciata dal Gran Consiglio. La parola, ora, passerà dunque al popolo ticinese.

Il testo, come ricordato dalla relatrice di minoranza Giulia Petralli (Verdi), poggia su «cinque richieste fondamentali»: condizioni lavorative minime per tutto il settore; la codificazione dei diritti di pazienti e utenti; la valutazione indipendente e trasparente della qualità nelle strutture; la creazione di organi di mediazione per pazienti, utenti e personale; la creazione di una commissione parlamentare di controllo sull’intero settore. Tutto ciò, creando una legge quadro con pianificazioni settoriali relative a strutture ospedaliere e servizi di ambulanza, case per anziani e centri diurni, servizi di assistenza e cure a domicilio, nonché enti socioeducativi e strutture per interventi relativi alle dipendenze e nidi e strutture extrascolastiche. In sostanza, dunque, Petralli ha sottolineato che l’iniziativa rappresenta «un’occasione importante per migliorare le condizioni di lavoro del personale attivo nel settore, garantendo servizi adeguati ai bisogni di pazienti e utenti».

Per la maggioranza - rappresentata dal relatore Matteo Qadranti (PLR) - una legge quadro di questo tipo rappresenterebbe invece «un’intrusione nell’autonomia gestionale delle attività gestite a livello di singoli Comuni, Consorzi comunali o del Cantone». Oltretutto, ha rilevato Quadranti, si tratta di una «nuova legge che mira a regolare in un’unica maniera una serie di settori molto eterogenei». Per fare ciò, ha chiosato, sarebbe meglio intervenire tramite i contratti di prestazione, strumenti più mirati alle peculiarità dei singoli settori.

Il plenum ha infine approvato il rapporto di maggioranza (48 voti a 24), bocciando l’iniziativa che ora sarà quindi sottoposta al voto popolare.