«Da noi è felice chi dà e anche chi riceve»

Fare dell’economia circolare - cioè il modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile - è un’occasione di incontro e socializzazione. Questa la filosofia che sta alla base della «Casa dello scambio» inaugurata ufficialmente lo scorso giugno a Verscio, nelle Terre di Pedemonte. «In realtà l’attività è già iniziata nel mese di gennaio», rileva Maria Grazia Tognetti, responsabile del «Gruppo riciclo» promotore di questa nuova iniziativa che sta riscuotendo un notevole successo. Iniziativa le cui origini sono ancora più lontane nel tempo. Era infatti il 2003 quando, in occasione della giornata di raccolta degli ingombranti promossa dall’allora Comune di Cavigliano, si era organizzato lo scambio dell’usato: oggetti ancora in buono stato invece di venir depositati nei cassoni per essere poi smaltiti venivano presi in consegna da chi intendeva riutilizzarli. Un mercatino gratuito che con l’aggregazione si è ampliato, spostandosi nel capannone di Verscio. Restava comunque un appuntamento limitato nel tempo, in concomitanza, come detto, con le giornate di raccolta degli ingombranti organizzate un paio di volte all’anno.
Individuato il luogo adatto
«Da tempo – rammenta ancora Maria Grazia Tognetti - sollecitavamo il Municipio affinché individuasse un luogo dove potessimo promuovere lo scambio dell’usato tutto l’anno. Luogo che è infine stato trovato nell’abitazione sita accanto alle scuole elementari di Verscio e recentemente acquistata dal Comune che ha deciso di metterla a disposizione gratuitamente».
L’attività della «Casa dello scambio», con aperture per tre pomeriggi alla settimana, ha così potuto iniziare lo scorso gennaio. “Nel periodo estivo abbiamo ridotto un poco gli orari: siamo infatti aperti il martedì e mercoledì dalle 15 alle 18», rileva la nostra interlocutrice, rammentando che in settembre si riprenderà con le tre aperture settimanali grazie alla disponibilità della quindicina di persone che compongono il «Gruppo riciclo» e che mettono a disposizione un po’ del loro tempo per questa iniziativa. Nel concreto, alla “Casa dello scambio” si possono portare e trovare oggetti in buono stato e ancora utilizzabili: piccoli mobili, arredi vari, stoviglie, utensili, apparecchi elettrici funzionanti, materiale sportivo, biciclette, trottinette, tricicli, vestiti, libri e giochi. La casa non può contenere proprio tutto. Per grandi mobili (ad esempio divani e armadi) e oggetti ingombranti ecco che allora è stato messo a disposizione un albo dove poter appendere la foto dell’oggetto con relative misure e informazioni. «È uno scambio, non un commercio», tiene a ribadire la responsabile del «Gruppo riciclo». «Nessuno vende e nessuno acquista. Chi ha qualcosa che non usa più, invece di buttarlo può portarcelo. In questo modo, mobili, vestiti giochi e quant’altro possono essere presi in consegna gratuitamente da chi desidera ancora utilizzarli e … felice chi dà e felice chi riceve». Ma non è tutto: grazie, infatti, alla disponibilità di Giordano Maestretti, nella «Casa dello scambio» si è anche ricavato un locale nel quale, sul modello dei «Caffè riparazione» organizzati dall’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana, si possono aggiustare piccoli apparecchi elettrici non più funzionanti.
Un circolo virtuoso
Insomma, un circolo virtuoso che si basa sul riutilizzo di oggetti ancora in buono stato grazie al quale evitare gli sprechi e contribuire tangibilmente alla tutela dell’ambiente. E anche, questo almeno è l’auspicio del «Gruppo riciclo», diventare un’occasione di incontro e di socializzazione tra gli abitanti delle Terre di Pedemonte e non solo. «La nostra ambizione è che la “Casa dello scambio” diventi un punto d’incontro e di scambio non solo di oggetti, ma anche di idee», precisa Maria Grazia Tognetti. Un punto d’incontro per il quale, visto il successo riscontrato in questi primi mesi di attività, si vorrebbero ampliare gli orari di apertura. «Si tratta di una di quelle iniziative che contribuiscono a rendere vivace l’abitare in un Comune che non abbia a diventare semplice luogo-dormitorio».