Da quello «truccato» a chi sfreccia sui marciapiedi: occhio al monopattino elettrico
Un monopattino elettrico in grado di raggiungere i 120 km/h. Sembra una leggenda metropolitana tipo gli alligatori nelle fogne a New York, invece è tutto vero. La notizia nelle scorse settimane ha fatto il giro dei media, svizzeri e pure della vicina Penisola: era infatti italiano il giovane residente in Vallese fermato a Briga dalla Polizia cantonale a bordo del veicolo. Il mezzo aveva un motore da 4000 watt, quando il limite è 500, e, come detto, poteva raggiungere i 120 km/h (la velocità massima consentita è di 20 km/h). I monopattini negli ultimi tempi hanno invaso le nostre città, diventando, in alcuni casi, il mezzo a noleggio preferito dai turisti. Ma non è tutto rose e fiori. Gli incidenti sono aumentati e la polizia vallesana ha lanciato l’allarme: la maggior parte dei veicoli sul mercato non soddisfa i requisiti di legge ed è contrassegnata dalla dicitura «non autorizzato al traffico pubblico». Queste non sono le uniche problematiche. Prima di dare spazio alle raccomandazioni del TCS, con tanto di panoramica sui servizi a noleggio nelle città svizzere, vediamo com’è la situazione in Ticino insieme alla caporale Astrid Panducci, della sezione tecnica-gruppo formazione della Gendarmeria Stradale.
Come i motorini truccati
Cosa significa esattamente «non autorizzato al traffico pubblico» e quali requisiti sono obbligatori perché i monopattini elettrici possano circolare sulle nostre strade? La caporale Astrid Panducci fornisce tutti i dettagli del caso: «I monopattini elettrici rientrano nella categoria dei ciclomotori e per l’esattezza sono definiti “monopattini autobilanciati” dall’Ordinanza concernente le esigenze tecniche per i veicoli stradali (OETV). In particolare, questi mezzi devono soddisfare i seguenti requisiti: una potenza massima complessiva di 2.00 kW, una velocità massima per costruzione di 20 km/h, una velocità massima di 25 km/h in caso di pedalata assistita, il peso totale non deve superare i 200 kg, il manubrio deve essere largo almeno 35 cm e non deve ostacolare né la guida né la pedalata e sul telaio (vale anche per le e-bike) devono essere impressi in modo indelebile e chiaramente leggibile, anche dopo il montaggio, il nome e la marca del costruttore del motore e la potenza del motore in kW». Inoltre, aggiunge la caporale, «i monopattini elettrici devono essere dotati dei seguenti elementi: due freni, una luce bianca anteriore accesa anche durante il giorno, di notte una luce bianca anteriore e una posteriore (visibili a 100 m), catarifrangenti: bianco davanti, rosso posteriore di almeno 10 cm2», senza dimenticare un «campanello ben udibile».
Il caso di Briga ha fatto molto discutere, ma non è la prima volta che si legge di monopattini elettrici più simili a scooter per quanto riguarda le velocità raggiungibili. Proprio come i motorini, basta «truccare» il mezzo e, manco a dirlo, il web pullula di tutorial rivolti anche a chi non saprebbe cambiare la classica ruota a terra dell’auto (per onestà: come il sottoscritto). Astrid Panducci evidenzia: «Le indicazioni per modificare un monopattino sono relativamente accessibili, soprattutto su internet. In alcuni casi è addirittura possibile migliorare le prestazioni dei monopattini tramite un firmware modificato, in altri casi vengono montati due motori. È importante sottolineare che queste modifiche non sono autorizzate e creano un pericolo accresciuto sulla strada. Tuttavia, delle modifiche potrebbero essere consentite nei casi di monopattini da gara, in cui i veicoli circolano su circuiti chiusi o eventualmente su rulli».


La situazione in Ticino: sanzioni e incidenti
Nel nostro cantone quali sono le sanzioni più diffuse legate ai monopattini elettrici? Astrid Panducci fa una premessa: «In Ticino vengono effettuate regolarmene delle campagne di sensibilizzazione sia a livello cantonale sia a livello comunale. Una specifica sensibilizzazione è stata messa a punto in particolare con l’introduzione, il primo aprile 2022, dell’obbligo di accendere le luci anche durante il giorno. L’aumento di questi mezzi di trasporto è stato notato particolarmente in questo ultimo anno e in tal senso i controlli stanno pure aumentando». E poi aggiunge: «Le infrazioni maggiori riguardano la luce anteriore non sempre accesa e il transito in zone non autorizzate (ad esempio sul marciapiede). In questi casi le sanzioni variano dai 20 ai 60 franchi per la circolazione a luci spente e 40 franchi per la circolazione sul marciapiede. Un’altra infrazione riscontrata è l’uso del monopattino a motore da parte di persone di età inferiore ai 14 anni o di persone tra i 14 e i 16 anni sprovviste però di licenza di condurre (cat. M). Per questi veicoli a motore (monopattini elettrici e e-bike) è infatti obbligatoria la licenza di condurre fino al compimento del sedicesimo anno di età. L’utilizzo al di sotto dei 14 anni è invece vietato. In questo caso scatta la denuncia per guida senza autorizzazione al magistrato dei minorenni». E se si venisse colti a sfrecciare a velocità non consentite sulle strade ticinesi? «In caso di manomissione del veicolo (ad esempio l’aumento della potenza) scatta la procedura ordinaria, che prevede la denuncia all’Ufficio giuridico della circolazione per messa in circolazione di un veicolo modificato. Inoltre – puntualizza Astrid Panducci - il veicolo viene trattenuto sino a quando non torna ad essere nello stato conforme alla legge». Una precisazione: «Al momento non disponiamo di una statistica specifica relativa a queste infrazioni che toccano i monopattini elettrici».
Nonostante il boom di veicoli di questo tipo, gli incidenti in Ticino, seppur in aumento, sono ancora decisamente pochi. La statistica cantonale di sinistri con coinvolti monopattini parla di un incidente con ferimento nel 2019, uno con ferimento nel 2020 e 4 incidenti, 3 con ferimento e 1 solo danni, nel 2021. La caporale della Gendarmeria Stradale evidenzia: «È giusto precisare che l’aumento della presenza di monopattini elettrici sulle nostre strade implica un aumento anche del numero di sinistri. Per questo motivo è importante continuare nella sensibilizzazione al corretto utilizzo del mezzo e allo stesso tempo promuovere la sana convivenza con gli altri utenti della strada».
Il noleggio e i «parcheggi selvaggi»
Con Massimo Gonnella, portavoce del TCS, trattiamo un argomento molto in voga negli ultimi anni: il noleggio dei monopattini elettrici per spostarsi in città. In generale, come funziona? Il nostro interlocutore spiega brevemente: «In alcune città i fornitori offrono questo servizio: basta scaricare un’app, registrarsi e si può sbloccare il monopattino elettrico tramite il pagamento con carta di credito. Una volta attivato il mezzo, si può usare per la durata prevista dal pacchetto che è stato acquistato». Sembra decisamente comodo, ma non mancano le problematiche. Un esempio? In città come Milano, i «parcheggi selvaggi» sono ben più di un problema. Succede anche in Svizzera? Gonnella commenta: «È una problematica che si nota in tutta Europa. Effettivamente le criticità non sono ancora state risolte in maniera ottimale. La città di Berna, ad esempio, ha trovato una soluzione, limitando il numero di mezzi: i monopattini a noleggio autorizzati sul territorio non possono superare una certa quantità. Poi ci sono altre soluzioni, alcune in fase di test. Ad esempio, viene limitato il raggio di funzionamento del monopattino: se la persona che lo usa esce da una determinata zona e lo “abbandona”, essendo la sua carta di credito registrata, il fornitore può risalire a chi ha infranto le regole».


Tra ecosostenibilità e sicurezza
Secondo Gonnella, gli aspetti da considerare quando si parla di monopattini elettrici sono due: quello ecologico e quello relativo alla sicurezza. L’esperto approfondisce il concetto: «Come TCS, riteniamo positivo l’aspetto ecologico: effettivamente per un uso frequente e sistematico, penso al pendolare che usa il monopattino come mezzo di trasporto per il cosiddetto “ultimo chilometro”, può essere una soluzione interessante. Mi riferisco a chi usa il mezzo pubblico e poi, per raggiungere il posto di lavoro, fa l’ultimo tratto con il monopattino. È sicuramente un buon mezzo complementare a quelli pubblici. In questo modo si può evitare la macchina, quindi anche i problemi di inquinamento, parcheggio e intasamento delle strade. A Ginevra, ad esempio, per affittare un posteggio si spendono minimo 250 franchi al mese. Il monopattino lo si porta in casa o in ufficio, dove può essere ricaricato durante la giornata lavorativa». Gonnella poi fa notare: «Acquistarne uno oggi è quasi alla portata di tutti e, in rapporto, il suo costo è decisamente più interessante rispetto al noleggio, che è ancora abbastanza caro. Credo che l’abbonamento ai mezzi pubblici sia ancora più conveniente. Poi ovviamente dipende dall’uso che se ne fa. L’acquisto è consigliabile per chi lo usa tutti i giorni o quasi, il noleggio è più indicato per il turista che visita una città».
Non si viaggia sui marciapiedi!
Il monopattino elettrico non ci autorizza a viaggiare sui marciapiedi o in altre zone esclusivamente pedonali. Il portavoce del TCS sottolinea: «La circolazione sui marciapiedi è un grosso problema, anche per i noleggiatori, che, spesso, non informano adeguatamente gli utenti. Le regole però sono chiare. In Svizzera il monopattino è equiparato alla bicicletta: deve circolare su strade e nelle piste ciclabili. L’accesso al marciapiede è concesso unicamente solo dove potrebbe circolare anche la bici. È una regola che molta gente non rispetta». E il casco? «Non è obbligatorio, ma il TCS lo raccomanda fortemente, come pure le protezioni per polsi, gomiti e ginocchia: se si cade a 20 km/h senza protezioni, i danni possono essere importanti». Gonnella conclude con un’ultima raccomandazione: «Sul monopattino siamo molto più vulnerabili rispetto agli altri veicoli nel traffico, attenzione quindi anche alle strade bagnate o ai binari di treno e tram: la stabilità del monopattino elettrico potrebbe non essere sufficiente».