La storia

Dalla spensieratezza al buio, la «festa di maturità» di una classe zurighese

Un gruppo di studenti di Küsnacht, suo malgrado, si è ritrovato nel cuore della tempesta: «Ci siamo resi conto della gravità della situazione soltanto lunedì»
©Gabriele Putzu
Red. Online
03.07.2024 19:30

Sole. Feste. Spensieratezza. Così, nella nostra testa, immaginiamo un viaggio per festeggiare la maturità. Una classe di Küsnacht, per contro, ha vissuto un'esperienza tutto fuorché felice. E il motivo è presto detto: lo scorso fine settimana, ragazze e ragazzi si trovavano in un ostello a Linescio, in Vallemaggia, non lontano da Cevio. In piena tempesta, insomma. «Sabato sera abbiamo guardato tutti insieme la partita Svizzera-Italia» ha raccontato Smilla, diciotto anni, a 20 Minuten. «Poco dopo è iniziato il temporale. La quantità di pioggia era immensa. C'erano lampi praticamente ogni secondo».

La situazione, va da sé, non era certo delle migliori. «L'acqua è entrata nella nostra stanza e i letti erano completamente inzuppati» ha proseguito Smilla. «Inoltre, sono saltate sia l'elettricità sia le linee telefoniche, mentre l'acqua non era più potabile». Il gruppo di studenti, per contro, ha reagito con la necessaria calma. «Avevamo abbastanza cibo con noi e per fortuna stavamo tutti bene». Soltanto lunedì, nonostante per tutta domenica avessero sentito e visto gli elicotteri volteggiare, la classe di Küsnacht si è resa conto dell'entità della tragedia. «Dopo aver scoperto che cos'era successo – ha aggiunto Smilla – abbiamo avuto paura. E questo perché sarebbe potuto toccare a noi». Con i telefoni senza segnale, e i genitori preoccupati, sapendoli al centro di una simile alluvione, i ragazzi hanno organizzato una staffetta per raggiungere Cevio. Così Fabienne: «A Cevio i cellulari prendevano e così abbiamo potuto avvisare i nostri genitori e gli insegnanti».

Nella struttura che li ospitava, a ogni modo, c'era un camino. Grazie al quale, ha aggiunto Fabienne, «abbiamo fatto bollire l'acqua, cucinate carne, formaggio e pannocchie di mais. Come detto, avevamo portato del cibo con noi». Lì per lì, senza avere piena comprensione ancora di che cosa fosse successo, agli studenti una vita così spartana e senza tecnologia è sembrata quasi uno spasso. O comunque un'avventura: «Ci sembrava una cosa bella essere autosufficienti». Poi, come detto, la presa di coscienza collettiva. Anche perché un'altra classe che si trovava nella zona nel frattempo era stata sfollata. Una parte del gruppo è quindi ripartita ieri, martedì, alla volta di Zurigo. Sempre Fabienne: «Da un lato, avevamo un po' paura di ulteriori frane, dall'altro ci trovavamo in condizioni non ideali». Non solo, gli studenti volevano arrivare a Zurigo in tempo per non perdere la cerimonia di diploma. Più facile a dirsi che a farsi, considerando il crollo del ponte di Visletto, su cui passa l'unica strada per uscire dalla valle. La chiosa di Fabienne: «Abbiamo camminato per 40 minuti fino a Cevio. Da lì, abbiamo fatto autostop fino al ponte pedonale per poi prendere i mezzi pubblici fino a Locarno». Il viaggio di ritorno è durato sette ore e mezza.

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