Sentenza

Delta Resort di Locarno, capitolo chiuso

Il Tribunale federale conferma i vincoli imposti dal Municipio secondo i quali nel complesso non sono ammesse né residenze primarie, né secondarie – Alessandro Ambrosoli: «Continueremo ad affittarli come suite dell’hotel»
Le palazzine al centro da un decennio della vicenda giudiziario-amministrativa. ©CdT/Archivio
Spartaco De Bernardi
11.06.2024 06:00

Delta Resort, capitolo chiuso. Il Tribunale federale (TF) ha messo la parola fine all’annosa vicenda legata al Delta Resort, complesso costruito accanto al Parkhotel Delta sulla sponda destra della Maggia a Locarno. Con sentenza dello scorso mese di maggio e pubblicata ieri, i giudici di Mon Repos hanno confermato i vincoli imposti dal Municipio di Locarno per la costruzione della cinquantina di appartamenti di lusso, ovvero che il loro utilizzo è consentito solo per scopi alberghieri. Escluse quindi le possibilità che tali appartamenti possano essere utilizzati quale residenze primarie o secondarie, come vorrebbero invece i proprietari del complesso residenziale. Le norme di attuazione del Piano regolatore della Città prevedono che quel comparto sia destinato a impianti e strutture per attività turistiche di tipo alberghiero.

Al massimo otto settimane

La domanda di costruzione presentata nel 2010, poi rinnovata nel 2013, riguardava «l’edificazione di quattro palazzine per alloggi (apparthotel)», rammenta il TF, che ha confermato quanto stabilito il 31 agosto dello scorso anno dal tribunale cantonale amministrativo. «Determinante nella definizione di apparthotel è la gestione da parte dell’albergo degli appartamenti, con relativa loro messa a disposizione a terzi per soggiorni di breve durata». Breve durata specificata in al massimo otto settimane. Sempre il TRAM aveva quindi concluso che «l’uso residenziale degli appartamenti non era stato autorizzato con le licenze edilizie ed era inconciliabile con le finalità della zona turistico-alberghiera prevista dal Piano regolatore, che ammetteva esclusivamente costruzioni e impianti per usi strettamente legati all’attività alberghiera». Una tesi, questa, contestata dai proprietari del complesso secondo i quali la definizione di apparthotel dovrebbe essere intesa come «appartamenti con servizio alberghiero, considerato che la connessione con l’attività alberghiera è sufficientemente garantita dal regolamento sulla proprietà per piani. Pertanto la destinazione degli appartamenti quale residenza primaria o secondaria sarebbe compatibile con la zona turistico alberghiera. Sia il TRAM, sia TF hanno tuttavia stabilito esattamente il contrario e cioè che gli appartamenti possono essere utilizzati unicamente a scopo alberghiero.

«Un po’ ce l’aspettavamo»

La decisione dei giudici di Mon Repos non sorprende più di tanto Alessandro Ambrosoli, membro del Consiglio di amministrazione del Parkhotel Delta. «Dopo la sentenza del Tribunale cantonale amministrativo, che a dire il vero ci ha stupiti, abbiamo capito che le nostre possibilità di spuntarla al Tribunale federale erano scarse», ammette Ambrosoli, interpellato dal Corriere del Ticino. «Ora che le vie ricorsuali sono esaurite, continueremo a utilizzare gli appartamenti quali camere di lusso, delle suites, del Park Hotel. Ciò che del resto facciamo dal 2015.

Un capitolo rimane aperto

La sentenza del TF è ancora fresca e quindi il nostro interlocutore non si esprime sull’ultimo capitolo ancora aperto della vicenda: la causa milionaria per risarcimento danni e il precetto esecutivo di circa 12 milioni emesso dal gruppo Ambrosoli, rappresentato dall’avvocato Fulvio Pelli, nei confronti dell’Esecutivo. «Nei prossimi giorni ne discuteremo con il nostro legale e decideremo come procedere».