Destituzione di Quadri e Chiocchetti: che ne sarà dei processi di Appello?
La destituzione dei due giudici del Tribunale penale cantonale Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti ha lasciato dietro di sé anche diversi interrogativi “tecnici”. I processi ancora da celebrare di loro competenza sono nel frattempo già stati riassegnati, ma resta l’incognita di quelli per cui c’è stato un annuncio di Appello e per i quali non sono ancora state depositate le motivazioni scritte. Un esempio è il dibattimento – presieduto da Quadri – per il tentato assassinio di Solduno, che ha visto la condanna dell’autore del fatto di sangue a 17 anni di carcere. Un altro concerne il cittadino spagnolo ritenuto colpevole (dalla Corte presieduta da Verda Chiocchetti) di aver abusato della figliastra per nove anni e al quale è stata inflitta una pena detentiva di 12 anni di carcere. Si andrà in Appello, questo è certo, ma le motivazioni scritte non risultano ancora intimate alle parti.
Che cosa accade, dunque, in questi casi? «È già capitato in passato e non dovrebbero esserci particolari problemi», rassicura la presidente della Corte di Appello e revisione penale (CARP), la giudice Giovanna Roggero-Will. «La sentenza viene pronunciata con la consegna del dispositivo; le motivazioni scritte sono solo la trascrizione delle argomentazioni sulla cui base la Corte ha deciso». Corte che alle Assise criminali è solitamente composta da un presidente e da due giudici a latere. «Ritengo che le motivazioni possano essere redatte anche da loro», spiega Roggero-Will. E c’è un precedente: «Ricordo che quando il giudice Franco Verda venne sospeso poco dopo aver celebrato un dibattimento le motivazioni furono redatte proprio da uno dei giudici supplenti».
E nel caso di una sentenza delle Assise correzionali, la cui Corte è monocratica (ossia composta da un solo giudice)? «Il quel caso – afferma la presidente della CARP – può essere il cancelliere, il quale partecipa alla camera di consiglio, a occuparsene». Insomma, non dovrebbero esserci particolari problemi.
Almeno in Appello; mentre in primo grado gli incarti andranno ridistribuiti tra i tre giudici ancora in carica, in attesa che il Governo nomini dei sostituti provvisori e/o di una decisione della Commissione di ricorso per la Magistratura sull’effetto sospensivo chiesto dal legale di Quadri e Verda Chiocchetti.
Ci saranno altri sviluppi?
Sul tavolo c’è però un’ulteriore questione aperta: come rilevato dal Consiglio della magistratura, la denuncia per pornografia presentata da Quadri e Verda Chiocchetti contro il presidente del TPC «per un reato che sapevano non sussistere è inaccettabile e inconciliabile con la funzione di magistrato». Al momento non è dato a sapere se la vicenda potrà avere ulteriori risvolti penali, considerato appunto il rimprovero mosso dall’organo di vigilanza. Siamo di fronte a una denuncia mendace (reato perseguibile d’ufficio ai sensi dell’articolo 303 del Codice penale)?