Dieci anni che «può accompagnare solo»



C'è sempre un po' di quella ricerca della libertà raccontata da Dennis Hopper in Easy Rider tra le sensazioni che provo ogni volta che salgo sulla mia Harley Davidson. Eppure, prima di cominciare a sentire il suono metallico delle marce che si alternano mentre affronto le curve, nel momento della partenza ho sempre un timore che mi assale, in particolare se accendo il motore di fronte ad amici o curiosi che vogliono sentire l'iconico rombo della Screamin' Eagle.
Ma per capire questa mia paura, tanto irrazionale quanto intrinseca, bisogna riavvolgere il nastro della storia.
Era l'estate del 2013, una di quelle che senza Mondiali o Europei di calcio sembra un po' più anonima, anche in Ticino. Ci si rifugia quindi in altri generi di eventi per fissare i propri ricordi estivi. E nella sera in cui, in una delle edizioni più brillanti di Moon&Stars, Neil Young intonava di fronte al pubblico locarnese «Rockin' in the free world», al di là del Ceneri si svolgevano gli Swiss Harley Days.
Appassionati da tutta Europa a Lugano per celebrare la loro passione verso la casa motociclistica di Milwaukee, tra di loro uno proprio non poteva passare inosservato. Muscoli tanti, timidezza poca: bastò davvero poco per inquadrare William. Andrea Ramani, giornalista all'epoca a TeleTicino che lo intervistò, ripercorre oggi quell'incontro, solo apparentemente innocuo: «Arrivammo in mattinata sul lungolago per realizzare un servizio sugli Swiss Harley Days. William e il suo amico, entrambi a torso nudo, erano di fronte alla fontana di Piazza Manzoni, sulla strada in mezzo al passaggio, a mostrare i muscoli più che la moto modificata. Prima che rientrassimo a Melide dopo aver fatto immagini e un vox fra gli appassionati, ci fecero cenno di avvicinarci e William ci chiese di fargli un’intervista».
Come si ricordano le formazioni delle squadre di calcio che hanno compiuto imprese storiche, anche quelle parole sono rimaste impresse nella memoria di tantissime persone.


Frasi sconnesse e sgrammaticate, che all'apparenza sembravano messe a casaccio. Ma che in realtà, visto quanto successo poche ore dopo, assunsero tutto un altro significato, chiudendo il cerchio di questa meravigliosa congiuntura astrale. Durante la parata delle Harley, William infatti ebbe il suo momento di gloria. Probabilmente non la gloria a cui ambiva... Di fronte a centinaia di persone il biker perse il controllo della moto e scivolò sull'asfalto del Lungolago. Come un novello Nureyev (mostrando una sorprendente agilità), si rialzò immediatamente cercando di mantenere una certa nonchalance, ma ormai la storia stava per compiere il suo corso.
Di nuovo Ramani: «Nel servizio andato in onda la sera, il famigerato passaggio non era stato considerato, ma il pomeriggio qualcuno aveva filmato la caduta del motociclista e ci aveva inviato il video. Fu grazie ad Antonello Pasquale, che ne aveva intuito il potenziale, che questi due momenti si fusero nel tormentone dell’estate, spinto sul web da una serie di articoli di Andrea Stern e poi ripreso e fatto parodia da numerosi utenti della rete».
I video divennero a dir poco virali, con decine di milioni di visualizzazioni, rendendo William il biker più famoso (e parodiato) d'Italia. «In un primo momento ci furono degli screzi, perché non aveva colto la potenziale viralità del video – spiega Ramani – ma dopo un chiarimento in una serata in un club di Ascona, cui posso riportare solo i resoconti, lui capì e si mise a cavalcare l’improvvisa e inaspettata notorietà».
A confermare come mister «Può accompagnare solo» riuscì a capitalizzare la sua disavventura è Michel Ferrise, noto creativo ticinese che organizzò il ritorno di William in Ticino, al Beach Lounge di Ascona: «In quel periodo organizzavamo diverse serate divertenti e lui ci sembrava l'ospite giusto. Lo chiamai personalmente e rimasi stupito nello scoprire che, a distanza di pochi giorni, aveva già assunto un manager e realizzato del merchandise da vendere. Di certo lo spirito imprenditoriale non gli mancava. Quando venne da noi, ad ogni modo, si rivelò un ragazzo simpatico e disponibile: serbo un ricordo positivo di quell'incontro».
Certo, la simpatia e la disponibilità sono importanti. Il talento e i contenuti sono però un'altra cosa. Come per il mio cuoio capelluto, passano gli anni e le ospitate pubbliche cominciano a diradarsi. William provò a farsi strada nella musica con È tutto un trash assieme a Karmin Shiff, ma il risultato, anche a distanza di tempo, è a dir poco dimenticabile (per non dire atroce...).
Arriviamo al 2023, dieci anni dopo. Io continuo a pensare a lui ogni volta che parto con la mia Harley, la paura di un epilogo simile di fronte a persone più o meno conosciute mi assale.
Di William però ormai si sono perse le tracce. O meglio, si sono perse le tracce dei suoi progetti, tranne la sponsorizzazione di un decarbonizzatore per la pulizia dei motori che difficilmente potremmo catalogare come un ritorno al jet set.
Eppure, il nostro è ancora attivo sui social, con una pagina Instagram da 22.500 follower in cui dà sfoggio del suo fisico impressionante e della sua abbronzatura atomica. Di dove lavori, di apparizioni pubbliche, proprio niente. Nessuna traccia di biopic o autobiografie. Una cosa, però, è certa: in questa epoca in cui la narrazione dell'attualità è affidata ai social, Può accompagnare solo è stato il primo vero meme della community italofona. «Probabilmente è così – commenta Ferrise –. Forse è per questa ragione che non lo si vede più in giro in quella veste: potrebbe essersi stufato di essere al centro dell'attenzione solo per quella battuta. E poi chi comprerebbe oggi una maglietta con impressa una frase di dieci anni fa?».
Abbiamo provato a contattare William per sapere che cosa fa e se mai lo rivedremo in Ticino, ma purtroppo ci ha immediatamente liquidati, spiegando di non essere interessato a rilasciare dichiarazioni. E forse ha ragione lui, in fondo le parole sono inutili: potranno pure passare gli anni, ma con uno stile di moto così e uno stile di fisico del genere si può accompagnare solo. Sempre.